Trofeo

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Capitolo 8

Trofeo

Murtagh aveva portato Isis nell'ala del palazzo riservata alla servitù, tra lo sgomento generale, ed aveva insistito per rimanere con lei dopo aver preteso che le venisse fatto un bagno.

La ragazza, appena immersa in una sorta di catino, colmo d'acqua gelida, aveva iniziato a sfregarsi le membra con tanta forza e rabbia da farsi diventare la pelle lievemente rossa. Al figlio di Morzan parve avesse improvvisamente ripreso possesso di sé e tirando un sospiro di sollievo per la sua repentina ripresa, ringraziò persino la serva che l'aveva aiutata a lavarsi.

Un silenzio sgomento calò negli alloggi della servitù: nessuno si aspettava che Murtagh avrebbe mai ringraziato una serva. Fortunatamente l'attenzione generale si spostò su Isis che, dopo aver riconosciuto in quella schiava la donna che aveva salvato da una violenza, giorni prima, non smetteva di chiederle come stesse ora, o di esprimerle la sua gratitudine per averle offerto la sua vasca, per lavarsi.

Le avrebbe anche chiesto il suo nome, ma il Cavaliere intervenne, subito prima che lo facesse:

- Il suo nome è Larissa, Dark Angel. Sarà la tua serva, - vista la simpatia che hai dimostrato nei suoi confronti-chiunque diventerà il suo signore.- le spiegò, con una leggera nota di disprezzo nella voce.

- Mi dispiace, Larissa: per te avrei preferito la libertà.- le mormorò, prendendole una mano affusolata tra le sue, mentre quella distogliendo i grandi occhi da cerbiatta, le faceva infilare, con rapidi gesti, una tunica semplice corta al ginocchio.

Quel momento denso di dolcezza e malinconia, durante il quale Isis avvertì che tra lei e Larissa stava per formarsi un legame, fu rovinato dal reale significato delle parole di Murtagh.

- come hai detto...? Dovrò avere un signore?- chiese quindi, subito, in ansia.

- Oh sì! Dal momento che nessuna tortura è servita a farti rivelare qualcuno dei tuoi segreti, e che la maggior parte degli uomini qui, ha dimostrato di non essere immune al tuo fascino, Galbatorix ritiene che sarai più utile come concubina di qualche membro della sua corte.- Murtagh sogghignava godendosi l'espressione di terrore che deformò il suo bel viso, mentre le legava le mani dietro la schiena.

- E...dimmi, Murtagh: ci sei per caso anche tu tra questi uomini "non immuni al mio fascino"?- replicò la ragazza, pungente, poiché non le era sfuggita l'espressione stupita con la quale il Cavaliere aveva ammirato il suo corpo sodo, completamente nudo, quando era uscita dalla vasca; e poichè, a causa del fresco respiro del ragazzo che, -soffiandole sul collo mentre le stringeva i polsi dietro la schiena con una corda- le impediva di rendersi realmente conto della sorte che le sarebbe toccata, facendole invece, correre decine di sconosciuto brividi lungo la spina dorsale.

Murtagh non rispose, e bruscamente la spinse via di lì così che, in silenzio la condusse per i corridoi del palazzo, lascando che lei gli camminasse qualche passo avanti. Aveva le mani posate sulle corde attorno ai suoi polsi per guidarla con maggiore facilità attraverso un percorso labirintico, e di tanto in tanto se, rallentava troppo il passo o si fermava dinnanzi ad una porta, la urtava leggermente, spronandola a continuare.

I due ragazzi oltrepassarono decine di corridoi, porte chiuse, persino la Sala del Trono(dove Isis si aspettava venisse deciso a chi sarebbe appartenuta)ed infine, il Cavaliere la spinse oltre una porta a due ante, al di là della quale, in un'immensa sala circolare dal pavimento di legno, circondata di colonne, erano riuniti tutti gli uomini della corte di Galbatorix.

Persino il Re era lì, seduto sul suo trono, posto davanti ad una grande finestra.

Come Isis aveva immaginato, Murtagh si diresse da lui e rimase in piedi al suo fianco dopo averla lasciata al centro della sala, ed aver attraversato la folla di presenti, che si era aperta in due ali per lasciarlo passare.

In quel momento il tiranno si alzò e gonfiò il petto, fasciato dal pettorale in bronzo di un'armatura:

- miei signori, sicuramente tutti voi hanno udito la storia della nostra sconosciuta prigioniera, che è riuscita a portarmi via l'ultimo uovo di drago. Dal momento che non vuole rivelarci nulla, la cedo a voi, nella speranza che qualcuno in questa sala sarà in grado di domarla.- le sue parole erano state chiare, ma smielate e persuasive, così che ora, Isis con gli occhi di tutti puntati addosso, si rese improvvisamente conto di non essere altro che un invitante pezzo di carne che aveva risvegliato in quei lussuriosi nobili, l'istinto alla conquista, alla sottomissione, alla caccia.

Non appena il re sedette, infatti, la Caccia alla Volpe iniziò e subito tutti i quegli uomini si fecero compatti, stringendola sempre più in un cerchio umano che aveva come scopo metterla alle corde; la ragazza stava infatti, per cedere alla paura: se davvero fosse divenuta la concubina di qualcuno di quei bastardi, lotte come quella contro il suo carceriere, per difendere la propria virtù, sarebbero state all'ordine del giorno.

D'un tratto però, smise d'indietreggiare e fissando implacabile, tutti coloro che le stavano davanti, si fece forza: nonostante avesse poche energie a causa del lungo digiuno che aveva subito, non avrebbe reso l'impresa -in cui tutti si erano gettati sbavando- facile, a nessuno dei quei nobili! Avrebbe venduto cara la pelle!

Con un agile balzo, quindi, raccolse le ginocchia al petto e vi fece passare con un gesto fluido, le mani, così da averle davanti a sé; poi, assestando un pugno ad uno dei pochi temerari che aveva osato uscire dal cerchio- al centro del quale si trovava la Dark Angel- sfruttò la lama della sua spada per liberarsi completamente ed infine, la usò per fronteggiare tutti coloro che provavano ad avvicinarsi.

Mentre realizzava che le erano necessarie un paio di finte e di a salti per mandare fiori gioco un nobile, le sfuggì un sorriso pensando che nonostante la superiorità numerica, grazie a quella tecnica stava abbattendo molti dei suoi avversari; così, non solo lo scontro poteva dirsi per la prima volta alla pari, ma la ragazza osò anche credere che avesse qualche possibilità di vittoria.

L'euforia però, svanì quasi subito perché non le sfuggì lo sbuffo del re, che, annoiato dal fatto che la Caccia alla Volpe stesse durando troppo chiamò a sé il suo Cavaliere e, dopo averlo fatto chinare gli promise:

- fermala, e sarà tua, Murtagh.-

gli occhi del figlio di Morzan brillarono ed Isis credette che non avesse atteso altro dall'inizio di quel sadico "gioco". Così, mentre lui si faceva largo tra la folla, lei si preparò ad affrontarlo...

tuttavia, non tenne conto del fatto che, l'aver voltato le spalle ai nobili l'aveva deconcentrata circa il reale pericolo che loro rappresentavano: non aveva infatti notato che uno di loro le era scivolato alle spalle...quindi, proprio mentre la ragazza stava per sollevare la spada per battersi con Murtagh, giunto ormai a pochi passi da lei, trovò una lama fredda a cingerle la gola, da un punto indefinito alle sue spalle.

Scorse il sorriso beffardo di Galbatorix che, alzatosi in piedi aveva iniziato a battere le mani, attorniato da un silenzio tombale, dicendo:

- i miei complimenti, lord Thelonius: è vostra.-

udire quelle parole fu, per la ragazza come ricevere un pugno nel ventre: le orecchie le fischiavano e non riusciva a capire il motivo dell'espressione rabbiosa che deformava il viso di Murtagh, né della stretta convulsa della sua mano attorno all'elsa della spada.

Tutto le fu però, chiaro non appena si voltò, lentamente, mentre dal collo le sgorgava un rivoletto di sangue: dinnanzi a lei, il volto barbuto e squadrato di quello che doveva essere lord Thelonuis, le sorrideva -dall'alto della sua stazza da vichingo- con la bocca sdentata, dalla quale le arrivavano fastidiose zaffate d'alchool.

Fu scossa da un violento fremito di terrore e, mentre il sangue le defluiva dalle guance sentiva che stava per farsi tutto buio, attorno a lei. Perse i sensi.

Un legame, uno specchio sull'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora