Noah era sdraiata sul letto, il viso rivolto verso l'alto, e un sorriso da ebete stampato in faccia. Le mani incrociate sulla sua pancia tenevano strette il cellulare, in attesa della chiamata che Brad aveva promesso.
Da quando si erano baciati, due giorni prima, andava tutto bene. Lei stava provando a vivere per davvero, e lui la aiutava fingendo di non sapere che sarebbe morta da un momento all'altro.
I suoi genitori non riuscivano davvero a spiegarsi la fonte del suo comportamento, perché da un giorno all'altro avesse smesso di essere pessimista. Noah non aveva intenzione di raccontare nulla, perché l'amore suo e di Bradley era puro, innocente, troppo bello per essere conosciuto da loro.Il telefono squillò, e Noah non esitò un secondo a rispondere.
"Ciao" esclamò, con forse più entusiasmo del necessario.
"Hey" le rispose la voce calda del ragazzo, accompagnata da una piccola risata. "Come ti senti?"
"Bene. Possiamo vederci?"
La fretta di Noah fece sorridere il ragazzo, che acconsentì.
"D'accordo." Disse. "Vieni al teatro? Voglio suonare un po'"
"Okay, arrivo subito."Noah attaccò il telefono e, con un po' di fatica, si alzò dal letto.
Si sistemò davanti allo specchio, desiderosa di mostrarsi a Brad meglio che poteva. Afferrò il libro che le aveva prestato, l'ultima canzone, e che però non gli aveva restituito.
Poi la ragazza si affrettò a scendere le scale e, ignorando le lamentele della madre per la sua velocità eccessiva, uscì. Camminò di fretta, incurante dei muscoli doloranti e del freddo pungente che le sferzava il viso.
Il suo piumino verde non la copriva un granché, ma cercò di accontentarsi.Salì sul primo autobus che passò, sedendosi ancora una volta nel posto degli invalidi.
Guardò le macchine che sfrecciavano fuori dal finestrino del mezzo londinese, a tutta velocità. E guardò la gente che camminava senza sosta, una parte arrabbiata o triste, e l'altra più felice che mai.
Noah si soffermò a fissare ognuno di loro, pensando che tutti avevano un'infanzia, una storia. E provò ad immaginare che fuori da quel mezzo, a camminare, ci fosse qualcuno esattamente uguale a lei. Provò a immaginare di poter condividere questa malattia con qualcuno. Sembrava già meno doloroso.Scese dall'autobus a due piani dopo quattro fermate, e riprese a camminare più veloce che poté. Una volta davanti alla porta del teatro, fece un gran respiro, e la spinse con tutte le sue forze. La aprì.
Dentro non c'era nessuno eccetto Brad, seduto allo sgabello del pianoforte sopra al palco, a sfogliare alcuni spartiti. Noah gli si avvicinò di soppiatto, per poi appoggiargli due palmi sugli occhi, e facendosi scappare una risatina.
"Ciao, Noah." Disse Brad, ridendo a sua volta.
La ragazza gli lasciò il volto, e lui si girò, appoggiandole due mani sui fianchi, ed avvicinandola un po' a sé.
"Che stai facendo?" gli chiese lei, con il battito del cuore leggermente accelerato per la loro vicinanza.
"Scrivo."
Il volto di Noah si illuminò, e scompigliò leggermente i ricci di Brad.
"Seriamente? Scrivi canzoni?"
"Certo. E questa in particolare è per te."
"Mi prendi in giro, vero?"
"Assolutamente no."Noah si sentì arrossire, e si allontanò un po' dal ragazzo, appoggiando due gomiti al piano.
"Allora suonala."
" Volentieri, tesoro."
Brad si sistemò sullo sgabello, e a Noah mancò il respiro per qualche secondo al suono del nomignolo.I used to wanna be
Living like there's only me
But now I spend my time
Thinking 'bout a way to get you off my mind
I used to be so tough
Never really gave enough
And then you caught my eye
Giving me the feeling of a lightning strike
Look at me now
I'm falling
Can't even talk, still stuttering
This ground of mine keeps shaking
Oh oh oh now
All I wanna be
All I ever wanna be, yeah, yeah
Is somebody to you
All I wanna be
All I ever wanna be, yeah, yeah
Is somebody to you
Everybody's tryna be a billionaire
But every time I look at you I just don't care
'Cause all I wanna be
All I ever wanna be, yeah, yeah
Is somebody to you
YOU ARE READING
Red | Bradley Simpson
أدب الهواةPremetto che questa storia NON è mia, è stata scritta su efp da @jamesguitar nel 2014, non ho contattato la scrittrice per chiederle il permesso di pubblicarla qui perché non so come farlo, in ogni caso i diritti sono tutti i suoi e io ho voluto sem...