Ma le protezioni le avete usate?

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Odio spoilerare, ma qui mi sa che devo fare un'avvertenza.
Nel capitolo due personaggi faranno l'Amore, non descrivo nulla sia chiaro, ma non so. Magari vi imbarazza lo stesso quindi avverto ;P
In conclusione, abbiamo un Rating Giallo/arancio, spero tutto questo non disturbi la vostra lettura ^^
P.O.V. Paul
Eravamo ancora sul letto, Clare china sul mio quaderno di filosofia, i capelli che le coprivano il viso. Ogni tanto si mordicchiava il labbro mentre leggeva nella mia calligrafia disordinata, assottigliava lo sguardo riducendo gli occhietti azzurri a due fessure e aggrottava le sopracciglia bionde cercando di comprendere i concetti. Nonostante la totale lacuna in tutte le materie scolastiche, in quelle umanistiche riusciva darmi una mano.
Continuavo a fissarla con lo sguardo perso, soffermandomi sulle curve del suo corpo, cresceva in me il desiderio di sentirla vicina al mio petto, di passarle dolcemente la mano sul suo seno o sul suo ventre, di sentire le sue labbra sulle mie. Odiavo sempre di più l'imposizione che mi aveva fatto, era come imporre ad un tossico di non fumare per un periodo di tempo, in lui il desiderio di respirare di nuovo quella droga da cui dipende cresce enormemente in quella "pausa", fino a diventare insopportabile.
Ancora non riuscivo a capacitarmi della fortuna che avevo nel poter definire mia quella ragazza, l'Imprinting era davvero un legame potente. Ci separavamo solo durante i suoi turni di lavoro, che in parte coincidevano con le mie ore scolastiche. Ero diventato un frequentatore abituale di casa sua, come lei della mia, ormai mia madre, Farsy ed Eley non si sorprendevano più nel vedermi abbracciato a lei sul divano a guardare un film o a scambiarci gesti di affetto, era la normalità.
Lei era il mio centro di gravità, tutto ruotava intorno a lei.
La ragazza increspò le labbra in un sorriso, rilassando l'espressione e rivolgendosi a me.
"Dai su, mancano due pagine e poi abbiamo finito. Voglio che tu prenda la sufficienza questo lunedì."
"Ci proverò, da quando studio con te la mia media è salita dal cinque al sei."
"Visto? Servo a qualcosa." Rise e scosse il capo, feci per abbracciarla ma mi ricordai del patto, così fui costretto a trattenermi, la ragazza si sistemò il quaderno sulle ginocchia, passando le dita sui segni della penna. Le ripetei il contenuto degli ultimi argomenti in quelle pagine, poi tirai un sospiro di sollievo.
Ogni volta appena usciva dal lavoro lei veniva a casa mia, salvo il sabato -come oggi- in cui andavo io a casa sua, studiavamo insieme e solo dopo aver finito ci concedevamo il piacere di poterci toccare. Era una cosa odiosa per certi aspetti, ma mi aveva permesso di evitare l'insufficienza in tutte le materie, cosa della quale i prof si meravigliavano positivamente. Non senza qualche commento su quanto fosse paziente la mia ragazza, tipico. Riposi penne e lapis disordinatamente nell'astuccio, chiusi la cerniera mentre Clare impilava ordinatamente libri e quaderni infilandoli nello zaino.
Mi sedetti sul bordo del letto, mentre la bionda prendeva la cartella e la posava in un angolo, per poi tornare e sedersi a cavalcioni sulle mie gambe. Mi morsi il labbro mentre il basso ventre andava in fermento a quel gesto, mi mise le braccia al collo sfiorando delicatamente, con le piccole dita, i capelli sulla nuca. Ci guardammo negli occhi per qualche attimo, prendendo silenziosamente una decisione su cosa fare, poi demmo sfogo al desiderio, fondandoci l'uno sulle labbra dell'altra.
La sdraiai sul letto mettendole le mani sotto la maglia, gliela tolsi lentamente permettendole di riprendere fiato, baciai lo spazio dai seni fino alla sua bocca, mentre le sue mani andavano a slacciarmi i pantaloni. Ci fermammo ancora, la foga dei baci ci aveva tolto il fiato. Mi sfilò la maglia passandomi l'indice tra i pettorali, fui scosso da un brivido di piacere, mentre nei miei boxer si ristringeva lo spazio. Ci togliemmo a vicenda la biancheria intima e la notte si perse nel piacere, nei tocchi delle volte dolci e delle volte più forti, nei baci caldi e nei corpi attaccati. Mantenere il controllo senza lasciarsi prendere dalla furia era difficile, delle volte ci fermavamo per poter riprende la calma per poi iniziare di nuovo. Lo facemmo due volte, poi stanchi riprendemmo fiato, indossammo di nuovo gli indumenti intimi e ci addormentammo abbracciati, mano nella mano.
Il giorno dopo due dolci labbra mi svegliarono, aprì lentamente gli occhi mettendo a fuoco ciò che avevo davanti.
"Buongiorno pettorali." Mi disse dolcemente Clare, piegando gli angoli della bocca in un sorriso, teneva il viso vicino al mio tanto da riuscire a sentire il suo respiro sulle mie labbra.
"Giorno Paradiso." Ridacchiai e le scoccai un bacio sul naso, che la fece ridere.
Aveva le mani sul mio petto, era vicinissima a me, con i capelli che mi ricadevano morbidi sulla pelle. Glieli accarezzai dolcemente e le cinsi i fianchi con le braccia, non riuscivo a smettere di pensare a ieri, mi sembrava un sogno bellissimo, quasi irreale. Mi sentivo molto più vicino a lei in quel momento, sentivo come se avessimo fatto un passo avanti nel nostro rapporto, eravamo molto più uniti, molto più attaccati. Fare l'amore -a parer mio- era il momento di massima intimità, in cui vedi la persona che ami spoglia di tutto, la riesci a vedere dentro, riesci a comprenderla meglio da quel momento.
Rimanemmo molti minuti lì a coccolarci, poi Clare, sfiorando dolcemente il naso sul mio si schiarì la voce.
"Che dici facciamo colazione?"
"Mmm, si dai."
Togliemmo le coperte da sopra di noi, un'ondata di fresco ci fece rannicchiare l'uno contro l'altra, quando abituati ad esso però ci alzammo. Mi rimisi i vestiti del giorno prima, pantaloni verdi fini al ginocchio e una maglia grigia, diedi la mia felpa a Clare, che indossava dei pantaloncini larghi della tuta.
Uscimmo dalla camera in silenzio, le altre dormivano e non volevamo svegliarle, entrammo in cucina e strinsi a me la ragazza.
Strusciò dolcemente la guancia sul mio petto caldo, mentre con le mani armeggiava con gli strumenti della cucina.
"Vuoi un caffè?" Mi chiese con voce dolce.
"Si grazie." Non mi ero mai abituato a mangiare tanto a colazione, mi accontentavo di qualcosa per tenermi attivo durante la giornata.
Mi passò la tazza, mentre sorseggiava la sua cioccolata calda, appena finita si pulì la bocca con il dorso della mano. Le era rimasto però una piccola macchia di cioccolata sulle labbra, gliela tolsi con il pollice. Presi la tazza dalle sue mani e la possai nel lavello insieme alla mia, dal suo sguardo sembrava che fosse rimasta sorpresa dal modo in cui la toccavo, piacevolmente sorpresa.
Posai le mani sul suo fondoschiena stringendola a me, mi mise le braccia al collo, passando le dita tra i miei capelli, nel suo sguardo c'era la stessa malizia della notte prima. Mi passò sensualmente la lingua sulle labbra, poi ci baciammo con foga, i corpi di nuovo attaccati come uno solo, strinsi la presa sui suoi glutei per mantenere il controllo, stavo per prenderla in braccio e portarla in camera quando entrarono Farsy e Mirko.
Ma un attimo, un conto ero io che dormivo qui, ormai era un'abitudine, ma lui...come mai qui?
"Ops, abbiamo interrotto qualcosa, torniamo dopo." Disse timida Farsy.
Clare si voltò verso di lei e penso volesse essere inglobata nel mio petto visto quanto era stretta a me, in volto era rossa come un peperone, la rassicurai cingendole i fianchi con le braccia.
"N-no tranquilli, non stavamo facendo niente di che."
Mirko si lasciò scappare un sorriso che faceva capire quanto poco ci credesse, cinse le spalle di Farsy con un braccio e si prepararono la colazione. Sembravano ancora molto timidi nei confronti l'uno dell'altra, ero sicuro al cento per cento che non ci fosse stato nulla tra i due la sera prima, solo dolci coccole. A differenza di me e Clare, si vedeva lontano un miglio che era successo qualcosa tra noi due, qualcosa di importante. A testimone il succhiotto che avevo sul collo, mi era quasi sparito ma se vi passavo sopra le dita riuscivo ancora a sentirlo.
Stavamo ancora abbracciarti quando, ciliegina sulla torta...entrò Jacob!
"JACOB?" Clare era davvero confusa di trovarselo in casa, Mirko ci poteva stare in confronto, ma lui no, non stava neanche insieme ad Eley. Da quanto sapevo almeno.
Il ragazzo ancora stordito e con la vista offuscata, rimase un po' intontito da quel tono di voce.
"Giorno a tutti...Paul cosa hai sul collo?" Assottigliò lo sguardo e si lasciò sfuggire un sorrisetto.
"Deve esserci andata pesante."
Clare avvampò ancora di più, nascose il viso sotto il cappuccio della felpa.
"Eppure non ho sentito nulla." Lo inchiodai con lo sguardo, facendogli capire che era l'ora di smettere, anche se non cambiò molto espressione non parlò più di quell'argomento.
"Ok ok, scusa."
Tornai a guardare Clare, ancora imbarazzata da prima, le baciai la guancia strappandole un dolce sorriso.
"Comunque, cosa ci fai qui Jake?" Chiese Farsy.
"Mi sono addormentato sul divano per sbaglio."
"Buongiornissimo!" Una voce simile a quella di un ubriaco irruppe nella calma generale, Eley barcollante si appoggiò allo stipite della porta e si stropicciò gli occhi.
"Stavamo guardando The 100 e ci siamo addormentati sul divano, niente di nulla è successo." Fece un sorriso sghembo, assomigliando sempre di più ad una drogata.
"Va bene, va bene." Borbottò piano Clare.
"Io adesso torno a casa però, ciao a tutti." Jacob scoccò un bacio sulla fronte ad Eley e ci salutò prima di uscire.
"Devo andare anche io, ciao ragazzi." Scoccò un bacio a stampo a Farsy e ci salutò con un gesto della mano, uscendo a sua volta dalla porta.
"Penso che vi toccherà sopportarmi ancora fino a dopo pranzo."
"Si! Che bello che rimani così a lungo." Sorrise felice Clare baciandomi dolcemente.
"Awww, siete così carini." Dissero in coro Eley e Farsy.
Ridemmo e strusciammo dolcemente i nostri nasi, ogni volta che ci dovevamo separare eravamo entrambi molto tristi, sapere di poter trascorrere tutto quel tempo insieme ci rendeva felici.
"Tranquille vi lascio il salotto." Presi Clare in braccio e andai in camera, lasciandomi alle spalle le risate delle due ragazze.
Entrai nella stanza chiudendo la porta con un calcio, buttai dolcemente la ragazza sul letto e mi misi sopra di lei. Ci baciammo con foga, le nostre lingue che si incontravano di continuo, ci staccammo dopo diverso tempo per riprendere fiato. Presi la coperta e mi rannicchiai con lei sotto di essa, stringendo la bionda al mio petto e carezzandole i lunghi capelli.
Passammo la giornata alternando momenti di maggiore passione a momenti di dolcezza, feci l'amore con lei un'altra volta. Pranzai con le ragazze e alle cinque tornai a casa, con stretto obbligo di ripassare filosofia per il giorno dopo.
Altro che filosofi però, riuscivo solo a pensare a Clare, a tutto quello che avevamo fatto prima senza riuscire a smettere.

Clare, Farsy ed Eley [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora