6. Hurt

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Quando Noah si svegliò, era mattina presto. Non capiva perché non stesse dormendo, finché non vide Brad accasciato su di lei, con il mento sulla sua spalla.
Sbuffò intorpidita, e si costrinse a cercare di spostarlo, nonostante amasse i loro corpi a contatto.
Ma non ce la faceva, era troppo pesante.
"Ehi" sussurrò al suo orecchio. "Puoi spostarti?"

In risposta, Brad grugnì, stringendola più forte, e facendole scappare una risatina.
Doveva averla scambiata per un peluche, o qualcosa del genere.
"Cosa ridi?" borbottò, con una voce più rauca del solito per via del sonno.
"Sei carino ad abbracciarmi"
"Sai che lo farei sempre"

Possibile che, pensò Noah, Brad fosse così dolce anche mentre era mezzo addormentato?

I ricordi di quella notte tornarono in mente a Noah, che sorrise. Era stato bello essere consolata da Brad, sentirgli dire quelle cose. Erano le parole più sincere che qualcuno le avesse mai detto.
"Puoi toglierti, comunque?"
"No."
"Dai Brad, ho caldo, ho bisogno di alzarmi"
"E io ho bisogno di te."

Noah alzò gli occhi al cielo, nonostante sentisse le farfalle nello stomaco.
"Dai, levati"
Brad sbuffò, ma rotolò su un fianco, permettendole di alzarsi dal letto. Si appoggiò ad un gomito, guardandola sciogliere i nodi dei capelli con le dita, sistemarsi la maglietta che le aveva prestato e guardare a terra.
"Dovresti alzare lo sguardo, sai?" le disse. "Non ha senso nascondere i tuoi bellissimi occhi"

Lei rise nervosamente, per poi andarsi a sedere sul bordo del letto.
"Dormito bene?" gli chiese.
"Non dormivo così da mesi. Dovresti venire a trovarmi più spesso, sai?"
Noah ride, e gli diede un colpetto sulla spalla.
"Probabilmente i miei genitori staranno morendo d'ansia. Mi avranno cercata ovunque.."
"Non gli è venuto in mente di venire qui?"
Lei non sapeva cosa rispondere. I suoi genitori non sapevano nemmeno che stessero insieme.
"Allora?"
"Brad, i miei non sanno niente dinoi."
Lui non disse niente. Smise di guardarla, si mise supino a guardare il soffitto, con le braccia incrociate.
"Mi dispiace" sussurrò la ragazza. "Non sapevo come spiegarglielo"

"Cosa c'era di difficile?" sbottò Bradley, senza muoversi. "Io l'ho detto a mio padre. Credevo che avresti fatto lo stesso. Che c'è, solo perché non dureremo pensi che non valga la pena che la gente sappia?"
Noah non pensava che avrebbe suscitato pensieri del genere. Certo che valeva la pena. Valeva sempre, con lui.
Si avvicinò, e a lui non fu permesso di scansarsi, perché era già vicinissimo al muro.
"Ehi, non è così. Semplicemente ho paura che non approvino."
"Che non approvino? Ma ti senti?" sbuffò.
"Bradley, io non sono una ragazza normale, okay?" Noah alzò la voce, infastidita da quel suo commento. "I miei pensano sempre che io possa sprecare troppe energie in qualcosa. Una volta a quindici anni ho frequentato un ragazzo, e mi hanno vietato di vederlo per paura che mi facesse fare cose pericolose. Quindi si, mi sento, va bene? Perché conosco questa situazione meglio di te."
La ragazza si era sfogata tutta insieme, non aveva nemmeno preso fiato.
Le lacrime offuscarono la sua vista, e girò il capo, per nascondersi con i capelli alla vista di Brad. Non voleva piangere, non lo voleva mai, eppure lo faceva sempre.
"Non lo sapevo." Mormorò Brad.
"Nessuno doveva saperlo, okay? C'è un motivo per cui non volevo farti conoscere quei due, volevo che noi due restassimo indenni da tutta questa merda, va bene?"
"Guardami."

Noah si voltò, mostrando le lacrime che le rigavano il viso, e Brad le prese il mento fra le mani.
"Amavi quel ragazzo? Sinceramente?" le chiese, sussurrando.
"Io.." la ragazza pensò a quello che avevano passato lei e Caleb, il famoso ragazzo. E no, non lo amava. "Volevo andare contro i miei genitori."
Brad sospirò. "Quello che pensavo. E ami me?"
Le si mozzò il respiro a quella domanda, ma rispose senza esitare. "Sì."
"Allora andrà tutto bene, okay?"
Noah aveva paura. Ne aveva tanta. Ma lui le aveva sempre detto di non averne... e quindi lo ascoltò.
"Okay."

Red | Bradley SimpsonWhere stories live. Discover now