"Non smetterò mai di amare i pianoforti."
Bradley era sdraiato sul suo letto a maneggiare un cubo rubik, mentre Noah sfiorava i tasti dello strumento nella sua stanza.
Le piaceva immaginare quante volte Bradley lo aveva suonato, e non poteva immaginare che era lì che piangeva ogni notte.
"Ho un'idea." Bradley lasciò sconfitto il cubo sul letto e si mise a sedere, ascoltando.
"Ora andiamo in cucina. Prendiamo il gelato. Lo uniamo a qualsiasi cosa troviamo in giro. E poi lo mangiamo."
Lui scoppiò a ridere, sorpreso da quell'idea assurda.
"Che?"
"Lo ho visto in un film. Andiamo, Simpson, è nella mia lista delle cose da fare prima di andare all'aldilà, e pretendo di farlo."
Lui rise, nonostante ciò che aveva detto fosse un po' agghiacciante. "Ci sto, allora."
Lei sorrise raggiante e si precipitò di sotto, seguito da un Bradley piegato in due."Bene, allora." Noah si tirò su le maniche della maglietta bianca a maniche lunghe e si mise dietro al bancone. "Iniziamo, pivello."
Aprì il frigo e prese ben tre gusti di gelato di versi. Li mise in una ciotola, sotto lo sguardo sbalordito di Brad.
"Che c'è?"
"Non lo finirai mai" la accusò.
"Se lo pensi non mi conosci come dovresti, bamboccio."
Lui rise a quell'appellativo, e la guardò lavorare senza fare domande.
Gli scappò un sorriso quando la vide armeggiare con il burro d'arachidi ed imprecare quando non riusciva a prendere abbastanza nutella.
Era disgustoso ciò che stava venendo fuori, ma era bellissimo vederla divertirsi in quel modo.
Versò cereali, biscotti, frutti di bosco, zuccherini e quant'altro sul gelato, finché mancò solo un tocco finale, a quanto diceva.
"Okay" disse. "Manca solo il mio ingrediente segreto."
"Ovvero?"
"Il cacao in polvere!"
Lui fece una smorfia. "Che schifo, Noah!"
"Fidati, sarà la cosa migliore che tu abbia mai mangiato. Ora vieni con me e mi aiuti."
Bradley si alzò e il suo sopracciglio fece lo stesso. "Sei sicura di volerlo?"
"Certo, idiota. Ecco, l'ho preso..."
La ragazza non fece in tempo ad afferrarlo che il ragazzo glielo prese dalle mani, per poi lanciargliene una manciata addosso. Lei urlò. "Brad!"
Lui rise, ma appena Noah si vendicò, si bloccò. "Vuoi la guerra, Evans?"
Lei ridusse gli occhi a due fessure. "Certo, Simpson."Passarono i successivi cinque minuti a cospargersi a vicenda di cacao finché Noah, con la vita circondata dalle braccia di Brad e il viso quasi marrone, non chiese la tregua. Entrambi si piegarono i due dalle risate, e poi Noah si appoggiò al bancone stremata. Osservò il casino che avevano fatto, e rise di più.
"Credo che abbiamo esagerato un po'."
Bradley fece per aprire bocca, ma una voce lo interruppe.
"Lo credo anche io, ma se pulite, non credo ci siano problemi."
La ragazza si voltò di scatto, e rimase pietrificata.
"Oh, ehm, salve"
Di fronte a lei c'era un uomo in giacca e cravatta, con una valigia in mano. Aveva degli occhi inconfondibili, nonostante i suoi capelli del tutto diversi da quelli di Bradley. Era il signor Simpson.
"Tu sei Noah, giusto? Ho sentito molto parlare di te."
Lei era nervosa, non si aspettava quel confronto.
"Sì, sono io. Piacere. Mi scusi per le mie condizioni pietose."
Lui le strinse la mano, e scoppiò a ridere.
"Tranquilla. Anche a mia moglie piaceva impiastricciarsi in questo modo."
Nell'istante in cui Noah arrossì violentemente, Bradley si mise in mezzo.
"Ciao, papà. Dove vai?""Sto partendo per New York, vado a controllare uno dei teatri. Torno domattina" disse. "Noah, tu suoni il pianoforte, giusto?"
Lei annuì.
"Ho saputo della malattia, e mi dispiace. Speravo tanto di poterti incontrare prima che accadesse l'inevitabile"
Noah ripeté il gesto precedente ed abbassò gli occhi. Bradley fulminò suo padre con lo sguardo.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?" si affrettò a dire l'uomo. "Non era mia intenzione, mi dispiace"
Noah gli rivolse un piccolo sorriso per tranquillizzarlo, perché sembrava davvero mortificato.
"Si figuri, non importa. Sto imparando ad accettarlo."
Senza preavviso lui lasciò la valigia e la abbracciò. Lei si sorprese di quel contatto così diretto, quasi smise di respirare.
"Ti sono grato per aver reso mio figlio felice." Disse, e poi la lasciò andare.
"Papà..." iniziò Brad, ma lui non lo fece continuare.
"Bradley, è la verità." Si girò verso Noah. "Mi dispiace per il destino che ti è capitato."
Non credo nel destino, avrebbe voluto rispondere, ma non lo fece. Qualcosa glielo impedì.
"Grazie"
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Red | Bradley Simpson
FanfictionPremetto che questa storia NON è mia, è stata scritta su efp da @jamesguitar nel 2014, non ho contattato la scrittrice per chiederle il permesso di pubblicarla qui perché non so come farlo, in ogni caso i diritti sono tutti i suoi e io ho voluto sem...