5.Conversazioni interessanti

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Devi capire:
capire è il primo passo per accettare,
e solo accettando si può guarire.

Alexandra Pov.
Il mio risveglio non è dolce e il calore del sole e la luce non sono la causa, ma il mio cellulare che suona, quello sì.
Osservai l'ora dal cellulare, con gli occhi che mi bruciavano: le quattro e quaranta, chi diavolo mi chiamava a quell'ora?
"Pronto?" biascicai strofinandomi un occhio.
"Alex! No! Emma torna qua!" una voce famigliare squillò nel mio orecchio.
"Fede... mio Dio, ma sei pazza? È notte." borbottai sbadigliando e cercando di mantenere il tono di voce basso.
"Emma!" strillò un'altra volta e in sottofondo sentii la voce di Riccardo.
"Amore, lascia fare a me... parla pure con le tue amiche." disse il suo bel principe azzurro.
Come avevo conosciuto Federica? Merito di Ryan, eravamo diventate amiche, io le avevo fatto da addetta stampa e avevo viaggiato con lei in tour consolidando ancor di più il nostro legame. Ci sentivamo spesso, ma di solito facevamo coincidere gli orari.
"Scusa Alex, è che me ne sono scordata completamente... cavoli! Tra la bambina che non mi fa dormire e i gemelli che al posto di fare i compiti dipingono le pareti di casa, sto diventando più rincretinita di prima." disse mortificata.
"Tranquilla Fe, beh ormai siamo in ballo e non riuscirò più a dormire. Aspetta solo due secondi che copri Thomas e scendo almeno non darò fastidio a nessuno." dissi prendendomi una felpa.
Scesi le scale alla velocità della luce e mi stesi sul divano, avrei parlato a bassa voce.
"Eccomi." annunciai.
"È l'unico momento libero, con Viola e Alessio a scuola, pensavo di poter concedermi una telefonata... come stai?" chiese.
"Io tutto bene, tu? Sembri stanca." constatai.
"Hai ragione, sono un po' stanca... Emma è una ma vale per due. Eppure sono così felice, sono contenta di ciò che sono riuscita a costruire e in fondo, anche se non sono impegnata con i tour ultimamente, ma con la mia famiglia mi sta bene." raccontò.
"Oh, sono così felice per te! Te lo meriti tanto." dissi con sincerità, lo pensavo veramente, dopo tutto ciò che aveva passato se lo meritava davvero.
"Anche tu ti meriti la tua felicità, stupido biondino che ti ha mollata." borbottò.
"Da quando parli mali di Ryan?" chiesi divertita.
"Da quando ti ha lasciata e da quando vale di più il codice di amicizia fra donne... ovviamente io a quello stupidotto gliel'ho detto e ridetto, ma sai com'è, orgoglioso fino al midollo!" sbuffò.
"Il genere maschile è tutto così... hai presente Devon, il fratello di Ryan?" chiesi.
"Quale dei tanti?" chiese.
"Non quello che hai conosciuto tu, quello che viene subito dopo Ryan. Il dongiovanni." specificai.
"Ahh, sì! Ricordo, quello davvero molto molto bello!" esclamò e io risi.
"Ti ricordo che sei una mamma e una donna sposata, ma poco male perché anche lui sta convolando a nozze." dissi.
"Lui?! Il primo Carter che si sposa?! Credo che la vita giochi davvero dei brutti scherzi." ridacchiò.
"Ad ogni modo, Ryan non aveva mai detto a suo padre del fatto che lui mi abbia lasciata e mi ha invitata al matrimonio di Devon... "dissi sganciando la bomba, che come avevo previsto scaturì un urlo da parte della mia amica.
"Cosa?!?! Oh mamma, ma quel ragazzo è proprio andato!" urlò.
"Eh... direi..." scossi la testa.
"Pazzo, pazzo! Mi spiace Alex che tu stia passando tutto questo, quando torni a Chicago?" mi chiese.
"Tra una settimana, giusto il tempo per far conoscere ai miei il loro nipotino, anche perché la mia editrice mi sta col fiato sul collo e non ho ancora scritto nemmeno il prologo del nuovo libro." confessai.
"Mhm... non è poi così male, mi ricordo quando Riccardo aveva avuto un blocco, capita. Ora devo andare." disse.
"Va bene, fatti sentire ad un orario per umani e non per vampiri... ok?" chiesi.
"Certo, un bacio anche da Riki e dai bambini." disse.
"Anche a tutti voi, buonanotte... cioè, per me." risi e rise pure lei.
Quando guardai le ore notai che erano quasi le sei, tornai in camera e mi appisolai nuovamente.
Ryan Pov.
Il vento e l'alba erano ormai diventati una costante per me, ogni mattina andavo a correre per liberare la mente e funzionava alla grande, mi dava la carica giusta per iniziare la giornata.
Quando tornai a casa mi feci una doccia veloce e mi vestii, il matrimonio di Devon sarebbe stato tra una settimana.
A quanto pare avevano organizzato tutto ancor prima di rivelarlo ai parenti!
Mancava solo da definire una cosa: cosa fare all'addio al celibato e in quanto testimone era mio compito preparare.
La prima cosa che avevo scartato erano stati i locali con le spogliarelliste, in realtà ancora non avevo in mente cosa fare, sapevo solo che Julia sarebbe andata in un locale adibito per karaoke con alcune sue amiche e cugine a festeggiare.
"Matt!" esclamai, vedendolo intento a scrutare la foto di famiglia, dove ancora c'era mia madre.
"Era tutto perfetto..." disse con un sospiro.
Tra tutti, Matt era forse quello che aveva sofferto maggiormente e a seguito della morte di nostra madre non si era mai ripreso.
Aveva cominciato ad estraniarsi dal mondo e ad escludersi, concentrandosi solo sulla scuola e sullo sport e ora, sul lavoro. Non ha mai fatto cenno ad alcuna ragazza, ma so che è passato in tanti letti, ma mai nessuna aveva dormito con lui nel suo.
"Potrebbe esserlo anche ora, non crogiolarti nel dolore. Vivi, vai avanti, lei non vorrebbe vederti così... anzi, non vuole vederti così!" dissi.
"Lo sai che non credo a queste cazzate Ry! Non credo ad una splendida vita dopo la morte." disse pungente.
"Lo so Matt, ma sperare che anche tu possa avere un lieto fine non è male come cosa." dissi.
"Nemmeno tu l'hai avuto no?" borbottò.
"No, nemmeno io l'ho avuto. Per lo meno ho lottato, Matt, cavolo! Ti sei rinchiuso nella tua bolla e non hai lasciato entrare nessuno, il tuo cuore è come un fottuto ghiacciolo e Dio solo da se qualcuno potrà mai aiutarti a scioglierlo." dissi.
"Almeno non ho sofferto come un cane." ribatte, andandosene indignato.
***
A fine settimana mi stavo letteralmente mettendo le mani nei capelli, il resort intero era in fermento per l'imminente matrimonio ed io ero ancora indeciso sul da farsi.
Insomma, il matrimonio sarebbe stato solamente il giorno dopo e io avrei dovuto organizzare questa serata!
Era meglio una cosa intima oppure una cosa in grande? A casa o fuori? Non ero molto esperto, ma verso la fine della giornata, avevo già in mente cosa organizzare.
Avevo prenotato un tavolo nell'unico locale notturno della città: il Blue Moon Nite Club, solo per noi cinque fratelli e solo per passare del tempo insieme bevendo cocktail, non per farsi nessuna ragazza.
Ci preparammo e ci incamminammo tutti e cinque con la macchina di Matt.
Era lontano dal resort circa cinquanta minuti e per stasera poi ci avrebbe riaccompagnati Jason, dal momento che era ancora minorenne e non poteva assumere alcolici.
Chiaramente sarà già stato al Blue Moon con qualche suo amico, ma con la famiglia niente documenti falsi.
"Che palle far l'autista." brontolò abbottonandosi la camicia e sedendosi al posto del guidatore.
"È un onore per te anche solo appoggiare il tuo sedere sulla mia auto, J. Per cui, fai il bravo e parti." disse Matt, che si era accuratamente seduto al posto di fianco a lui.
In teoria avrebbe potuto benissimo guidare lui, ma voleva far fare a Jason la prova del nove e capire se poteva fidarsi e bere oppure no.
Io mi ero messo in mezzo, tra lo sposo e Connor.
Il locale era pieno zeppo di gente, ragazzi dell'età di Matt e Jason, forse qualcuno dell'età di Devon e pochi coetanei miei e di Connor.
Il buttafuori ci fece entrare subito e ci portarono poi al nostro tavolo, era molto diverso da un locale in stile newyorkese... questo era più in stile western, con tanto di spazio adibito al rodeo fuori.
Una cameriera arrivò per gli ordini, io presi un hamburger con patatine fritte e una birra per cominciare, cosa che fecero tutti quanti, tranne il povero Jason.
"Tranquillo Jason, il futuro sposo poi ti farà assaggiare qualcosina." ridacchiò Devon.
"Ma guarda chi si rivede... quella non è mica Alex?" chiese Connor tutto d'un tratto, girai la testa di scatto e la vidi.
Era con sua sorella e un'altra ragazza a me sconosciuta.
"Sì, è lei." dissi.
"Beh, salutala!" esclamò Devon.
"Salutarla? Io dico che non hai le palle." disse Matt.
Feci una smorfia e la vidi avvicinarsi al nostro tavolo, segno che ci aveva riconosciuti.
"Ciao ragazzi!" disse sorridente, forse un po' troppo.
"Madame, le offrirò un drink se ha voglia di sedersi con noi poveri ragazzi del Montana, per il mio matrimonio e il futuro." scherzò Devon facendole l'occhiolino.
"Quale onore... ma mi spiace, sono qua con Clarissa e Scarlett, la mia amica laggiù. E poi, oltre a non essere forse ben accetta, non voglio rovinarvi la festa. Ci vediamo in giro, è stato bello rivedervi." disse guardandomi.
"Va bene, ma domani ci vieni al matrimonio vero? In fondo, sei una di famiglia." disse Devon e io sospirai.
Alex era stata presente nella vita della mia famiglia da troppo tempo, era diventata amica di tutti, perfino di Matt e non potevo negare a loro di non parlarle mai più.
"Non lo so, vedremo Devon. In bocca al lupo per tutto lo stesso." disse per poi tornare al suo tavolo.
"Peró... mica male!" esclamò Jason facendo scoppiare tutti a ridere e facendomi stringere lo stomaco.
TO BE CONTINUE
Spero vi sia piaciuto!
Come state? Io bene, anche se non sono pronta all'inizio della scuola... io inizierò il 12, voi?
Quale fra i Carter per ora preferite?
Connor

 io inizierò il 12, voi?Quale fra i Carter per ora preferite?Connor

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Ryan

Devon

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Devon

Devon

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Matt

Jason

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Jason

A presto,Vittoria😘😘

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A presto,
Vittoria😘😘

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