Capitolo 3

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Tornai in tempo per il noiosissimo White Party organizzato da mia sorella. Arrivai con Elvis in tardo pomeriggio a casa e il giardino già brulicava di amiche di Lizzy prese da preparativi, ragazzi svogliatamente bivaccati sui cuscini bianchi del giardino e individui che rumorosamente preparavano la musica dietro un grosso mixer.

Appena varcato il cancello di casa, già sbuffavo e speravo in vano che sarebbe finita presto.

Non appena scesi dall'auto però, capii come tutto sarebbe diventato più complicato in poco tempo: mi vennero incontro due amiche di mia sorella, già con un buon quantitativo di adrenalina in circolo e insensata eccitazione.
Quelle due, se non sbaglio si chiamassero Bibi e Alex, dicevano addirittura di essere anche mie amiche. Quella sera specialmente si fecero avanti con moine di ogni tipo anche se, a dire la verità, non avevo mai capito cosa ci legasse e quando mai avessimo speso tempo insieme per condividere qualcosa tanto da definirci amiche. Comunque, capii presto che le stava mandando mia sorella.

"Tesoro!"
Sorrisi, refrattaria, cercando di scostarmi in qualche modo dall'approccio già invasivo della bionda, Alex.
"Ciao"
"Hai un vestito bianco?"
"Credo di sì..."
Il suo linguaggio non verbale esprimeva il desiderio di seguirmi in camera. Non avevo nessuna voglia di sopportare la tortura della preparazione sotto le sue grinfie esperte. Preferivo poco trucco e un vestito a caso, piuttosto che quaranta minuti per diventare un bambolotto ridicolo che ricalcasse il suo stile.

Quando salii in camera, purtroppo mi aveva già seguita e le amiche di Lizzy già erano all'opera nel contendersi specchi e rossetti.

Avevo voglia di correre di nuovo giù e chiedere ad Elvis di riportarmi immediatamente da mia zia.

"Hope, ti prego... i vestiti dell'equitazione"

Lizzy odiava "l'odore di cavalli", anche se per me era il profumo incontaminato della natura, molto più gradevole di quella stanza impregnata di lacca, profumi e idiozie varie che sarebbero durate appena una serata fatta di sciocchezze inutili.

"Dai ragazze, staasera facciamo bere Sophie!"
Ridacchiò Joyce, già in modalità civettante.
"Berrò sicuramente! Non vedo perché dovrei starmene con la sete per tutta la sera"

"Che scema" Lizzy si infastidiva quando mi distinguevo dalla massa ocheggiante delle sue amiche e non sempre apprezzava le mie battute di rimando.

"Almeno un bicchiere potresti fartelo per una volta, tesoro..." echeggiò Kate
"Hai sedici anni!"
"Potresti anche fare qualcos'altro tesoro... prima che escano le ragnatele. Se vuoi ti diamo una mano stasera..."
Avevo già il voltastomaco e non rispondevo
"Angel del mio cuore, posso truccati?!"
Cinque minuti in quella stanza e già mi sentivo in una centrifuga dalla quale volevo uscire al più presto.

Senza rispondere, presi velocemente il mio abitino bianco, sandali con zeppa di paglia, spuma per i capelli, ombretto, cipria e mi chiusi a chiave in bagno. In pochi minuti avevo già finito; era il massimo dei miei preparativi e quando uscii mi sentii anche dire un "oh mio Dio ma sei bellissima...".

Scesi in giardino, quasi potessi accelerare con il mio corpo la velocità d'inizio festa per arrivare presto alla sua fine.

Avevano allestito un piccolo palco sul quale sarebbero arrivati a breve dei ragazzi per la musica dal vivo.

Mia sorella mi aveva detto che per la festa, avrebbe fatto una colletta con le amiche. Mi chiesi quanto avevano dovuto raccogliere per tutta quella roba che, inevitabilmente, reputavo inutile.

Dopo circa mezz'ora.. il gruppo arrivò e salì sul palco per montare i propri strumenti.
Io cercai qualcosa da sgranocchiare.

Una tipa già civettava con il pianista. Iniziai a temere per le camere di casa e sperai vivamente che il mio letto non diventasse presto vittima delle loro voraci passioni.

Mi avvicinai al tavolo delle bevande e presi un bicchiere di succo di frutta.

Il sole scendeva dietro i pini, quasi per abbandonare il popolo della notte ad un intimità fatta di un buio complice, per una lunga serata di cose che il giorno dopo sarebbero finite nell'oblio di alcol e droghe di vario genere.

La musica del dj già mi annoiava. Sperai che il gruppo musicale fosse decente, almeno.

Mi intrattenni a parlare con un ex compagno di classe di Lizzy, uno dei pochi con cui si potevano intrattenere discorsi sensati, senza banali doppi sensi o squallidi tentativi di approcci maschili.

Mentre parlavamo della sua scelta universitaria, mi accorsi che il giardino si era già riempito di gente e il cantante aveva iniziato un brano di Justin Bieber creando un eccitato acclamare di donne.

Mi voltai a guardarlo.

Non volevo crederci ma... sì, era il tipo che il giorno prima mi aveva seguito fino al maneggio per chiedermi di uscire. Sorrisi divertita, ma smisi quando mi accorsi che non mi toglieva lo sguardo di dosso, anche mentre cantava.

Ricordai che si chiamava Dave solo quando sentii un popolo di voci femminili urlare il suo nome.

Continuai a parlare con l'amico di Lizzy facendo finta di nulla ma sentendomi ossessivamente osservata.

"Grazie" urlò dal palco alla fine del brano.

"Vorrei iniziare la serata dicendo a Hope Angel che è la più bella"

Mio Dio... non credevo alle mie orecchie. Sperai immediatamente che esistesse un'altra Hope, ma di Angel ce n'era solo una.
Gli sguardi di tutti gli invitati si poggiarono inevitabilmente su di me, pesanti come il piombo.

Imbarazzata più che mai, sorrisi deferente, pregando che il momento finisse presto

"L'Avevo detto che ci saremmo rivisti, Angel. Allora, mi darai questa lezione di equitazione?"

Accadde l'inevitabile schiamazzo di incoraggiamenti a uscire con lui.
Mio Dio... ma come era possibile?!
Era pazzo?!

Non potevo fare scena muta e quando il coro frenetico si affievolì, in attesa della mia risposta, cercai fra i miei neuroni impazziti il modo giusto per declinare la cosa

"Ci penserò" fu tutto quello che il mio impulso seppe suggerirmi, creando non poco dissenso comune.

Dave sorrise soddisfatto

"Ci conto" disse prima di iniziare a suonare con la chitarra l'intro di un nuovo brano.

Ovviamente, il faro riflettore durò tutta la serata. Chiunque mi sorrideva inebetito, pensando che fra me e quel cantante sconosciuto ci fosse qualcosa.

Mia sorella e il suo stormo di paperelle intorno, ovviamente non poteva mancare all'appello
"Hey ma che succede?" Iniziarono a chiedermi in coro
"E cosa volete che ne sappia?"
"Sei pazza? Stiamo parlando di Dave Sandler..."
"Hope.." ringhiò mia sorella,
"Se stavolta dici di no, sei un idiot a"
"Ma che vuole morire vergine tua sorella? A questo punto vattene in convento..."
"Hey ragazze... grazie dei consigli ma preferirei che ognuna pensasse alla propria vita, grazie"

Riuscii a liberarmi di loro e a cambiare postazione cercando qualcuno con cui ammazzare tempo;  speravo che quella noiosissima serata volgesse al termine ma ormai conoscevo quelle cose e il tutto stava appena iniziando.
Mi sedetti sul cuscino bianco di un cubo di paglia e pazientemente attesi, sperai, sospirai.

Hope Where stories live. Discover now