4. Amore puro

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Hai amato,
hai lottato,
hai perso.
Cammina a testa alta!

Ryan Pov.
Quando arrivò papà a scattarci una bella foto ricordo, mi batte una mano sulla spalla e sorrise.
"Sono fiero di te!" disse, sicuramente non dopo che saprà che gli ho mentito, pensai maledicendomi mentalmente.
"Papà, possiamo parlare?" chiesi dopo aver 'giocato' all'allegra famigliola.
Lui annuì e andammo nel suo studio, la nostra casa era staccata dalle camere per i turisti. Era abbastanza grande da contenere sei camere da letto una per ognuno di noi. Era a due piani e al piano terra c'era il salotto, dove eravamo diretti ora.
Ci fermammo e mio padre appoggiò la fotocamera sul caminetto e poi ci sedemmo sul divano.
"Senti papà... io ti devo confessare una cosa..." borbottai.
"Dimmi Ryan, sai che puoi dirmi tutto." affermò.
"Ehm... vedi, io e Alexandra ci siamo lasciati." dissi abbassando il tono verso l'ultima parola.
"Come dici? Non ti ho sentito." disse sotto intendendo di alzare la voce.
"Io e Alex ci siamo lasciati." dissi tutto d'un fiato.
La sua faccia passò dal sorpreso, al triste, al pensieroso.
"Quando?" mi chiese corrugando la fronte.
"Ecco... cinque anni fa." sospirai.
"Cinque anni fa?! E mi hai mentito per tutto questo tempo?" chiese sbalordito.
"Io papà non sapevo come dirtelo, perché avevo paura la prendessi male. E poi, ho capito solo ora, perché mi vergogno di me stesso." dissi.
"Paura che la prendessi male? Figliolo come avrei potuto... sei mio figlio! Ah, Ryan... non capisco come mai questa famiglia sia allergica all'amore... ma dimmi una cosa, di cosa ti vergogni?" chiese sospirando.
"Sono stato io a lasciarla, in un modo orribile. Me ne pento." affermai.
"Ne sono sicuro, mi spiace che tu non ti sia fidato di me o... di te stesso. Ora sei cresciuto, impara dai tuoi errori e ricordati: una donna può essere un'arpia, può essere perfida e renderti la vita complicata, ma quando trovi quella giusta, lei lo sa e inizierà a parlarti col cuore. Donandoti dei momenti incredibilmente unici." sospirò, stava parlando della mamma e lo sapevo.
"Ti sentivi così quando stavi con la mamma?" chiesi.
"Sì, lei era davvero speciale e in ognuno di voi c'è qualcosa di lei." sorrise.
"Grazie papà e scusa ancora." dissi mortificato.
"Scuse accettate." mi abbracciò.
***
"Allora Ry? Con la tua musica?" mi chiese Jason addentando l'enorme bistecca nel suo piatto e in contemporanea immergendo completamente una patatina nel ketchup.
"Tutto alla grande, essere il grande capo mi dà la possibilità di viaggiare per lo meno. Un mucchio di scartoffie e altre cose..." dissi.
"Interessante..." disse sarcastico Jason.
"Ehi, guarda che non avrei mai preso le redini dell'Universal se non me l'avessero lasciata." borbottai.
"Come se navigare nell'oro facesse schifo." ridacchiò Devon guardando il un modo stranamente dolce Julia.
"Devon è disgustoso!" ridacchiò Connor guardando prima Julia e poi lui.
Devon scrollò le spalle e baciò la sua ragazza, che in un attimo diventò rossa.
"Devon..." lo ammonì e tutto d'un tratto lui ritornò serio.
A dir la verità Julia lo metteva abbastanza in riga, erano carini insieme e se mio fratello provava forti sentimenti verso di lei, allora era quella giusta.
Finito di mangiare lui e Julia scomparirono, molto probabilmente in camera da letto.
Alexandra Pov.
"Accidenti!" esclamai urtando il tavolino in salotto e facendo cadere il vaso con i fiori.
Si sentì il classico rumore di vetro rotto e cercai di tirar su i pezzi rotti, si può sapere perché la vita ce l'ha con me?
"Alexandra!" l'urlo di mia mamma decisamente avrebbe sovrastato qualsiasi cosa e anche a distanza di anni metteva paura sia a me che a Clarissa.
"Si?" dissi con aria innocente.
"Cosa diavolo... oh mamma! Il vaso che tuo padre mi aveva regalato, che sollievo!" esclamò, la guardai interdetta.
"Tesoro non guardarmi con quella faccia, lo odiavo era orribile e grazie alle tue ottime doti si è frantumato. Questo però magari non lo diciamo a nessuno, ti aiuto a pulire." disse e io scoppiai a ridere.
Mia madre era una donna davvero molto, ma molto buffa.
Tara Jones, un nome che significava una sola cosa: stai attenta a te, non darle mai fastidio e soprattutto non offendere la sua famiglia.
Mi ricordo ancora il giorno dopo il processo, avevamo perso, ma lei teneva la testa alta e non ha mai mollato, non ha fatto mollare nemmeno me.
Flashback
"Clarissa, lasciami un attimo da sola con tua sorella..." disse mia madre chiudendo la porta della camera.
Si sedette sul letto con un'estrema grazia e aspettò che parlassi.
"Mamma, ti giuro che non ho fatto niente... io non volevo!" esclamai e sentii le tempie pulsarmi dalla rabbia e gli occhi bruciarmi per aver trattenuto troppo a lungo le lacrime.
"Alex, guardami." disse piano e io alzai leggermente la testa.
"Dimmi cos'è successo." aggiunse subito dopo.
"È stato Alan, cioè, io lo amavo... ma mamma come può essere amore questo?" chiesi scoppiando a piangere e togliendomi la felpa lasciando vedere ai suoi occhi i segni violacei sul mio corpo.
Mai una volta avevo visto vacillare Tara Jones, eppure stavolta nel suo sguardo notai qualcosa di diverso, che presto mutò in determinazione e rabbia.
"Quel ragazzino! Max!" urlò.
Mi abbracciò e richiamò mio padre, che arrivò in fretta e nel vedere le mie braccia e il mio collo si portò una mano alla bocca e uscì di fretta e furia da casa sbattendo la porta.
"Grazie mamma." dissi.
"Quello che hai ottenuto, i tuoi traguardi, è stato tutto grazie a te." sorrise.
"Cosa farò quando Thomas crescerà? È difficile spiegare ai bambini che il proprio papà è morto..." sospirai.
"Alex, non sei da sola. Ci siamo noi, non dimenticartelo." mi ricordò.
"Ne sono consapevole, ma mi spiace così tanto... dopo anni siete ancora confinati in questo posto! Con tutta quella gente che parla, perché non siete mai venuti con me e Clarissa?" chiesi.
"Guardaci Alexandra, ormai siamo vecchi. Casa nostra è sempre stata questa e a noi non importa dei stupidi commenti delle persone là fuori. Tu e Clarissa siete il dono più grande che io e vostro padre abbiamo mai ricevuto e ogni singola cosa che abbiamo fatto, l'abbiamo fatta anche pensandovi. So che per te è difficile tornare qua, ma se ti fa stare bene vivere di ciò che ami allora noi siamo contenti per te... anche se ciò significa vederti poche volte all'anno." disse.
"Io... mamma... davvero, grazie. sorrisi e l'abbracciai.
***
Quella sera abbracciai Thomas, i suoi capelli scuri gli risaltavano gli occhi color celeste e pensai a William.
"Sai piccoletto, il tuo papà era davvero un supereroe." dissi.
"Dov'è?" chiese con la sua lieve vocina.
"Ti guarda da lassù, è vicino a te." risposi.
"Posso dormire con te mamma?" chiese, ancora non parlava benissimo, ma era facilmente comprensibile.
Lo adagiai nel mio letto e mi sdraiai accanto a lui, finché il sonno non ci cullò.
TO BE CONTINUE
Spero vi sia piaciuto!
Tra una settimana inizierà la scuola e io mi sento male🙈 aiutooo!
Aggiornerò una volta a settimana, a presto😘

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