IX Capitolo

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Erano passati due giorni dall'attacco, due giorni di digiuno e tristezza per la scomparsa di Lena. I titani erano crudeli, nel loro cuore risiedeva una latente oscurità, per i prigionieri ci si aspettava solo il peggio.
Ashley percorse rapidamente i lunghi corridoi che la portarono di fronte all'ufficio di Zeus. Bussò due-tre volte e la porta si aprì da sola con un inquietante cigolio. Appena entrò nella stanza vide Zeus steso atterra, con la candida veste zuppa di sangue e una profonda ferita nel petto.
«Padre!» cadde in ginocchio accanto al re degli dèi per soccorrerlo. Pose le mani sulla ferita, comprimendola per evitare che ne uscisse altro sangue, poi chiamò aiuto.

***

Ashley sedeva accanto al letto dell'infermiere, sul quale giaceva suo padre. Quest'ultimo aprì d'improvviso gli occhi e si voltò leggermente verso Ashley...
«Figlia mia...»
«Padre! Finalmente ti sei svegliato...»
«Ashley...i titani...devono essere fermati...»
«Lo so padre ma adesso riposati...»
«Va da...da Poseidone...lui ti spiegherà come fare...»
Zeus sollevò debolmente una mano e accarezzò con premura la guancia della figlia. Ashley sorrise dolcemente e dopo aver lasciato un bacio sulla fronte del padre lasciò la stanza.
Corse lungo il corridoio dell'ala Est, ma il suo passo veloce e frenetico venne bloccato da un possente corpo muscoloso. Era Ares, che si era parato davanti a lei. Ashley si schiantò contro di lui ma non lo smosse neanche di un centimetro, mentre lei cadde dritta a terra.
«Ares...hai intenzione di uccidermi?!»
«Certo che no. Dove stavi andando?»
«Mio padre Zeus mi ha detto di recarmi da Poseidone, aggiungendo che quest'ultimo sa come sconfiggere i titani»
«Lo stesso Poseidone rinchiuso nei sotterranei del Monte Otri? Anche io so come sconfiggere i titani, ma adesso che tutti gli dèi sono imprigionati, non so chi altro portarmi dietro per questa missione»
«Oh beh, quando si parte? Ho una decina di semidei disposti a tutto pur di non vedere i propri genitori impalati.»
«Ma...è pericoloso. Se dovesse succedervi qualcosa la responsabilità ricadrebbe su di me, e semmai riusciremo a sconfiggere i titani non ho intenzione di riscontrare altri problemi»
«Beh allora andrò a cercare informazioni in biblioteca, e se dovessi scoprire qualcosa ci andrò si nascosto a trovarla. Poi tornerò con un braccio in meno e dirò a mio padre, Zeus, che non hai voluto accompagnarmi. Così finirai tra i mortali con poco più di 10 dollari e qualche vestito logoro»
«Ma...sicura di essere figlia di Zeus?» domandò ironicamente,
«Raduna questi semidei disposti a morire e portali nell'ufficio di Chirone, vi spiegherò tutto ciò che bisogna sapere per sconfiggere quei maledetti titani!».

***

Tutti i semidei più coraggiosi erano giunti nell'ufficio di Chirone.
Ares, senza perdere tempo, prese subito parola:
«I titani sono esseri molto potenti, ma non invincibili. Per sconfiggerli, basterà trovare i cinque simboli. Uno per ognuna delle cinque culture più importanti. Una volta posseduti, verranno fusi e si otterrà dell'oro che noi useremo per creare una spada. Questa spada avrà il potere di uccidere ogni singolo Titano, dal più forte al più debole»
«Cinque simboli? Non ne ho mai sentito parlare...» disse Dario, figlio di Atena,
«Sono degli oggetti ben nascosti, sparpagliati per il mondo. Le cinque culture a cui appartengono sono quella egizia, quella nordica, quella romana, quella mesopotamica e quella hawaiana.»
«Un viaggio alla Hawaii? Oh my god. Quando partiamo??» disse con tono frivolo Dalia, la figlia di Afrodite.
«Domani. È un viaggio che richiederà giorni, forse anche mesi e noi non abbiamo tempo da perdere» concluse Ares prima di congedare tutti i presenti. 

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