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Come previsto io dormii per tutto il viaggio.
Già dai finestrini di quel taxi giallo si poteva ammirare New York in tutta la sua bellezza.
Trovato divertente il fatto di non essere mai andata a New York, dato che abitavo a Washington.
Una volta arrivati in albergo decidemmo di riposarci e in tarda serata di uscire per dare un'occhiata in giro, il che mi fece molto comodo perché approfittai del letto morbidissimo per fare un ultimo riposino.
Data l'assenza di Alex, la povera Nicki avrebbe -per sua sfortuna- dovuto dividere la stanza con Taylor e Jake.
Io e Shawn ovviamente restammo insieme, mentre a Abbie e Ethan toccò dover tenere a bada Jack.
Per quanto riguarda Nash, lui avrebbe diviso la stanza con Cameron.

Mentre ero stesa sul morbido materasso sentivo il rumore dell'acqua in bagno e mi concentrai su un punto della camera, iniziai ad immergermi nei miei pensieri, Shawn si stava facendo la doccia e io riflettevo su parecchie cose.
Da quando l'avevo incontrato fuori da casa mia avevo notato in lui qualcosa che non andava, avrei potuto aiutarlo se solo me ne avesse voluto parlare.
C'era più di qualcosa che non quadrava, era strano con me, con tutti, per non parlare dello sguardo con cui guardava Cameron e Cam faceva altrettanto.
In quell'istante avrei tanto voluto correre da Nash e raccontargli tutto.
Avrei voluto stare tra le braccia del mio migliore amico e sentirmi bene sul serio; il problema era che ci sarebbe stato anche Dallas e io non volevo vederlo.
O almeno una parte di me non voleva, ma come sempre c'era l'altra che smaniava dalla voglia di vederlo, anche solo da lontano.
Sapevo che magari non dovevo aspettarmi la sincerità da parte del mio ragazzo perché io non ero stata per niente sincera su Cameron, ma alla fine quando una persona che si "dovrebbe" fidare di te non ti dice più perché sta male dovresti iniziare a preoccuparti.
Mandai via quei pensieri che mi riempivano la testa e cercai di addormentarmi.

Pov's Cam
Dividere la stanza con Nash era stata la cosa migliore, almeno non sarei stato da solo e se avessi cercato di ubriacarmi con la vodka che c'era in camera fino a stare male, sapevo che lui mi avrebbe fermato. Quando eravamo molto più amici lui lo faceva sempre, era​ sempre pronto per proteggermi e farmi riflettere; capivo perché Liss si fidasse così tanto di lui.
Liss. Quella ragazza mi aveva letteralmente complicato l'esistenza. La cosa che volevo di più era che si presentasse alla porta per dirmi che mi amava, volevo che mi facesse sentire un pò meno coglione del solito ma ovviamente non venne a bussare alla porta.
Gli unici pensieri che si raggiravano nella mia testa vuota riguardavano lei, ogni ferita che avevo sia sul viso che sulle mani faceva più male al pensiero che quello che avevo fatto lo avevo fatto solo ed esclusivamente per lei.
Mi chiedevo perché facesse così male, perché quando fai qualche sciocchezza nei confronti della persona che ami non puoi più tornare indietro, perché lei non mi volesse più. Per quanto mi sforzassi le risposte erano sempre le stesse e ovviamente non bastavano a farle capire che lei era l'unica che volevo vedere al mattino e l'unica che volevo baciare prima di andare a dormire.
Le ho fatto del male e quando lei ha deciso di non tornare da me mi sono fatto del male da solo, ma ero dell'idea che a tutti va data una seconda possibilità.
Io meritavo una seconda possibilità. La meritavo davvero. Lei però non voleva darmela e io avrei lottato fino a quando non l'avrei avuta, in caso contrario, fino a quando non mi avrebbe detto di sparire dalla sua vita, ma per davvero.
Solo in quel caso non mi sarei più fatto vedere perché la sua felicità per me voleva dire tutto.
-Alza il culo dal letto e preparati, gli altri ci stanno aspettando- mi avvisò Nash.

Pov's Lissa
Un rumore improvviso mi fece sobbalzare e aprii gli occhi di scatto.
Il rumore era dato dal fatto che Shawn aveva fatto cadere inavvertitamente il mio beauty e tutti i prodotti si erano versati sul pavimento.
-Ma che cazzo hai fatto?- chiesi con la voce ancora impastata dal sonno.
-Non l'ho proprio visto, scusa se ti ho svegliata- mi rispose.
Ci abbassammo entrambi per asciugare la crema fuoriuscita dal barattolo e mentre prese in mano il fazzoletto notai che aveva medicato le ferite che aveva sulle mani e mi sorse il dubbio di come se li fosse procurati.
-Che è successo alle tue mani?- chiesi nella maniera più dolce e calma possibile.
Mi guardò come per farmi capire che non poteva dirmelo, ma il problema era proprio quello: io volevo capire!
-Niente di che, sono molto distratto amore- e mi diede un bacio dolce ma velocissimo sulle labbra lasciandomi sola con i miei dubbi e le mie insicurezze che crescevano ogni minuto sempre di più.
Indossai una felpa nera con le maniche lunghissime e i pantaloncini, c'era un clima strano lì a New York e ci saremmo dovuti adattare al più presto.

Niente di più ||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora