Capitolo 4 (parte 1)

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Capitolo 4 (parte 1)

L'odore persistente e pesante di amuchina si faceva largo nell'immenso reparto ospedaliero, in cui io, Tom e Max ci trovavamo in quel momento. Stavamo seduti ad aspettare notizie da parte dei medici, riguardanti al ragazzo che poco prima avevamo investito.

'Fortuna che non è morto..' pensai proprio quando un'infermiera bassina e bionda ci venne incontro.

Ci alzammo in contemporanea e l'accerchiammo, quasi fosse la nostra preda e lei, dapprima intimorita, deglutì il groppo che teneva in gola e ci parlò :"Il ragazzo sta bene." confermò ed io fui sollevata tanto quanto mio fratello e Tom.

"Possiamo ripartire allora!" aggiunse Max ,felice, non appena la donnina minuta se ne andò.

"Sicuro?" domandai maliziosamente.

Tom capì le mie intenzioni e cominciò a sussurrare dei flebilissimi no, mentre Max mi guardò perplesso. "Scusi!" urlai improvvisamente fermando la bionda, di nome Cheryl "Non è che mi porterebbe dal ragazzo?" le domandai prendendola a braccetto.

Lei annuì. "Certamente!" mi sorrise.

Mi voltai e gettai un'occhiata a Max, che vedi arrabbiato, molto arrabbiato con me per ciò che ebbi appena fatto. Non m'importava minimamente, avrei fatto di tutto pur di non andare in quel 'Riformatorio' e questo avrebbe dovuto saperlo meglio di chiunque altro.

Percorremmo il lungo corridoio, illuminato da tante lampadine al neon poste sul soffitto, Vidi numerose stanze, quasi tutte con la porta chiusa. Sono praticamente identiche, se non fosse per i numerini ai lati. Tutto procedette per il verso giusto finché non passammo dinanzi alla sala degli esami del sangue.

'Cazzo, no!' pensai mentre le mie gambe si bloccarono di colpo, quasi come se qualcosa mi stesse trattenendo e mi costringessero ad assapare con tutti i miei sensi quel buon odore.

Mi girai di scatto e guardai alla mia destra. La porta era completamente spalancata ed immancabilmente posai il mio sguardo su di un medico, intento ad estrarre un'enorme quantità di quel liquido paradisiaco, dalle vene di un paziente, con una siringa. Non c'era nessuno però in sala d'attesa e ne dedussi che fosse l'ultimo.

"Allora, venga!" l'infermiera mi richiamò ma io non connessi più.

Riuscii solo a pensare a ciò che stavo vedendo e i miei occhi da azzurri si tramutarono in rossi, quel rosso scuro, segno di enorme desiderio, a lungo represso. Non avrei mai pensato prima d'ora di necessitare di un aiuto come in quel caso. Tentai in ogni modo di controllare la comparsa dei miei canini ma con scarsi risultati. Così, per calmarmi, entrai in un'altra stanza li vicina, in preda alla fame più famelica di tutte. Non avevo mai provato così tanta voglia di sangue come in quel momento. Avevo da sempre odiato gli ospedali. Quando ero piccola, mi terrorizzavano a morte le punture. Ora invece sono io che le faccio. Si insomma, anch'io sono medico, solo che agisco in modo differente rispetto a loro.

Alzai il mio sguardo e no.. non è possibile! La stanza in cui vi è la riserva di sacche di sangue.

'Perché? Perché proprio a me deve succedere una cosa simile proprio qualche giorno dopo aver promesso di non toccare sangue umano?' pensai afferrando uno tra i tanti pacchetti stracolmo di cibo per vampiri.

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"Promettimi che non berrai più sangue umano!" mi urlò Max, ed io sbuffai rumorosamente, scocciata dal suo essere così snervante.

"Ok.." dissi ma non bastò.

"Promettilo Madison!" esclamò nuovamente aumentando più di prima il timbro di voce.

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