Rain down.. Rain down on me.

1.4K 109 22
                                    

"Derek, c'mon, wake up!"


Apro gli occhi e vedo una stanza tutta bianca.

"No.. Non può essere." Mi alzo velocemente dal lettino, tant'è che mi viene un capogiro e sono costretto ad appoggiarmi al muro. "Tutto questo non può essere vero. È un fottuto incubo. Un fottuto scherzo di merda."

"Derek!" Scuoto la testa.

"No. No. No. No. No. Non è possibile! Laura non è possibile!" Appoggia le mani sulle mie spalle.

"Derek, respira. Non ti sei svegliato del tutto.. ma guardati attorno." Sospiro e faccio come mi dice.

"Questo che significa?" Provo a toccare Stiles, ma lo trapasso. "Sono diventato Dean Winchester?" Alzo un sopracciglio.

"Ti stai svegliando Der. Ci vuole solo della calma." Sbuffo ed incrocio le braccia al petto.

Stiles sta in silenzio, mentre guarda il mio corpo, ancora disteso su quel dannato letto. Guardo mia sorella e sospiro.

"Perché ho il presentimento che stia per succedere qualcosa di brutto?" Lei mi guarda e non dice nulla. "Okay.." Mi mordo il labbro e torno a guardare Stiles.

"Ehi, ragazzone. Sono quasi 4 mesi che sei qui dentro. Non ti piace proprio l'idea di svegliarti, eh?" Si sistema meglio su quella sedia che, ormai, ha preso la sua forma. "Derek, io non so più cosa fare. Non.. non voglio credere al fatto che tu stia morendo. Non ci posso credere." Singhiozza. "Mi dispiace, okay?! Mi dispiace così fottutamente tanto. È tutta colpa mia, lo so, ma sono un idiota." Si asciuga le lacrime con il dorso della mano. "Non.. non so cosa mi sia preso. Io avevo così paura di quello che stavo vivendo." Tira su col naso. "Ma.. ma partiamo con ordine. Tutte le cose che ho fatto contro di te. Allora, partiamo da.. da.." Riscoppia a piangere. "Non ci riesco, Derek! Perdonami, ma non ci riesco. Odiami, ignorami, sbattimi fuori dal branco, ma svegliati." Appoggia la testa sul mio petto e continua a singhiozzare.

"La prima volta che mi hai ferito, Stiles, è stata quando mi hai accusato di aver ucciso mia sorella." Mormoro. "La seconda volta che mi hai ferito, Stiles, è stata quando in ospedale mi hai spiattellato in faccia che tutte le mie fidanzate erano psicopatiche; e che, quindi, per tutto quello che stava succedendo, la colpa era solo mia."

"Mi stai dicendo cosa fare? La tua psicopatica, assassina ragazza, la seconda per la precisione, ha mio padre, okay?"

"La terza volta che mi hai ferito, Stiles, è stata quando hai varcato per l'ultima volta la porta del loft." Deglutisco e trattengo le lacrime.

"È tutta colpa mia se sei qui. Solo mia."

"Non è solo colpa tua, Stiles. Non è vero." Il ragazzo continua a singhiozzare, quando bussano alla porta.

"Si?" Mormora Stiles, asciugandosi le lacrime.

"Possiamo?" Chiede Lydia.

"Sisi, io.. uhm.. vado un attimo in bagno."

"Non ti devi nascondere, amico.. Siamo noi che dovremmo farlo."

"Scott?" Stiles si gira di scatto e spalanca gli occhi. "Ragazzi.. voi.. voi siete tutti qui."

"Esatto, siamo qui per il nostro alpha, ma soprattutto per sostenere una parte fondamentale del branco: tu." Sorride Erika.

"Tu c'eri sempre per noi, mentre noi non ci siamo fatti vedere per 4 mesi. Ci dispiace molto Stiles e vorremmo rimediare." Dice Jackson. "E segnati queste parole, perché non le dirò mai più." Afferma, scatenando una risata generale.

I'll hold on.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora