Nicholas venne svegliato dal rumore delle campagne che richiamavano i fedeli a unirsi nella casa di del Signore. Nicholas non era credente eppure in quel momento si sarebbe riunito volentieri a quelle famiglie vestite di tutto punto per pregare un 'Dio' che pian piano stava prendendo un'identità nella sua testa.
Si alzò e strofinò le mani lungo i pantaloni per togliere la terra che gli si era incollata contro il sudore. Riguardò la casa abbandonata di Echo's Hill e chiuse gli occhi, ci doveva rientrare un'ultima volta, l'ultima volta.Aprì la porta ed entrò nella casa che puzzava di muffa. Si guardò intorno e si morse il labbro.
'L'ipnoterapeuta mi aveva avvertito che non sarebbe stato semplice.", disse a se stesso, 'Eppure non pensavo che sarebbe stato così."Nicholas ripensò a Victoria, della sua ossessione verso di lei, era matto di lei.
Fece scorrere la punta delle dita contro la stoffa del divano dove Victoria ed Edward si erano baciati per la prima volta. Lui l'aveva ingannata, l'aveva sedotta in un momento di debolezza per farla sua. Nicholas fece un respiro profondo e si mise a sedere su quel divano. La casa era rimasta tale e quale anche dopo che Edward era morto all'età di sessanta quattro anni, venti cinque anni prima. Non aveva avuto figli ma solo una moglie con cui aveva condiviso i suoi ultimi vent'anni di vita. Era rimasto vedovo e si era lasciato andare, ormai pieno di malattie e tristezza.Si alzò e si diresse verso il camino dove erano sparpagliate varie cornici in argento con delle foto in bianco e nero. La prima ritraeva il matrimonio di Edward, molto diverso da come compariva nei suoi sogni. Aveva il viso più stanco e rugoso, gli occhi tristi di qualcuno che vive con un dolore interiore che non riesce a mandar via. Eppure sorrideva, un sorriso sforzato e imbarazzato ma, anche con questi difetti, rimaneva davvero un bell'uomo.
La seconda foto era più vecchia della prima, più gialla e pian piano si stava deteriorando nel tempo. Era una foto di famiglia, piena di vita, che se la guardavi intensamente riuscivi a sentire ancora le risate dei ragazzi che ritraeva. Fece scorrere il dito sul volto di ciascuna persona finché il suo cuore non si fermò.
Victoria...
Era vestita di una semplice camicetta bianca e una lunga gonna scura, i capelli raccolti in una crocchia disordinata e un sorriso smagliante le illuminava il volto. Edward e Julian erano in piedi dietro di lei, anche loro due sorridenti. Julian stringeva la mano della ragazza mentre Edward le teneva appoggiata una mano sulla spalla, come se volesse proteggerla.
Riguardò a lungo il volto di Victoria, giovane, puro e innocente. Sorrise a malincuore.
Prese il cellulare e compose un numero che ormai sapeva a memoria."Nicholas, buongiorno, come posso aiutarla?", la voce del l'ipnoterapeuta era abbastanza seccata ma cercava di nasconderlo dietro una finta dolcezza.
"Mi scusi per l'orario", Nicholas si morse il labbro fino a farlo sanguinare, "e per il giorno ma ho un serio bisogno di lei. Non ce la faccio più ad andare avanti, deve finire, la prego."
"Nicholas non può.."
"No, non posso aspettare. Devo farlo adesso."
Ci fu un lungo momento di silenzio e poi l'uomo ricominciò a parlare.
"Tra quaranta minuti sarò nel mio studio, la aspetto.", e riattaccò senza aspettare risposta."Quindi Nicholas", l'uomo sedeva nella poltroncina di pelle nera con le mani incrociate sul grembo, "È pronto per entrare nelle sue paure un'ultima volta?"
"Sono pronto."
Annuì senza aggiungere parola.
"Ora si rilassi. Ripensi a quella brillante luce bianca che le attraversa il corpo mandandolo in uno stato di beatitudine.", la voce dell'uomo era ormai lontana, "andrà tutto bene, Nicholas. Tutto bene."1928
Victoria e Nicholas erano nel giardino di Echo's Hill durante una splendida giornata di primavera, i fiori erano appena sbocciati e il sole brillava alto nel cielo. Victoria era vestita come nella foto che aveva visto nella casa di Edward e il sorriso smagliante era sempre quello.
Lui le sciolse i capelli e una massa di corti capelli neri ribelli le ricaddero sul viso. Lui le accarezzò prima la guancia per poi metterle una mano nei capelli."Un'ultima volta," sussurrò lei, "Prima di scomparire per sempre."
"Si dice che 'la vita è troppo breve', 'cogli l'attimo', 'ma tanto vivi solo una volta', ma se dopo la morte ci fosse di nuovo la vita?", Nicholas guardò a lungo Victoria, che per lui era diventata come una musa. "Da dove veniamo? Perché siamo qui? Dove andiamo quando moriamo? Cosa esiste al di là di questo? Cosa esiste prima? C'è qualcosa di sicuro nella vita?"
Victoria gli mise un dito sulle labbra per farlo stare zitto.
"Avanti, sii coraggioso. Non piangere sulla mia tomba perché io non starò a lungo qui. Ma per piacere fai in modo che io non scompaia mai dai tuoi ricordi.", sorrideva dispiaciuta, con le lacrime agli occhi. Lo abbracciò iniziando a piangere silenziosamente."Sono salvo dalla luce che mi circonda, libero dalla paura e dal dolore. La mia mente dubbiosa mi ha aiutato a trovare di nuovo il significato della mia vita.", Nicholas prese le mani di Victoria nelle sue, "Se morissi domani starei bene perché so che dopo la morte lo spirito va avanti."
Non aveva più paura. L'ipnoterapeuta aveva ragione, avrebbe dovuto combattere con le sue più grandi paure, ma era riuscito anche a sconfiggerle. La morte non lo spaventava più perché sapeva che dopo la morte, il nostro spirito sarebbe andato avanti. Prima pensava che la morte fosse la fine di tutto ma ora sapeva che era solo una transizione.
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Scenes from a memory: love is the dance of eternity
Mystery / Thriller(La storia è inspirata all'album dei Dream Theater, "Metropolis pt.2: Scenes from a Memory", sperando non mi facciano causa) Nicholas è un uomo apparentemente normale. Ha una bella casa, un lavoro, una moglie e un figlio. Solo una cosa spezza la sua...