Capitolo 1

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La vera bellezza, dopotutto, consiste nella purezza del cuore.
Mahatma Gan

Si, era precisamente l'estate del 2017. Se non sbaglio, la sera in cui Lizzy mi annunciò la festa di quel week end.

"Partono domani!" Mi disse urlando eccitata e tirandomi il cuscino.
"Ah bene... e che intenzioni hai, signorina?"
"Festa bordo piscina! Ho già invitato tutti... "
Non avevo nessuna voglia di una festa, specialmente se organizzata da mia sorella e a casa mia. Già passavo in rassegna tutte le plausibili e possibili scuse per non esserci
"..a proposito ... Luis ha detto che può presentarti qualche amico carino..."
"Oh Dio Lizzy ti prego... risparmiami queste scene patetiche! Sai benissimo come la penso..."
"..Santo cielo Hope, hai sedici anni e ancora te ne stai fra le tue poesie e i tuoi sogni ad occhi aperti"

Sospirai e le sorrisi. La guardai roteare su se stessa. Come era buffa, diversa... sembravamo due pianeti di dimensione e sostanza diversi che, tuttavia, non potevano non ruotare nello stesso sistema solare.
"Non sei la mia sorella biologica secondo me" disse gettandosi goffamente sul letto con le mani sulla faccia.
Scoppiai a ridere.

"Lizzy, se fai la festa, vedi di chiudere a chiave questa stanza! Non mi va di trovare i tuoi amichetti a rotolarsi nudi sul mio letto stavolta"
"Sei proprio noiosa..." Disse ridendo con la testa immersa nel cuscino.

"Spegniamo la luce?"
"Va bene suora Angel, dormiamo"

Angel. Così mi chiamavano tutti i miei amici. Dicevano che sembravo un angelo dal cielo o un personaggio venuto fuori dalle fiabe. La verità era che non mi sentivo affatto scomoda in quel nomignolo, anzi, dava ancora più valore ai miei principi che portavo fiera, come stendardi. Ebbene sì, io ero diversa e non potevo farci nulla. Diversa dalle mentalità comune, dalle omologazioni giovanili, dal modo a volte sciocco di passare serate ed ero tremendamente diversa persino da mia sorella. Io avevo un concetto dell'amore, e mi rendevo conto che forse pochi al mondo ne avevano uno almeno lontanamente simile, ma non l'importava. Amavo essere me stessa.


Aspettavo un uomo che valesse quello che diceva di essere. Non un palestrato senza peli che ostentava solo sigarette, tatuaggi e occhiolini.
Se non fosse mai arrivato, avrei preferito vivere sola piuttosto che accontentarmi di relazioni passeggere.

Lizzy mi diede la buonanotte e spense la luce.
Amavo il momento buio della sera. La notte era come il ricettacolo segreto dei miei pensieri. Potevo intesserli nel silenzio e chiuderli nei cassetti scuri del cielo stellato, che brillava sulle pareti della mia finestra.


"Domani vado da zia Berta"
".... A fare cosa?"
"Dai miei cavalli"
"Ah... Buon divertimento" potevo quasi vedere il suo sorriso ironico nel buio. Lei non capiva mai le mie scelte e nemmeno i miei hobby. Se per lei il sabato era fare shopping, per me era passare una giornata nell'agriturismo di zia Berta in campagna, in un quartiere tranquillo, poco distante da casa nostra, immerso nella natura che era la sola a sfiorare la delicata essenza dei miei sogni.
La nostra villa, era una delle più belle del Colorado, ma per me, nulla era bello come il maneggio turistico di mia zia, decorato di semplicità, profumato di colori rustici e selvatici.

***

Come ben auspicato da mia sorella, mamma e papà partirono la mattina successiva. A colazione, eravamo già sole per un week end di totale libertà.

Hope Where stories live. Discover now