42. Chasm (not the kind you'd think of)

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«Lou, mi sento un idiota.»
«Shh, no, nessuno ti sta guardando.»
Okay, quello non era proprio vero: ogni persona a cui passavano accanto si voltava sconcertata verso Harry, ma tanto lui non poteva vedere nulla, quindi non c'era bisogno di dirglielo.

Louis si sporse un po' in avanti per controllare che il foulard con cui l'aveva bendato fosse ancora al suo posto, poi continuò a guidare il riccio tenendolo per le spalle. «Ci siamo quasi,» lo avvertì poco dopo, sospingendolo all'interno di un edificio piuttosto malridotto. Il colore sui muri era rovinato in più punti e sui vetri delle finestre era raccolta la sporcizia di anni (anche secoli, forse), ma quello era il massimo che Louis fosse riuscito a permettersi. Era un po' fuori mano rispetto alla zona in cui lui e Harry vivevano, ma, di nuovo, non aveva potuto fare di meglio. «Mi spiace che abbiamo dovuto camminare fin qui. La jeep è ancora in officina e il meccanico sta cercando di salvarla.»

Harry rise delicatamente, continuando a tenere le mani sollevate davanti a sé per non sbattere da qualche parte. «Non vi converrebbe prendere un'altra auto?»
«Niall non vuole mollarla. E io non ho abbastanza soldi per pagare il mio terzo della cifra.» spiegò Louis. Nonostante si trovasse dietro a Harry, poté praticamente sentirlo accigliarsi.
«Cumberbatch ci ha dato da poco lo stipendio.»
«Lo so, ma ho dovuto fare alcune spese.»

Il riccio annuì, restando per un po' in silenzio e lasciandosi condurre attraverso l'ampio atrio del palazzo. Il suono dei loro passi riecheggiava tra le pareti, e quando giunsero alle scale si espanse anche ai piani superiori.
«Davanti a te ci sono dei gradini. Sali tranquillo, ti dico io quando finiscono.» istruì Louis, spostando le mani sui fianchi del riccio per sostenerlo meglio. Gli fece raggiungere il corrimano alla sua sinistra e lo aiutò a salire fino al piano di sopra, fermandolo quando arrivarono a destinazione, dopodiché prese la chiave che gli era stata data e aprì la vecchia porta in legno davanti a loro.

«Ci siamo,» sorrise, riprendendo Harry per mano e conducendolo attraverso uno stretto corridoio. La polvere fluttuava nei fasci di luce che entravano dalle finestre, il rumore delle auto all'esterno era ovattato e quasi inudibile, e per lo meno non c'era puzza di muffa come al piano inferiore. «Pronto?» mormorò quando superarono il corridoio.
«Lo spero,» sospirò il riccio.
Louis cercò di non sorridere troppo mentre gli slegava il foulard. «Ecco a te, Hazza.»
Harry sbatté le palpebre per riabituarsi alla luce, alzò lo sguardo e poi... beh, corrugò la fronte. «Nick?» fece, perplesso.

«Carino da parte tua riconoscermi, Harold.» ironizzò il ragazzo. Si avvicinò per dargli una pacca sulla spalla e abbracciare Louis, poi tornò a guardare il riccio e roteò gli occhi. «Smettila di fare quella faccia, ovviamente non sono io la sorpresa. Avanti, apri questa porta.» disse lasciando posto all'amico e indicando dietro di sé.
Harry lanciò un'occhiata dubbiosa a Louis, ma il maggiore si limitò ad annuire lievemente per rassicurarlo.
«Okay...» espirò quindi, avvicinandosi con cautela alla porta davanti a lui. Era anche questa di legno, giusto un po' meno malmessa di quella all'ingresso, e la maniglia cigolò appena quando la abbassò. «Louis...»

«Già,» sorrise il maggiore, avvicinandosi al suo fianco per osservare l'ampia stanza di fronte a loro. Stava davvero cercando di restare serio perché non sapeva come Harry avrebbe reagito (bene? Male? In modo orribile? L'avrebbe preso a colpi di tostapane?), ma una parte di lui voleva solo mettersi a saltellare per l'entusiasmo ed era difficile sopprimerla. «Che ne pensi?» tentò, lentamente.

«È un... un...» farfugliò confuso Harry.
«Uno studio di registrazione.» lo aiutò Louis «Per te. Nick mi ha aiutato a trovarlo e so che non è il massimo- fa schifo, ecco, ma... è tuo. Ogni martedì e giovedì per tutto il mese, poi spero di trovare di meglio e-»
«Perché?» lo interruppe Harry, lo sguardo ancora perso davanti a sé. Sembrava davvero perso e, oh Dio, stava reagendo male.

Drama Queens || L.S. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora