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Ero ancora stretta tra le sue braccia e le mie lacrime gli avevano ormai bagnato completamente la maglietta.
Aveva la faccia piena di sangue e si preoccupava per me. Ma perché lo faceva?

Le voci dei nostri amici si facevano sempre più vicine e così quando la porticina si aprí notai le loro facce sconvolte.

-che cazzo è successo?-  chiese Taylor

-Era qui.-  affermó Cam facendo loro un gesto e loro capirono benissimo chi fosse; o almeno così mi sembrava.

-prendi la mia macchina e portala via di qui-  disse Nash parlando sottovoce.

Cameron mi prese in braccio a mo di sposa e mi posò sui sedili neri in pelle della nuovissima macchina. Il viaggio durò circa un quarto d'ora e fu molto silenzioso. Nessuno dei due parlava. Potevo solo sentire il respiro di Cam farsi sempre più veloce.
Ci fermammo davanti ad una grossa villa che era sicuramente casa sua. Lui mi prese in braccio di nuovo e mi portò dentro.

-Devo medicarti- affermó

Ma io stavo bene, avevo solo un taglio sul labbro e uno sulla guancia. E la cosa che mai avrei voluto era un grosso livido violaceo sul collo, affermai guardandomi nel piccolo specchio. Qualche lacrima scese dal mio viso e Cam mi prese per mano e asciugò le mie lacrime.

-Andiamo- 

- OK, ma dopo voglio farmi una doccia Cameron-

Ci sedemmo sulle due sedie della sua camera e iniziò a disinfettarmi il labbro con l'acqua ossigenata che bruciava tantissimo.
Subito dopo presi io un batuffolo di cotone e iniziai a togliergli il sangue dagli innumerevoli tagli.

- ahii- gridò lui

-scusa non volevo-  mi scusai immediatamente.

Non riuscivo ad arrivare all'altra tempia, così mi sporsi in avanti e per un attimo siamo stati così vicini che le nostre labbra si toccavano quasi e fu a quel punto che mi prese dalle cosce e mi fece sedere sulle sue gambe.

Con lui accanto era tutto più semplice, ma nello stesso tempo anche complicato e a volte impossibile.
Sapeva farmi sentire come nessuno mi aveva mai fatta sentire.

- come sai che quel ragazzo era Jake?-  domandai incuriosita

Ma non mi ripose, si sentiva solo il suo e io mio respiro che vagavano nell'aria.

- perché non mi hai detto di ricordati di lui?-  continuavo a fare domande, ma da lui nessuna risposta.

- perché non mi rispondi? Ti ho fatto una fottuta domanda-  ripetevo continuamente

-puoi smetterla di fare domande. Solo per sta sera, solo per sta sera! Ti prego-  disse lui aggredendomi.

So che avevo bisogno di risposte a domande che erano rimaste sospese nel vuoto per anni, ma forse avevo esagerato con le domande.
Avrei dovuto lasciar perdere.
Così uscii dalla camera e scendendo le scale mi avviai verso il soggiorno. Una volta arrivata mi sedetti sul grosso divento in pelle, mi portai le ginocchia al petto e stringendo le ginocchia sempre più vicine al petto mi raggiunse l'idea che Cam sarebbe andato via e mi avrebbe lasciata come era già successo in passato.

Stava scendendo le scale e quando ebbi la conferma che era seduto sul divano,  mo girai  il suo viso.

-Tu non te ne andrai e non mi lascerai da sola. Non lo farai Cam, non mi abbandonerai vero?-  dissi ad alta voce cercando più che altro di convincere per prima cosa me stessa.

- non lo farò, lo prometto-  rispose, stringendomi in un forte abbraccio che mi fece subito calmare.

Ed era così che passammo la serata, abbracciati. Come i vecchi tempi.
Ero davvero felice di averlo ritrovato, avevo colmato un altro vuoto in me, e questo mi rendeva più tranquilla. Sapere che ci sarebbe stato mi faceva star bene.

                                ***

Aprii gli occhi e ovviamente non ero in camera mia, ma ero praticamente stesa su Cam. Diventai tutta rossa e per l'imbarazzo scesi subito dal suo corpo. Era tardissimo e dovevo assolutamente andare a scuola, avevo perso fin troppe lezioni e non avrei superato l'anno di questo passo.

Assonnata presi la borsa e il telefono e uscii dalla grande porta. Lungo la strada misi le cuffiette e sulle profonde parole di" born to die" arrivai velocemente al cancello grigio.

In lontananza vidi i miei amici e li corsi subito in contro. Ero contenta di avere qualcuno che mi capisse, perché a tutti piace essere compresi dagli altri.gg
Le lezioni passarono velocemente e la campanella suonò 10 minuti prima del solito.

-Andiamo a casa mia, ho qualche birra e possiamo ordinare le pizze-  dice Taylor con il suo solito entusiasmo

-OK Tay-  rispondemmo in coro.

Ma prima dovevo sbrigare una cosa. Dovevo chiamare mia madre, l'altro giorno mi ha telefonato ma ho chiuso il telefono e avevo intenzione di sapere se si ricordava di avere una figlia.
Questa era​ la cosa che mi faceva stare più male di tutte perché una mamma normale avrebbe chiamato 50 mila volte la propria figlia. Ma lei no; se n'è fregata pensando solo a loro due.

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Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare. Spero vi piaccia❤

Niente di più ||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora