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In aereo gli altri dormirono tutto il tempo, i miei genitori erano seduti qualche fila più avanti e noi tutti sulla stessa fila, c'era solo il corridoio che ci divideva.
-Perché prima ti sei fermato quando stavi per parlare di Cameron- sussurrai a Ethan per non svegliare nessuno.
-Perché so quello che è successo- ammise lui sotto voce.
Pensavo di aver oltrepassato quel brutto momento, invece più si avvicinava Los Angeles e più il mio cuore batteva forte.
Non sapevo se avrei rivisto Cameron dopo tutti quegli anni, non sapevo come avrei reagito io e nemmeno come avrebbe reagito lui; Nash aveva avvisato gli altri che ci saremmo incontrati su quel famoso Gate e temevo avesse avvisato anche Dallas. Anche quando mia madre mi aveva detto che avrebbe portato una persona speciale io avevo paura che quella persona fosse Cameron, non perché non l'avessi dimenticato, ma perché non sapevo quale sarebbe stata più che altro la mia reazione.
Tra quel trambusto che ormai era nella mia mente una lacrima cadde sulla mia guancia e più veloce della luce portai le dita al viso per asciugarla. Ma era troppo tardi!
-Perché piangi? Non l'hai dimenticato?- chiese ancora una volta mio fratello.
-Non posso dimenticarlo. Cazzo, lui mi ha dato troppo da ricordare e per quanto io voglia cancellarlo dalla mia mente una volta per tutte non ci riesco. Non lo amo, questo è certo perché come potrei amare una persona che mi ha fatto soffrire così tanto? Ma allo stesso tempo lui è stato e sarà sempre un pezzo troppo importante della mia vita, mi capisci?- terminai il discorso con quella domanda per essere sicura che il concetto fosse chiaro.
-Certo. Lo so che muori dalla voglia di sapere quello che Cameron mi ha detto e io te lo dirò. Ma non adesso, non è il momento giusto- concluse quella conversazione che a breve sarebbe diventata disastrosa.
-Ethan- lo chiamai e lui si girò -Grazie- conclusi appoggiando la testa sulla sua spalla e godendomi gli ultimi minuti sospesa in aria.

                              ***
L'aereo era atterrato con solo pochi minuti di ritardo e noi avevamo già preso i nostri bagagli.
-Finalmente a casa- gridò Abbie attirando l'attenzione di alcuni turisti stranieri.
-Già- sospirai io.
Era bello poter vedere il sole alto nel cielo a fine giugno, i grattacieli da lontano ed era bellissimo poter vivere una vera estate.
Quella era l'aria familiare di casa.
Ci incamminammo verso il Gate e appena girammo l'angolo, seduti sulle sedie apparvero Taylor, Nicki con il suo ragazzo, Jack, Hayes e Jake.
Lasciai la valigia e corsi il più veloce possibile verso di loro, finii tra le braccia di Jack che ormai era in lacrime.
-Tay- emisi un urlo di gioia saltando in braccio a Taylor, il mio mister bandana.
Poi andai da Jake che non vedeva l'ora e infine arrivò il momento di Nicki.
-Porca troia quanto mi sei mancata- disse lei gettando le braccia al mio collo.
Era un'emozione troppo grande e non si poteva descrivere.
Era incredibile come dei semplici ragazzi possano farti sentire parte di una famiglia, parte di un gruppo, loro erano speciali perché io senza di loro non sarei stata io.
Dopo una frazione di secondo da questa riflessione personale notai qualcuno seduto di spalle con le cuffie nelle orecchie che aveva un'aria familiare,ma non mi avvicinai per vedere chi fosse perché non mi interessava più di tanto e per quel motivo tornai indietro per prendere un pò le valigie di tutti.
Appena voltai le spalle sentii che qualcuno mi chiamava.
-Lissa- sentii la voce stanca e speranzosa di Cameron. In quell'istante mi venne spontaneo restare lì impalata a guardarlo correre verso di me.
Mi abbracciò, mi strinse fortissimo, anzi mi stritolò tra le sue braccia.
-Lissa, sei qui- disse lui affannato.
-Si, sono qui- e ricambiai l'abbraccio.
Chiusi gli occhi che stavano diventando una piscinetta d'acqua e mi lasciai andare.
Vidi la faccia contrariata di Shawn e quella felice di Cameron ma facevo anche un grande sforzo per immaginare la mia faccia sorpresa per quello che avevo appena fatto: lo avevo abbracciato sul serio!
-Pensavo di non rivederti mai più- ammise lui.
-Ma mi hai rivisto- cercai di rispondere in una maniera più fredda possibile, ma i miei occhi dicevano ben altro. Gli occhi non mentono mai, dicono sempre quello che noi vorremmo ma non riusciamo a dire, i poeti dicono che gli occhi sono lo specchio dell'anima e a quest'affermazione non si poteva mentire.
Mi staccai da lui e andai verso il mio ragazzo, gli misi una mano sulla spalla e lo baciai per fare capire a Cameron che io e lui stavamo ancora insieme e a quanto pare lo capì.
-Non ci credo di poter essere qui- disse esultando Nash.
-La vostra mancanza si è sentita stronzi- cantilenó Jack sottolineando la parola 'stronzi'.

Niente di più ||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora