19. Shitty serenade for broken hearts

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Trigger warning: attacco di panico.

***

Erano passate un paio di settimane dalla serata che Harry e Louis avevano condiviso nella jeep, saltando il lavoro e parlando piano mentre la pioggia ticchettava dolcemente sui vetri.
In qualche modo, Louis si sentiva ancora più vicino a Harry, ora. Non poteva fare a meno di pensare a come il riccio si fosse preso cura di lui, a come l'avesse ascoltato e accontentato nonostante tutto.
"La prossima volta che ti sentirai male, prometti di chiamarmi" aveva detto Harry quando l'aveva riaccompagnato a casa, lo sguardo serio e le mani premute contro i suoi fianchi. "Credo di essere meglio dell'erba."
Louis aveva sorriso e aveva promesso, perché era ovvio che Harry Styles fosse meglio dell'erba. Harry Styles era meglio di qualsiasi cosa al mondo.

Dopo quel giorno, le cose avevano ripreso la loro normalità: il lavoro all'Always You proseguiva bene, Zayn si era scusato con Louis sebbene il maggiore gli avesse assicurato che non ci fosse nulla per cui scusarsi, Michael continuava ad essere il solito disagiato (insieme agli altri tre rimbambiti australiani), e di tanto in tanto la biglietteria veniva invasa dalle amiche di Perrie.

Inoltre Niall aveva preso molto sul serio le sue sedute dallo psicologo, a cui andava ogni lunedì pomeriggio, anche se aveva preferito non parlarne a nessuno all'infuori di Louis. Aveva bisogno di tempo, e Louis lo capiva.
Quegli incontri gli facevano bene e lui era felice di vederlo stare meglio: aveva smesso di andare a letto con ragazze sconosciute, ed era molto meno probabile beccarlo a masturbarsi con gli oggetti più disparati (cosa per cui Louis si sentiva particolarmente grato). Così, tutto sembrava finalmente andare per il meglio.

Ora erano quasi le undici di martedì sera, e Louis era impegnato a servire il gruppetto di ragazzi in attesa davanti al bancone. Porse loro i pop-corn e le bibite che avevano ordinato e prese i soldi che gli porgevano, sospirando quando si allontanarono. Il grosso della folla era ormai passato, a quell'ora, ma purtroppo mancava ancora un bel po' alla fine del turno. Louis avrebbe volentieri donato entrambi i suoi reni per avere una macchina del tempo e potersi trasportare direttamente in sala cinque con Harry. Certo, poi sarebbe morto perché senza reni non si va lontano, ma almeno avrebbe potuto evitare le altre due ore di lavoro che lo aspettavano.

Sorrise istintivamente quando vide Harry scendere le scale con un bimbo tra le braccia e una giovane donna al suo fianco, che doveva essere la madre del piccolo. Dall'espressione luminosa di Harry, non si capiva chi fosse il vero bambino tra lui e l'ometto che aveva in braccio.

«Matty, di' ciao a Louis» sorrise Harry avvicinandosi alla caffetteria.
Il bimbo, che non doveva avere neppure un anno, sbrodolò una risatina divertita e tese le manine verso Louis.
«Ciao, piccolo» lo salutò il ragazzo, facendo il giro del bancone e lasciando che il bambino gli stringesse un indice tra le sue minuscole dita «E ciao anche a te.» mormorò rivolto ad Harry.
Il riccio sorrise in risposta e in quel momento la donna li raggiunse, causando un gridolino felice da parte del figlio, che mollò l'indice di Louis e si agitò per raggiungere la sua mamma.

«Grazie, Harry, sei stato davvero gentile a portarlo per me.» disse la donna al riccio, riprendendo il bambino dopo essersi sistemata la borsa sulla spalla.
«Figurati, non è stato nulla.» sorrise lui, con l'espressione più premurosa e intenerita che Louis gli avesse mai visto. Fece un'ultima carezza al bimbo e poi salutò la donna, che si allontanò verso l'uscita.
Louis non riusciva a smettere di guardarlo, incantato dal sorriso dolce sul suo volto, e «Sei fantastico.» disse senza pensarci.

Harry si voltò a guardarlo con le sopracciglia inarcate per la sorpresa. «Parli con me?»
«No, con il nuovo distributore dell'acqua. Ama quando gli faccio dei complimenti.» sbuffò Louis roteando gli occhi, sebbene le sue guance sembrassero molto vicine al prendere fuoco. Doveva seriamente migliorare il suo filtro cervello-bocca prima di uscirsene con qualche altra frase imbarazzante. «Certo che parlo con te.»
Harry sorrise e arrossì un pochino, stringendosi nelle spalle come per minimizzare tutto. «Non ho fatto niente di speciale.»
Louis aveva voglia di baciarlo.

Drama Queens || L.S. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora