Capitolo 5

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Capitolo 5

*Tre giorni dopo*

 

"Ed ecco il nostro nuovo appartemento"

Tom poggiò lo zaino a terra ed entrò seguito da me e Max, nell'immenso abitacolo.

"Mm.. grazioso" commentò mio fratello guardandosi attorno.

Non era il genere di luogo in cui avrei voluto abitare, era troppo smorto e la luce del sole era fin troppa. Il bianco delle pareti mi metteva a disagio e la mancanza di mobili rendeva tutto molto monotono.

"Tutto qua?" domandai guadagnandomi delle occhiatacce "Insomma, mi aspettavo di meglio." dissi.

"Che cosa pretendevi sorellina? Un castello?" Max rise.

"Non era ovvio che volevo un castello?" dissi incrociando le dita al petto e fingendomi offesa. "Dove sono tutti i mobili poi?" domandai.

"Dobbiamo procurarceli noi." affermò Tom "Ma.. siccome io sono troppo bello e troppo intelligente li ho già ordinati e mi hanno comunicato che li porteranno domani verso sera."

Roteai gli occhi al cielo quando sentii la parola intelligente accanto al nome Tom. 

"Ditemi che almeno ci sono stanze per ognuno di noi." chiesi attendendo una risposta, sperando fosse affermativa "Io non ho la benché minima intenzione di dormire con voi." aggiunsi poi "1) Russate troppo; 2) Ho bisogno dei miei spazi personali; 3) Non vi voglio attorno." conclusi orgogliosa dopo aver elencato i tre motivi principali per cui vorrei una camera tutta mia. Tom e Max risero ed annuirono. 

"Si, ci sono due stanze." dissero in coro.

Sospirai sollevata e mi diressi in una delle due canere, quella da me prescelta. 

"Io mi prendo questa!" affermai una volta entrata, poggiando il mio borsone sul materasso.

Mi diressi a tentoni verso la finestra, dato che era tutta nell'oscurità e l'interruttore non funzionava, e una volta aperte le tende notai che era una porta-finestra. Dava su di un terrazzino, cosparso di vasi, qua e la. I fiori ovviamente erano morti. Uscii e m'affacciai. Guardando in basso potevo vedere un gran via vai di gente, automobili e sentire ogni tipo di profumo. Mi piaceva, era carino. Notai che poco distante da li vi era un parchetto rigoglioso e decisi di inaugurare il nostro nuovo bagno, l'unico arredato e in perfette condizioni, uscendo a fare una corsa.

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"Io esco." dissi ai miei due coinquilini, intenti a disfare i bagagli e a metterli nell'immenso armadio "Non vi conviene pulirlo prima?" domandai mentre mi fulminarono con gli sguardi "Scusate, come non detto."

"Aspetta, aspetta, dove vai?" mi fermò Max, afferrandomi per un polso.

"Ti ho detto che esco." gli ricordai.

"Dove vai?" ripeté la domanda.

"Al parchetto qui vicino a fare una corsa." spiegai.

"Veniamo anche noi." precisò con puntiglio "Il tempo di cambiarci e arriviamo." ghignò.

"Max.." Tom intervenne appena in tempo circondandogli le spalle con un suo braccio "lasciala andare, la controlleremo da qui." disse mostrandogli il mio terrazzino.

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