XV- Origine (Gennaio 2017)

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Sto avendo in questi giorni molte più paranoie rispetto alle mie normali aspettative: faccio spesso pensieri quando mi trovo senza niente da fare, dove, quasi per forza, la mia testa ha bisogno di partire verso orizzonti oscuri e lontani. Quindi è logico pensare che la miglior cura sia trovare un qualcosa da fare, ma proprio qui casca l'asino; sono proprio i momenti in cui sono obbligato a dover seguire ciò che sta succedendo quando mi scatta questo tipo di smarrimento. Una cosa che peggiora o alimenta ciò è il sapere che qualcuno stia parlando male di me: odio da impazzire le occhiatacce, le parole all'orecchio, risatine strane che potrebbero essere rivolte a me.

Mi faccio schifo da solo, è una cosa orrenda ma ciò che penso quando sono inqueste condizioni è come sarebbe bello vedere quel sorriso in momenti di puro amore, io e lei e lei ed io; sorrisi bellissimi che mi fanno incupire perché soche mai riuscirò ad averli. Resterei a contemplarla per ore ed è proprio questo che mi sta logorando. Nessuno mi aiuta, mi lascerò trasportare nonostante sappia che è tutta colpa mia se non l'ho ancora superato.

Almeno, prima, non avevo sempre di fronte agli occhi la fonte di tentazione, era vicina fisicamente ma molto lontana sentimentalmente. Ora che  quella distanza si è un po' più accorciata mi sento a volte in trappola, la vedo sempre e non posso fingere di starci accanto.

Le predisposizioni del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora