Quella notte accadde tutto in fretta. Troppo in fretta.
Noah si svegliò tossendo, non riusciva a respirare. Anche quando provò ad alzarsi, scoprì di non avere le forze.
Andò avanti per secondi interminabili, finché Dorothea e Paul non entrarono spaventati tra la stanza ed accesero la luce. La trovarono a starnutire sangue.
Paul la prese in braccio velocemente e corsero all'ospedale, mentre Dorothea avvertiva Bradley tramite il telefono della figlia.
Era tutto così improvviso, tutti avevano paura che il tempo fosse terminato, che quello fosse il finale di una stupida storia incompiuta.
Noah finì nel reparto delle emergenze, le attaccarono una bombola dell'ossigeno e aspettarono che stesse meglio. Oltre a darle medicine, non seppero cos'altro fare.Bradley arrivò trafelato dopo una decina di minuti, con il terrore negli occhi, e trovò i signori Evans davanti alla stanza della figlia.
"Cosa..." era sconvolto. "Sta bene?"
"Le stanno facendo delle analisi" Dorothea piangeva sommessamente, appoggiandosi al marito.
Brad era inquieto, non riusciva a stare calmo. Gli balenavano in testa ricordi su ricordi, promesse su promesse, risate su risate.
Ed il senso di colpa arrivò come un'onda, lo travolse senza che potesse fare nulla.
Non avrebbero dovuto fare l'amore qualche giorno prima, non avrebbero dovuto fare tutti quei giri in moto il giorno precedente. Gli si riempirono gli occhi di lacrime.
La nave stava affondando, la tempesta era diventata troppo potente da affrontare. Nonostante la mancanza di paura la malattia stava vincendo, se non l'aveva già fatto.***
Il dottore li raggiunse fuori dalla stanza un paio d'ore dopo, e li trovò distrutti. Occhiaie, occhi rossi di pianto, capelli scompigliati.
Perfino lui aveva un groppo in gola.
"Io..." iniziò. "Non so cosa dire. Mi dispiace, gli esami precedenti non tenevano conto del comportamento che avrebbe tenuto nei giorni successivi alla visita. È evidente che il suo corpo ha subito sforzi che non ha potuto sopportare. Vostra figlia sta per morire. Le mancano al massimo ventiquattr'ore."
Dorothea scoppiò a piangere sulla spalla di Paul, il cui viso fu solcato da lacrime.
Bradley rimase paralizzato ad assimilare le parole dell'uomo.Comportamento dei giorni successivi.
Sforzi.
Morire.
Ventiquattr'ore.Si sentì crollare sulle ginocchia e il mondo attorno a lui svanì. Riuscì solo a vedere il sorriso di Noah seduta su di lui sulla spiaggia di Brighton e il vento tra i suoi capelli, prima di perdere i sensi.
***
Aprì gli occhi dopo quelli che sembravano secondi ma che era stata un'ora buona, secondo ciò che diceva Paul.
Scattò a sedere sconvolto sulle sedie d'ospedale e la sua mente ripensò a tutto. Dentro di sé crollò di nuovo.
"È colpa mia" sussurrò ai due genitori, singhiozzando senza riuscire a fermarsi. "Solo colpa mia."
Dorothea scosse la testa e lo abbracciò forte, piangendo insieme a lui. Continuarono per un po', finché Brad non ricordò una cosa che si era ripromesso di fare.Si alzò di scatto guadando i due adulti. "Mi servono le chiavi di casa vostra, per favore, è importante."
Paul gliele porse e lui non perse tempo. Corse fuori dall'ospedale, verso la sua macchina. E poi attraverso le strade, ad ignorare i clacson che strombazzavano dietro di lui e le persone che lo mandavano a quel paese, pensando solo ad un'unica, singola cosa.
Parcheggiò con furia sotto casa degli Evans e con una fitta al cuore entrò, salì le scale velocemente, fino ad arrivare in camera di Noah.
Si spaventò a vedere le lenzuola piene del sangue che aveva starnutito, e le lacrime caddero sul suo viso immacolato mentre frugava in lungo in largo.
Li trovò.
Gli spartiti erano sepolti sotto un mare di cose nella scrivania, e li afferrò con violenza.Poi uscì di casa e rifece tutta la strada al contrario, sempre ignorando i limiti di velocità e correndo come se potesse servire a salvarla. Ma non poteva. Non aveva mai potuto.
Quando raggiunse il piano di ospedale di Noah, i genitori lo guardarono comprensivi.
"Si è svegliata" disse Paul. "Andiamo a parlarle un po' noi, okay?"
Lui annuì.
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Red | Bradley Simpson
FanfictionPremetto che questa storia NON è mia, è stata scritta su efp da @jamesguitar nel 2014, non ho contattato la scrittrice per chiederle il permesso di pubblicarla qui perché non so come farlo, in ogni caso i diritti sono tutti i suoi e io ho voluto sem...