Mi chiamo Tommy Cheny.

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Mi chiamo Tommy Cheny.

Fin da piccolo ho sempre creduto nelle cose più assurde.

Avevo un universo tutto mio. E non come questo mondo di merda classista che giudica chiunque gli capiti per le mani.

Sono nato in una famiglia povera, purtroppo. L'inverno è la stagione peggiore per noi Cheny, ma a riscaldarci è l'amore che c'è nella nostra famiglia: Io, mio padre Ben e mia madre Lory.

Oggi, 9 gennaio, si ricomincia la scuola...che palle!

Non fraintendete eh, a me piace andare a scuola, ma non mi piacciono i miei compagni. Sono sempre pronti a prendermi in giro e sfottermi, è in quei momenti che non vedo l'ora di dimenticare e viaggiare verso quel mondo magico che mi riempe di stupore come nient'altro sa fare!

Dimenticare il mondo che non sa fare altro che discriminarmi per la mia classe sociale, per i sogni in cui mi perdo e per ciò che sono:

diverso!

Mi dirigo verso la cuoca per farmi dare il pranzo. Il cappotto ricavato da dei sacchi di juta che mio padre ha rubato nella stalla in cui pela le patate viene deriso da Jessie e Railey, che mi sfottono da un tavolo lì vicino.

A un certo punto vedo tutta la squadra di football avvicinarsi verso di me:

"Ei faccia di merda come va?"

"Cosa vuoi?" chiedo scocciato a Jack Smith.

"Non so, i soldi del pranzo? ah è vero tu non hai soldi pezzente!"

"Basta Smith!" sussurrai con il cuore in gola.

"Cosa, che hai detto faccia di merda? Magari se smettessi di fare l'idiota con topolino impareresti a parlare!" una risata scimmiesca seguì quella battuta sprezzante e crudele.

"Chiudi quella bocca!" e gli scaricai un pugno in faccia a tal punto da farlo sanguinare.

Ma purtroppo, loro erano in sei...e io in uno.

Cazzotti, Calci, Schiaffi e Testate volarono per più di cinque minuti.

Ero distrutto, le mie gambe erano doloranti e le mie braccia viola dai lividi.

Vedevo tutto sfocato, mi sentivo morire dentro.

In fondo io che avevo fatto?

Essere diverso è un crimine?

Beh in questo mondo si a quanto pare!

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Sono passati due giorni dal pestaggio alla mensa scolastica, le ferite si sono chiuse per fortuna e il dolore è lieve, ma questo è scontato dato che mi hanno imbottito di antibiotici.

"Te la potevi risparmiare"

"Cosa mamma, cosa?!"

"Questa rissa! Sai di non essere un tipo che reagisce, come puoi fare a botte con sei giocatori di football!"

"Vuoi piantarla mamma! Non fai altro che scoraggiarmi, mi hanno riempito di calci e pugni e tutto quello che riesce a farmi è la predica, perché nessuno pensa un attimo a come possa sentirmi io dopo tutto quello che passo!"

"Amore sei tu che vai in giro a parlare di creature magiche o personaggi incantati!"

"Sai una cosa mamma, VATTENE A QUEL PAESE TU E LE TUE PREDICHE!!"

E me ne scappai in camera mia correndo mentre mia madre mi urlava come una pazza e mi inseguiva con una semplice ma affrettata camminata.

Sbattetti la porta con forza e chiusi a chiave.

Mi buttai a letto dopo questa crisi isterica, ma sentii qualcosa sotto di me: era un libro strano e impolverato che non conoscevo e fidatevi: io ne ho letti tanti di libri fino a oggi!

Cominciai a sfogliare la pagine sempre più freneticamente.

Ma qualcosa stava succedendo al mio corpo, lentamente vedevo sfumarmi nell'aria...

Ma lentamente capii che stavo entrando nel libro!

Cominciai a gridare sperando in un aiuto... ma da quella porta non entrò nessuno se non dell'aria fredda.

mi resi conto che ormai non facevo più parte del mondo terreno, ero entrato...

NEL LIBRO.

Binchi's summer contest [4]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora