Capitolo 1

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I Dark Angel

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I Dark Angel

Tutti, nei territori dell'Impero, li chiamavano Dark Angel.

Di loro si tramandavano principalmente leggende: qualcuno ipotizzava vivessero al di là del deserto di Hadarac, per altri erano una sorta di spiriti. Poche verità si conoscevano su di loro: erano sorti per rendere giustizia ai Cavalieri dei Draghi e per impedire che Galbatorix acquisisse troppo potere. Infatti, grazie a loro Alagaesia aveva potuto scoprire la nascita di un nuovo cavaliere, accompagnato da un drago dalle squame color zaffiro.

La notizia aveva fatto gioire ogni angolo di quella meravigliosa e spaventosa terra, ed ora tutti gli oppressi dal malvagio tiranno potevano sussurrare il nome di quella schiera di angeli ribelli, sicuri che la fiamma della speranza fosse di nuovo viva nei loro cuori.

Galbatorix li odiava. Si sarebbe scagliato contro di loro con tutti gli eserciti di cui disponeva, anche in prima persona se fosse stato necessario! Perché rappresentavano un simbolo di resistenza al suo dominio e infatti, ispirati dalla loro crociata contro di lui, molti popoli, come gli elfi o i Varden, avevano osato opporsi alla sua tirannia(tanto che, si mormorava, il capo dei Varden, Agjiad, discendesse da quella fiera progenie).

Tuttavia, nessuno- neppure il Re- conosceva la loro reale ubicazione perché i Dark Angel erano un popolo eterogeneo, composto da nani, elfi, Varden, umani e stregoni che erano andati ad ingrossare le loro fila a seguito delle notizie appresesi in Alagaesia sulle loro imprese; quindi, non avevano segni distintivi, di conseguenza non potevano essere riconosciuti da estranei, infatti, poteva capitare che qualche Dark Angel facesse parte di un esercito elfico o che comandasse qualche spedizione per distruggere una roccaforte di Galbatorix. Sapevano però, riconoscersi tra loro e condividevano il segreto del loro nascondiglio: oltre il mare, presso la grande isola di Vroengard, che un tempo era stata gloriosa patria dei cavalieri dei draghi.

Isis era nata nella capitale, Dorù Areaba, tuttavia, mai una volta aveva varcato le porte della città, preferendo invece, assieme a tutto il suo popolo, vivere a contatto con l'asprezza armoniosa e selvaggia della natura in cui, sin da bambina, aveva subito duri addestramenti e, mentre gli stregoni aprivano la sua mente nutrendola con compendi di matematica, fisica, storia...i nani miglioravano la sua tempra fisica per i combattimenti e per sopportare le intemperie; invece, dagli elfi apprendeva le buone maniere, il rispetto ed il senso di reciproca appartenenza con la natura.

Ogni sera, a lei come a qualsiasi altro membro giovane del gruppo, veniva raccontata la triste storia della Caduta dei Cavalieri dei Draghi, ma, mentre negli altri suoi coetanei, l'udire quel racconto suscitava un velato odio nei confronti di Galbatorix, Isis veniva spesso sopraffatta dalle lacrime perché vedeva davanti ai suoi occhi, come fosse un ricordo che le apparteneva e che stesse rivivendo in prima persona, la caduta dell'ultimo dei Rinnegati, il che le ricordava sempre come alcuni individui, seppur appartenenti ad una nobile stirpe, fossero stati facile preda dell'arroganza e della corruzione, arrivando così quasi a defraudare i veri, valorosi Cavalieri dei Draghi delle loro nobili gesta e della loro generosità.

Un legame, uno specchio sull'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora