Arrivarono sotto sera, entrati in casa depositarono le circa mille borse delle spesa e andarono in sala chiamando con loro anche i genitori. Greg si presentò come il cugino di Sara e fu accolto con il solito calore. Airin si accorse subito della natura del cugino.
"Greg tu sei un protettore vero?"
"Si signora, è un onore conoscere la più famosa alta guardiana della storia ed anche l'erede al trono dei demoni. Voi siete leggenda!"
"Non esageriamo, solo perché mi sono unita ad un demone.... speravo che lo facesse qualcun'altro ma a quanto pare siamo gli unici. E chiamami Airin per favore".
" E a me Robert, non sono più l'erede al trono da secoli ormai. Sono solo un demone innamorato di una guardiana ".
" Come volete, allora voi sapete già cosa sono ma loro no. Marcus, Sara, July, io e altri due, che voi ancora non conoscete, siamo protettori. Noi non siamo portati per la lotta, il nostro compito è proteggere con una barriera magica il nostro schieramento nel caso di una battaglia. Se un demone di basso rango ne viene a contatto evapora quasi istantaneamente. Come è successo oggi".
"Cosa è successo oggi!!". Fece Robert visibilmente alterato.
Greg raccontò l'accaduto nel dettaglio sottolineando il loro obbiettivo. Raccontò anche il dono di July.
" Mio fratello sa di Marcus, non c'è altra spiegazione. July era un modo per ricattarti. Sa che sei ancora gestibile e vuole eliminarti al più presto. O peggio vuole usarti".
"Lo credo anch'io, d'ora in poi dovremo stare in guardia, parlerò al consiglio raccontando l'accaduto. Raccomandero' loro la massima segretezza, nessun altro deve sapere per ora del prescelto. Chiederò anche che vengano messe delle sentinelle invisibili intorno alla casa ed alcune che vi seguano durante gli spostamenti".
" Grazie Greg, lo apprezzo molto. Porta i miei ringraziamenti al consiglio, non vedo nessuno di loro da quando ho lasciato".
Airin era preoccupata ed anche Robert, dovevano proteggere i loro figli a tutti i costi.
July si fece avanti e rivolgendosi alla madre chiese: "mamma, questo mio dono... sai cos'è?"
"Vieni qui da me tesoro, ho qualche sospetto. Rimani ferma mentre guardo dentro di te".
Le appoggiò le mani sulle guance e chiuse gli occhi, i suoi capelli fluttuarono leggermente nell'aria creando una specie di aureola dorata. Tutti la guardarono meravigliati.
Airin si staccò dopo alcuni minuti con un sorriso lucente.
" July amore mio, tu sei la custode della luce azzurra. È meraviglioso! Sapevo che eri speciale!".
Lei guardò la madre non capendo "mamma mi spieghi cosa vuol dire?".
" Certo, tu hai il dono della cura e della forza. In pratica puoi curare e rendere più forti chi ti circonda. È un dono raro. Pochissimi guardiani l'hanno avuto. Ma in te è potente, nessuno lo ha mai avuto così".
July rimase pensierosa, non poteva avere le ali e si era rassegnata ad avere doni minori, ora invece aveva qualcosa di raro. Poteva salvare le persone intorno a lei come... Greg nel pomeriggio.
"Anche io posso rendermi utile allora, mamma ti prometto che metterò tutta me stessa negli allenamenti, non vedo l'ora!"
Airin l'abbraccio' orgogliosa, sapeva che July si sarebbe impegnata al massimo e il suo dono era fatto apposta per lei. Avrebbe protetto le persone che amava.
"Bene - fece Greg alzandosi - io devo andare a riferire. È stato un piacere conoscervi e da quello che ho capito vi allenerete tutti. Non posso che essere d'accordo. Domani vi saprò dire cosa deciderà il consiglio. Buonasera a tutti".
" Aspetta, ti accompagno alla macchina!" July scattò in piedi uscendo con lui dalla sala. Airin la osservò un istante per poi portarsi una mano davanti alla bocca. Guardò Marcus che le rispose con un sorriso eloquente.
"Che avete voi due da ridere?" Si intromise il padre.
"Nulla amore, ci siamo scambiati una battuta. Ora vado a preparare la cena. Voi andate a farvi una doccia, vi chiamo appena sarà pronto".
" ti do una mano a preparare Airin? Mi farebbe piacere". Le chiese Sara, voleva ricambiare in qualche modo ma Airin fece cenno di no. Capiva che il figlio non vedeva l'ora di stare un po' con lei.
"Oggi no cara, da domani invece mi farebbe comodo un aiuto visto che saremo tutti impegnati. Ora andate, su!".
Marcus non se lo fece ripetere e trascinò di peso Sara al piano superiore. Robert andò nel suo ufficio, doveva contattare qualcuno a lui fedele per sapere cosa stava tramando il fratello.
Fuori intanto Greg e July stavano camminando lentamente lungo il vialetto che portava alla macchina. Nessuno dei due parlava. Fu Greg ad interrompere quel silenzio imbarazzante.
" July riguardo a quello che ti ho detto oggi...."
Lei gli si parò davanti e gli mise un dito sulle labbra.
"Greg... so cosa hai nel cuore, in un certo senso l'ho sempre saputo. Mia madre mi ha dato una parte del suo dono. Io non so quello che provo ma sicuramente è più di una semplice amicizia. Io tengo molto a te. Ultimamente mi sento molto confusa e sto mettendo ordine nei miei sentimenti. Ti chiedo di avere pazienza. Non so se arriverò a provare quello che senti tu. Lasciamo che sia il tempo a decidere. Sappi che per me sei molto importante".
Si alzò sulle punte dei piedi e gli diede un dolce bacio sulla guancia. Greg era felicissimo. Forse lei non sarebbe riuscita ad amarlo ma il solo fatto che per lei fosse importante era abbastanza. Ma sperò comunque che un giorno...
" Grazie July, tu sei .... beh lo sai cosa sei per me. Se un giorno capirai di provare la stessa cosa io sarò li ad aspettarti. Sempre".
Si guardarono a lungo poi si salutarono. July lo guardò allontanarsi e sentì una fitta allo stomaco, ora avrebbe voluto andare con lui. Rientrò in casa con mille dubbi nel cuore e non si accorse della madre che la osservava dalla cucina compiaciuta.
Giunti di sopra Marcus tirò a se Sara sollevandola di peso, lei si aggrappò e finalmente poterono baciarsi. Lui la portò in braccio in camera sua che era poco più avanti di quella di Sara. Aveva un'idea in testa e senza staccare le sue labbra dalle sue entrarono e con non poca difficoltà chiusero la porta a chiave. Cercò di schermare il più possibile la mente, la mamma era sempre in agguato, e si diresse con lei nel suo bagno. Era molto più grande di quello di lei con una grande doccia. Si spogliarono senza mai staccarsi ed entrarono in doccia. Restarono sotto la doccia a lungo, lui percorse ogni centimetro del suo corpo imperlato d'acqua con i suoi baci facendola letteralmente impazzire. Affondò il viso nel suo basso ventre baciandola dolcemente, Sara sentì l'eccitazione esplodere e lo tirò in piedi aggrappandosi a lui con le gambe. Sentì i loro sessi sfregarsi fra di loro in preda all'eccitazione e si unì a lui. Fecero l'amore sotto l'acqua tenendosi stretti e godendo dell'unione fisica e mentale. Si sentivano uniti in tutto, erano un unico essere che insieme respirava, pensava e godeva.
Riuscirono a staccarsi dopo una buona mezz'ora, non erano ancora del tutto appagati ma un barlume di coscienza era riuscito a farsi strada nelle loro menti annebbiate dal desiderio facendogli ricordare che di li a poco avrebbero dovuto scendere. Si ripromisero di riprendere la notte quando niente e nessuno avrebbe potuto interromperli. Sara lo salutò con un bacio e sgattaiolo' in camera sua.
Marcus rimase immobile per parecchi minuti a fissare la sua porta, quello non era amore, era qualcosa di talmente profondo che quasi lo spaventava.
Si riscosse e andò a rivestirsi cercando di calmarsi per far rientrare quei maledetti canini che non facevano altro che uscire non appena lei lo sfiorava. Però a lei piacevano così tanto....
Più tardi si ritrovarono per cenare, parlarono e scherzarono per tutto il tempo raccontando di come July aveva svaligiato il centro città. Quando ebbero finito sparecchiarono tutti insieme e si diedero la buona notte. Appuntamento a domani mattina alle 6 per iniziare l'addestramento.
All'interno di una baracca fuori città Lucius stava imprecando contro quei due idioti che si erano lasciati sfuggire la ragazza. Ora sarebbe stato maledettamente più difficile rapirla. Doveva farlo di persona, non poteva più fidarsi di quella feccia che lo serviva. Ringhio' contro uno di loro il quale si precipitò davanti a lui in ginocchio.
"Tu, vai alla casa del traditore e avvisami quando la ragazzina bionda esce. Non farti vedere e percepire per nessun motivo. Fai una mossa sbagliata e ti riduco in cenere!"
"Si signore".
Il demone era esile rispetto a tutti gli altri ma aveva un'intelligenza leggermente sopra la media rispetto alla feccia che lo circondava. Poteva fidarsi. Appena quel bocconcino fosse rimasta sola l'avrebbe rapita. Prima di portarla dal suo sovrano però si sarebbe divertito un po' con lei. Non vedeva l'ora. Per ingannare l'attesa si fece portare le due ragazze che aveva raccattato in un infimo bar li vicino. Erano completamente incapaci di comprendere cosa stesse accadendo tanto erano in preda alle allucinazioni dovute alla droga che avevano assunto.
Per ora doveva accontentarsi di quelle due, strappò loro i vestiti e cominciò a possederle con violenza pensando alla ragazzina che da li a poco avrebbe avuto fra le mani.
Marcus fissava il soffitto disteso sul letto, pensava a tante cose. A Sara prima di tutto poi a cosa sarebbe diventato, alla possibile guerra, a July e Greg, ai genitori e a quel suo zio che era il sovrano degli inferi e che a quanto pare stava per far scoppiare una guerra e che voleva eliminarlo. La sua vita in pochi giorni era stata rovesciata più volte. Passò due ore immerso in questi pensieri quando si sentì chiamare nella mente da una voce familiare:" Marcus.... mi senti?".
"Sara? Ma come fai a parlarmi?"
"Ho provato a concentrarmi sul nostro legame e ho sentito i tuoi pensieri. A quanto pare ora siamo legati telepaticamente."
"Sei incredibile. C'è ancora July li con te? Vi ho sentito ridere prima."
"No se ne è andata a dormire. Tu hai finito di pensare a tutte quelle brutte cose?"
"Si scusa, in pochi giorni la mia vita è cambiata del tutto e devo ancora abituarmici"
"Senti.... perché non vieni qui da me... forse riesco a non farti pensare a tutto questo casino.... e..."
"Chiudi la porta, spegni la luce e aspettami".
Sara fece subito quello che le aveva chiesto e rimase in piedi in mezzo alla stanza con addosso solo un bellissimo baby doll nero trasparente che July le aveva comprato nel pomeriggio. Sentì un leggero battito d'ali provenire dalla porta finestra e girandosi vide una sagoma nera con due enormi ali posarsi sul suo balcone. Era avvolto dall'oscurità della notte, l'unica cosa che spiccava erano due lapislazzuli blu scuro con in mezzo una brace ardente. Quell'essere alzò una mano e la porta finestra si aprì al suo comando. Aveva le ali completamente distese e occupavano tutto il balcone sporgendo di molto oltre di esso. Lei fu attirata verso di lui, una forza incredibile la stava trascinando senza possibilità di fuga all'interno di quelle ali nere e bianche. Arrivato al suo cospetto lo fissò estasiata, era completamente nudo, la sua pelle emanava un profumo di muschio selvatico. Inconsciamente si tolse quell'inutile vestito che a malapena la copriva facendolo scivolare a terra.
Marcus la vide spogliarsi davanti ai suoi occhi, aveva fatto un'entrata ad effetto per colpirla ma ora era lui quello paralizzato. La luna illuminava le sue forme e faceva risaltare quelle sfumature rosse nei suoi occhi neri. Sentì uscire i canini dalla bocca e notando la sua espressione eccitata nel vederli non resistette più. Era eccitato in modo quasi doloroso e quando lei si strinse a lui non capì più nulla. La strinse a se e con pochi battiti d'ali furono alti nel cielo lontano da tutto e tutti. Si unirono come sempre sia fisicamente che mentalmente gemendo di piacere uno nella mente dell'altro. Questo permise loro di sentire come fosse suo l'orgasmo dell'altro. Volarono e fecero l'amore a lungo mai sazi di tanto piacere.
Tornarono sul balcone a notte fonda andandosi a coricare insieme, si addormentarono abbracciati senza parlarsi, ormai non c'era più bisogno di inutili parole. Loro si sentivano.
Airin nel suo letto, nonostante loro due si fossero schermati e nonostante non volesse farlo, sentì tutto quell'amore circondarla di un caldo abbraccio. Si avvicinò al marito stringendolo, con una dolce lacrima di gioia sul volto.
Il mattino seguente si ritrovarono tutti in cucina alle sei, fecero una leggera e veloce colazione e si divisero. Marcus con il padre nel sotterraneo e le ragazze con Airin nella grande palestra semi nascosta dalle piante dietro casa.
Nessuno era mai entrato in quella vecchia struttura, Airin aveva proibito ai figli di entrarci passandola per pericolosa. Al di fuori sembrava effettivamente fatiscente, poco più grande della palestra della scuola si inoltrava nell'enorme giardino, i muri erano scrostati e dal tetto scendevano fino a terra lunghe e folte edere verdi.
Sara e July seguirono la madre attraverso una piccola porta che stranamente si aprì senza emettere il minimo cigolio. Dentro era buio pesto e quando Airin alzò l'interruttore generale delle luci rimasero abbagliate. Appena riuscirono ad adattarsi alla luce rimasero a bocca aperta. Dentro sembrava nuova di zecca, a terra il pavimento era in granito tirato a lucido, le pareti erano bianchissime e una di esse era ricoperta di ogni sorta di arma, da semplici pugnali a lunghe spade a due mani. Vi erano anche enormi manichini in legno e numerosi sacchi da boxe ordinatamente accatastati in un angolo.
Airin allargò le braccia sorridente ed esclamò contenta: "tesori miei benvenute nel mio mondo di qualche secolo fa!"
July riuscì a recuperare la parola e con aria offesa le disse:"ci hai preso in giro per tutti questi anni, ma perché? "
"Non volevo che i miei figli conoscessero questa parte della mia vita, sapevo che il giorno in cui sareste entrati qui tutto sarebbe cambiato e che avreste saputo la verità sulle vostre origini. Io volevo per voi una vita piena di gioia e amore, speravo non doveste mai combattere. Mi dispiace!"
July e Sara si guardarono capendosi al volo ed andarono ad abbracciarla. Sara capiva perfettamente, anche lei aveva sempre desiderato una vita diversa da quella a cui l'avevano indirizzata.
"Airin, io ti conosco da pochissimo ma posso dirti con certezza che ne July ne Marcus ti rimproverano qualcosa, ho potuto sentire con quanto amore li hai cresciuti e loro ti amano tantissimo. Non è colpa di nessuno per questa situazione"
"Sara ha ragione mamma, non devi dispiacerti. È il nostro destino quindi dobbiamo prepararci al meglio per affrontarlo".
Lei le guardò con ammirazione e le strinse a se.
" Vi voglio bene figlie mie!" Disse guardandole entrambe facendo capire con lo sguardo a Sara che lei, d'ora in poi, sarebbe stata tale.
"Ora basta chiacchiere, là in fondo ci sono gli spogliatoi, troverete nei vostri armadietti delle tute. Indossatele e tornate qui. Avete 5 minuti da ora!".
Entrambe scattarono in quella direzione entrando in uno spogliatoio grandissimo con numerose doccie ed un'enorme vasca in muratura piena d'acqua fumante. Notarono i loro nomi su due armadietti e aprendoli trovarono due tute bianche. Si chiesero quando la madre avesse trovato il tempo di preparare tutto ma poi riflettendoci lasciarono perdere, in fondo si trattava di Airin la guardiana.
Le tute erano della taglia esatta in tessuto elasticizzato ed aderivano ai loro corpi in modo perfetto. Erano leggermente imbottite sugli avambracci lo stomaco e sugli stinchi ma non limitavano assolutamente i movimenti. Indossarono anche le scarpe da ginnastica e scapparono in palestra dove videro la madre in tutto il suo splendore. Indossava la sua uniforme, era tutta bianca con alcuni intarsi color oro, non era completamente elasticizzata come la loro ma vestiva comoda e si intuiva che era stata studiata per il combattimento. I pantaloni affondavano in due stivali bianchi e argento alti fino al ginocchio e completava il tutto un lungo mantello bianco con le bordature in oro. I capelli erano raccolti in una lunga coda, era una guerriera terribile e magnifica.
July mise le mani sui fianchi e con aria imbronciata le disse: "la voglio anch'io la divisa da super woman!!"
Risero per 5 minuti buoni fino alle lacrime.
Appena si ripresero Airin si fece seria.
"Bene ora cominciamo, oggi mi servirà per capire da dove iniziare, tu July comincerai con il padroneggiare il tuo nuovo dono mentre tu Sara lotterai con me così che mi renda conto quali siano le tue lacune. July, mettiti seduta la in fondo, chiudi gli occhi e concentrati su te stessa, cerca di ricordare da dove è scaturito il tuo potere e prova a cercare di farlo uscire. Sara, cominciamo con il corpo a corpo, vieni".
Così cominciarono, July si sedette a gambe incrociate e chiudendo gli occhi provò a cercare dentro di se quel calore che aveva sentito ieri, ricordò Greg ferito e si sentì mancare ma cercò di deviare il pensiero verso quello che aveva sentito. Lentamente cominciò a provare un piccolo calore dall'interno del petto e provò a conoscerlo e a farlo crescere.
Intanto in mezzo alle palestra le altre due si stavano scambiando dei colpi di riscaldamento, Sara non voleva sfigurare ma ogni volta che provava a colpirla non affondava il colpo per non farle male anche se Airin non sembrava nemmeno muoversi mentre parava.
" Sara vuoi fare sul serio? Ora non stiamo più giocando ed io sono il tuo nemico... io sono il demone che ha cercato di uccidervi quella sera!".
Bastarono quelle parole a svegliarla, si ricordò di lei in balia dei demoni e di Marcus a terra mentre lottava. Resetto' la mente e cominciò a lottare sul serio mettendo in pratica tutti gli anni di duro allenamento. Aumentò la velocità al massimo attaccandola da tutti i lati ma Airin schivava senza nessuno sforzo. Sara scattava ad una velocità incredibile cercando di sorprenderla anche con delle finte ma lei sembrava sapere sempre cosa voleva fare. Infine, dopo 15 minuti intensi si fermò per rifiatare, abbassò leggermente le braccia che erano diventate pesanti e proprio in quel momento Airin sparì da davanti i suoi occhi per ricomparire istantaneamente dietro di lei. Le diede un potentissimo calcio nella schiena facendola volare per tutta la lunghezza della palestra. Sara andò a sbattere contro la pila di sacchi da boxe rimanendo senza fiato. Poco dopo si rialzò sentendo la clavicola rimettersi in sede da sola.
"Non devi distrarti!! Anche se sei a pezzi non devi mai abbassare la guardia!".
Airin lo disse urlando nella speranza che ne capisse l'importanza. Lei era veramente forte ma aveva ricevuto solo un'istruzione sommaria. Ma che combinavano al centro addestramento? Sara era molto più forte di così, lo si intuiva facilmente. La sua velocità era fenomenale ma poteva essere ben maggiore inoltre riusciva a percepire in anticipo i movimenti dell'avversario. Ma c'era qualcosa in lei di familiare, doveva spronarla a dare di più.
"Sara puoi fare molto meglio, lo so. Datti una svegliata e vedi di impegnati per davvero. Sei la compagna di Marcus e non puoi essere un peso per lui!!!" Ci era andata pesante con le parole ma voleva vedere se riusciva a far uscire tutto il potenziale.
Sara a quelle parole sentì sparire la fatica e la sua forza aumentare, lei non sarebbe mai stata un peso ma la sua compagna. Airin vide i suoi occhi diventare totalmente neri e riflessi rosso fuoco cominciarono a danzare all'interno di essi. Bene, pensò, forse ho toccato i tasti giusti. Sara partì all'attacco ad una velocità doppia rispetto a prima, attaccava con una determinazione ed una precisione impressionante e più passava il tempo più diventava veloce. Airin cominciò ad impegnarsi seriamente cominciando anche a sudare leggermente. Aveva visto giusto, lei era molto di più. Ora non si difendeva soltanto, attaccava anche lei per testare le sue difese. Imparava a velocità impressionante e continuava ad aumentare la velocità. Continuarono per parecchi minuti fino a quando si bloccarono entrambe. Tutte e due avevano i loro pugni ad un centimetro dal volto una dell'altra. Airin però non l'aveva vista arrivare, era sparita per un attimo ed era ricomparsa davanti a lei sorprendendola.
Si fissarono, Sara non aveva il fiatone ed era una maschera di concentrazione, i suoi occhi due pozzi completamente neri in cui danzavano fiamme rosse di determinazione.
"Io sono la sua compagna, non sarò mai un peso per lui. Io sono la sua arma!"
"Si, voi siete un'unica cosa, insieme sarete invincibili!"
Si ritirarono e Airin le mise la mano sulla guancia accarezzandola, poi un ricordo le perforò la mente. Sgrano' gli occhi mentre da quel contatto le arrivò una visione che la lasciò impietrita.
"Michelle!".
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Il primo angelo demone: il prescelto
FantasyIl destino del mondo ricade su un unico essere, primo della sua razza. Ma cosa succederà se il suo potere andrà fuori controllo? Primo libro della trilogia.