Capitolo 3

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Capitolo 3

Durante il lungo viaggio m'addormentai, sui sedili posteriori della vecchia Golf di Max,  ripensando alla giornata precedente, a partire dal discorso con i miei genitori.

Mamma e papà non si fermarono a lungo da noi, a dire il vero rimasero per ben 13 minuti esatti. Vi sembrerò pazza nel contare i secondi, i minuti e le ore, in cui sono stata  in loro compagnia ma capitemi, era  l'unico svago che mi ritrovavo ad avere..

**

L'orologio emetteva dei ticchettii prolungati mentre tutto sembrava svolgersi troppo lentamente,per i miei gusti vampireschi, quasi come se il tempo si fosse relativamente fermato.

Sorseggiavano una tazza di te fumante, preparato da Max, seduti dinanzi a noi.

"Che cosa siete venuti qui a fare?" domandai tanto incuriosita dalla loro visita inaspettata, quanto infastidita dalla loro presenza.

"Riconciliazione Madison, riconciliazione." mia madre scandì quella parola tanto odiosa, per ben due volte. Avrei voluto ucciderla all'istante..se solo Max non ci fosse stato..

"Ahahahaahahahaah" incominciai a ridere ininterrottamente sotto gli sguardi perplessi dei miei familiari "Bello scherzo!" esclamai continuando a ridacchiare.

M'accorsi che però era la pura verità, nessuno del resto si unì a me nel ridere.

"Sappiamo di aver commesso degli errori ma siamo pronti a rimediare." cominciò mio padre poggiando il piattino con la tazzina, ormai vuota, sul tavolino in mogano.

"Rimediare?" alzai la voce aggredendoli improvvisamente "Ci avete fatto quasi uccidere!" 

Non avevo intenzione di dargli retta. Ok che sono i miei genitori ma non la passano liscia solo con un inutile 'scusa' o un 'rimedieremo'. Tutte balle.

"Madison calmati." Max poggiò un braccio attorno alle mie spalle ed io mi tranquillizzai leggermente.

"Ci dispiace, non potevamo vivere sapendo che voi avreste potuto fare del male a qualcuno!" 

"Però avreste preferito ucciderci invece che trovare una soluzione insieme." urlai sull'orlo del pianto.

"Non avevamo scelta!"

"Si che ne avevate!" m'imposi ancora una volta.

"Madison ha ragione!" Max mi diede finalmente ciò di cui avevo bisogno, la certezza che era dalla mia parte "Adesso potete andarvene." aggiunse abbracciandomi impassibile.

Mia madre fu la prima ad alzarsi in piedi.

"Tanto sapevo che sarebbe finita così Gregor," disse più a mio padre che a noi "è stata solo un'ora sprecata." concluse ed insieme, mano nella mano, come erano entrati in casa, se ne uscirono.

***

Max mi stava accompagnando nella nuova città, con Tom. Li, a quanto captai la notte scorsa, sarei stata ospitata da una famiglia di vampiri, (o meglio 'clinica specializzata nella cura di casi di vampiri che non si contengono alla vista di un qualsiasi individuo'), che m'avrebbe aiutata a controllare la mia insaziabile sete di sangue.

***

Origliai dalla porta socchiusa la conversazione tra i due, che era destinata a farsi sempre più animata.

"Max, si può sapere dove andrà?" domandò il mio amato Tom.

"Andrà a Glauchester, e starà da una famigliola di vampiri in debito con la nostra." spiegò mio fratello.

"Non capisci che deve restare!" esclamò ed i toni s'alzarono. 

Il moro tentò di tutto pur di dissuadere Max dalla sua drastica decisione presa in considerazione. Dalle mie visione, al nostro 'rapporto'. Inutile dire che sapevo già, che Tom avrebbe perso questa battaglia verbale con mio fratello. Nessuno lo batte. Se poi ha in testa qualcosa di chiaro e ben preciso allora, è irremovibile.

 "Tom, Madison è mia sorella e in quanto tale starà sotto le mie regole, ficcatelo bene in testa."

"Stai mandando la cosa più preziosa ed unica che ti ritrovi in una clinica per vampiri, ti rendi conto?"

"Si che me ne rendo conto e che le serva di lezione. Così che la prossima volta, invece di divorare il primo umano che capiti, si conterrà..."

**

Diciamo che non ero per niente entusiasta di andare in un 'Riformatorio per vampiri', da come lo aveva definito Tom. L'idea di ritrovarmi rinchiusa in una cella, sola soletta, al buio, senza cibo mi stava letteralmente distruggendo, se non che mi terrorizzava a morte.

Tutt'a un tratto la macchina si fermò, con una frenata brusca che mi fece sobbalzare e di conseguenza svegliare.Aprii i miei occhi di colpo e vidi l'inaspettato.

Max aveva appena investito una persona.

"E poi sarei io quella che sarebbe da spedire in una clinica, eh?" dissi e mi guadagnai gli sguardi più cruciali del mondo, da parte dei due.

Poco dopo scesero dalla macchina, sbattendo entrambi le portiere. Provai anch'io ad uscire ma mio fratello, molto furbamente, bloccò l'apertura delle quattro porte.

Lui mi guardò divertito, così gli mimai un 'Bastardo', mentre Tom s'apprestava a soccorrere il ferito.

"é morto." aggiunse poi mentre un gruppo di gente s'ammassò attorno a loro.

Scossi leggermente il capo, e strizzate più volte le palpebre rinvenii da quel terribile incubo,o meglio visione. Tom si voltò, capendo ciò che mi era appena successo.

"Che hai visto?" mi chiese.

Max sbuffò pesantemente non volendo sentire quelle che per lui erano soltanto sciocchezze.

Gli raccontai in breve il tutto e proprio mentre stavamo per girare in Street Landom, il luogo in cui sarebbe successo l'incidente, tentai di fermare Max, tirando il colletto della sua maglietta.

Egli scosse il capo innumerevoli volte, finendo per mollarmi un sonoro schiaffo.

Tutto ciò che vidi nella mia mente, praticamente s'avverò...

"Nooooo!" urlai improvvisamente all'impatto violento.

Cambiò una piccola cosa della visione.. il finale..

SPAZIO AUTRICI:

Dopo tanto tempo siamo riuscite a scrivere questo misero capitoletto.

Spero davvero che in qualche modo vi possa piacere.

Fateci sapere che cosa ne pensate! :)

XOXO

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