Two

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«Dicono che il biondino dell'ultimo anno sia gay! Non so se crederci, ma spero vivamente di no», nemmeno ventiquattro ore e le voci di corridoio sono già più fitte di Gossip Girl.

E, rullo di tamburi, la fonte è proprio Naomi Clark, la stronza del quarto anno venerata dalla maggior parte degli studenti. Insomma, una di quelle ragazze che appaiono ma sono prive di contenuti.

Non so se la mia si possa definire invidia, ma a volte vorrei poter avere un paio di extensions e qualche capo firmato, giusto per capire cosa si prova ad essere la prediletta. Ma forse dovrei arrendermi al fatto che non sono ricca e non mi potrò mai permettere tutto questo.

«Emeraude Collins?», mi volto di scatto, spazzata via dai miei pensieri.

Una sagoma alta, mora e col collo ricoperto di tatuaggi mi fissa dritto negli occhi.

Non sono mai stata così brava nel riconoscimento facciale, in anatomia probabilmente sarei una frana, ma questo tizio ha tutti i requisiti per essere uno di quelli. E stavolta non penso di sbagliarmi.

Corrugo la fronte, «Mh, si».

«Sei iscritta nel programma di accoglienza a quanto pare», dice, leggendo con attenzione il foglietto che tiene tra le mani. «Non mi sto sbagliando, vero?»

Vorrei rispondergli di si, urlargli che non farò mai da consulente per lui e che non gli permetterò mai di trasformarmi in una di loro, ma sembrerei pazza e non ho abbastanza coraggio per comportarmi in un modo del genere.

«No, ma arriva al punto», lo incito, controllando l'orario. Tre minuti di ritardo, grandioso.

«Il punto è che la segreteria ti ha scelta per farmi da guida. Dovrai affiancarmi per una settimana. So che sarà piuttosto dura, lo sarà anche per me, quindi cerca di non complicare le cose e finiamo in fretta questa pagliacciata, d'accordo?», wow, alla fine sono davvero come pensavo: degli stronzi egocentrici con la convinzione di essere il centro del mondo.

Rimango basita e lo fisso per qualche secondo.

Prima che sputasse fuori quelle frasi del cazzo sembrava essere diverso, ma come potrebbe essere più vera la frase "non giudicare un libro dalla sua copertina" se non la si associa a soggetti del genere?

«Quindi dovrai fingere di essere mio amico solo perché potrebbe incidere sulla tua scheda comportamentale?», ribatto.

Lancio un'altra occhiata all'orologio posto nel corridoio. Ormai non ha più senso entrare in classe, venti minuti di ritardo sono sufficienti per perdersi la parte essenziale di Chimica.

Vedo il moro irrigidirsi e serrare la mandibola, mentre con una mano stringe ferocemente il foglio.

«Senti, Emeraude, non ho intenzione di perdere altro tempo con te», c'è qualcosa di diverso nella sua voce, stavolta più scandita e punteggiata. «Dovrai fare ciò che c'è scritto su questo dannato foglio e comportarti da perdente, cosa che sai già fare molto bene», i suoi occhi mi fissano e le sue iridi si ingigantiscono diventando completamente grigie.

«Scusami?», mi sento profondamente offesa dalle sue parole. Come può permettersi di parlarmi in questo modo senza nemmeno conoscere un quarto della mia vita?

Vedo la sua espressione cambiare velocemente da irritata a sorpresa. Non si aspettava una mia risposta, probabilmente, ma di sicuro non lascerò che un tipo rozzo come lui venga a darmi ordini ed oltretutto insultare la mia persona.

Sta per ribattere, ma ad interrompere le sue dolcissime perle di saggezza è l'intervento di lui.

Non so spiegare la dannta sensazione che mi pervade ogni volta che il suo sguardo incontra il mio, sembra che io lo conosca da una vita, ma in realtà non ho nessuna idea di chi sia.

Si ferma a pochi passi da me e appoggia con decisione il gomito sulla spalla del suo amico. Lui è molto più basso del moro, ma il suo portamento riesce in qualche modo a far sembrare il gigante più innocuo della sua figura.

«Ti sta causando problemi?», mi chiede.

«Sì, anche troppi», mi stupisco di me stessa quando le parole escono gelide dalle mie labbra.

«Oh, tu sei Emeraude Collins. Sento spesso mio zio parlare di tua madre, Jenna se non sbaglio»

Mia madre?

Come fa suo zio a conoscere mia madre? Non che io la conosca meglio di lui, ma mi sorprende comunque la cosa.

«Mia madre? La sente spesso?»

Vedo i due scambiarsi un'occhiata divertita, prima di scoppiare a ridere davanti ai miei occhi. Fantastico.

«Emeraude, Emeraude.. penso di essere un tuo fratello acquisito», cosa?!

Spalanco gli occhi con stupore.

Quella che volevo porre come domanda a trabochetto si è rivelata un vero e proprio suicidio.

Com'è possibile che mia madre, l'acolizzata Jenna, sia fidanzata? Dall'ultima volta che abbiamo parlato non sembrava essere cambiato poi così tanto in lei. Sono passati solo sei mesi, non è possibile che si sia disintossicata in così poco tempo.

«Sei divertente... come hai detto che ti chiami?»

«In realtà non l'ha detto», interviene il moro.

«Dominic», risponde deciso l'altro, rivolgendosi in modo minaccioso verso il suo amico. «E comunque non era uno scherzo, ma non mi sembra il luogo adatto in cui parlare. Se vuoi saperne di più dopo scuola di aspetto sul tetto», detto ciò li vedo sparire, lasciando in sospeso ogni cosa. Non ci posso ancora credere.

Dangerously || Dominic SherwoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora