- Mimi... Mimi...
Una voce la richiamò alla realtà, trascinandola fuori dall'oscuro abisso. Myra aprì gli occhi, sussultò e sollevò la testa dal libro ancora aperto sul tavolo.
Si guardò attorno confusa, mettendo a fuoco l'ambiente circostante, e finalmente ricordò tutto: la strega nella grotta, la profezia... aveva passato la notte in biblioteca, cercando ossessivamente qualsiasi informazione che potesse aiutarla.
Danae la fissava con aria preoccupata: indossava ancora la camicia da notte, mentre i capelli albini lasciati sciolti arrivavano a lambirle le piccole scapole.
- Hai passato la notte qui?
La maggiore si strofinò le palpebre con una mano, mentre con l'altra chiudeva Psicologia e alchimia.
- Io... dovevo fare una ricerca...
- Una ricerca su cosa?
Myra si morse il labbro inferiore, mettendo a posto il tavolo con fare poco convinto. Era davvero il caso di parlare subito a Danae di quei terribili versi sibillini, costringendola a condividere il suo stesso tormento?
A quell'ostinato e imbarazzato mutismo la secondogenita di Nesius rispose con un sospiro: - Va bene, non me lo vuoi dire. Magari però puoi dirmi un'altra cosa...
Il suo sguardo si indurì, il tono di voce divenne terribilmente severo: - Perché ieri sei sparita?
La ragazza più alta serrò la lingua tra i denti. Mai prima di allora aveva desiderato tanto il dono del teletrasporto o dell'invisibilità.
Questa volta Danae non si accontentò del silenzio come risposta: - Allora? Devo rinfrescarti la memoria? Mentre passeggiavamo in giardino con i miei futuri parenti hai pensato bene di defilarti senza nemmeno avvisare.
- Guarda che so cos'ho fatto – borbottò l'altra accigliata.
- Bene. Ora potresti darmi una spiegazione?
Myra alzò gli occhi al soffitto con fare infantile. Avrebbe voluto urlare in faccia quanto odiava tutti quei fottuti idioti, a partire da Ianos il Perfettino, colui che voleva portarle via la persona che amava di più.
"Sono scappata perché non voglio avere niente a che fare con loro! Sono patetici, orribili, mi fanno schifo, vorrei ucciderli tutti! Come fai a non renderti conto che stai buttando via il tuo futuro per accollarti delle simili zavorre?"
Questo fu tentata di rispondere, immaginandosi di rovesciare il tavolo, scaraventare la sedia lontano e prendere a pugni la parete più vicina. Immaginò anche la reazione spaventata di Danae e in cuor suo se ne dispiacque, ma osservò anche che una simile scenata forse avrebbe portato l'amata gemella a rendersi conto dei propri errori e riconoscere finalmente chi delle due stava dalla parte della ragione.
Nella sua mente, la dolcissima luce dei suoi occhi finiva per gettarsi tra le sue braccia e mormorare affranta: "Oh, Mimi, è vero, grazie per avermi aperto gli occhi, sono stata un'ingenua, scusami! Quando saremo maggiorenni tornerò con te a casa, nel mondo umano, e passeremo le notti sulla spiaggia, noi due da sole, per sempre."
- Mimi! Smettila di chiuderti in questo mutismo ostinato, non puoi pensare di risolvere le cose in questo modo!
La voce arrabbiata dell'adorata consanguinea costrinse Myra ad un brusco ritorno alla realtà. Sbuffò sonoramente e si limitò a farfugliare: - Tanto non servivo a nulla, lì. Non avrei fatto alcuna differenza se fossi stata presente.
Danae incrociò le braccia, senza addolcire lo sguardo: - Beh, ti sbagli. Sei mia sorella, sei la persona a cui tengo di più al mondo. Ho condiviso con te ogni singolo istante della mia vita e per me sarebbe stato importante averti accanto. Ti ho sempre sostenuta e rispettata, ti sarebbe costato tanto fare lo stesso per me, ieri?
Le parole della diciassettenne vennero seguite da ulteriori istanti di silenzio.
Come si poteva replicare a un discorso del genere?
Myra strinse al petto la pila di libri, volse le spalle e si diresse a falcate verso gli scaffali. Udì la sorella sospirare, ma non reagì nemmeno quando la più giovane cambiò discorso.
- Ricordati che tra poco dovremo uscire. Papà ci accompagna a comprare qualcosa da indossare al Gran Ballo.
***Già, il Gran Ballo.
Scontato dire che la primogenita di Nesius non facesse proprio i salti di gioia all'idea di partecipare a ciò che ai suoi occhi appariva come un'inutile, chiassosa e pomposa ostentazione.
L'angoscia dei preparativi, l'ansia per gli imprevisti, il viaggio, la mancata possibilità di scegliere la musica, le persone...
A Myra venivano i conati di vomito al pensiero di tutta quella gente volteggiante, strizzata in abiti sfarzosi, tutta intenta a parlare di idiozie e frivolezze...
Sicuramente si sarebbe ritrovata costretta a socializzare, bloccando i muscoli del volto in un sorriso forzatissimo e annuendo alle stronzate del primo imbecille che le avessero presentato.
Se poi al numero già elevato di invitati si sommavano le oltre duecento pretendenti giunte da chissà dove...
- Secondo me quegli orecchini starebbero bene con la tua collana, Mimi.
La voce di suo padre la risvegliò dalle proprie invettive contro quell'immensa stronzata chiamata Gran Ballo. Lanciò una rapida occhiata ai gioielli appena indicati e annuì, portando istintivamente una mano a sfiorare il ciondolo che una volta apparteneva a sua madre.
- Vuoi provarli?
- D'accordo.
Come ogni zona di Nychtapolis, il Distretto Olimpo fondeva insieme (e talvolta modernizzava) elementi caratteristici dell'età vittoriana con la cultura di un periodo storico differente, in quel caso l'Antica Grecia: i negozi del centro, pur essendo costruiti secondo uno stile puramente ellenico, erano provvisti di porte e vetrine e la merce venduta rappresentava un perfetto connubio tra le due epoche.
Nesius oltrepassò con le figlie la soglia della gioielleria, mentre Isaac veniva trascinato dal piccolo Kiros alla biblioteca infantile che si ergeva sul lato opposto della strada.
La proprietaria del negozio era una vampira dalla pelle olivastra e i capelli neri. Sorrideva poco ma aveva un'aria gentile.
- Buongiorno, posso aiutarvi?
- Buongiorno a Voi. Mia figlia vorrebbe provare quegli orecchini, se possibile. – rispose il vampiro albino.
La gioielliera annuì, porgendo a Myra l'articolo prescelto: - A Voi, signorina.
Erano due piccole rose d'argento verniciate di nero con sfumature cremisi.
La ragazza li indossò senza dire una parola, ringraziando con un flebile mugugno. Si ammirò poi nello specchio che la donna le aveva prestato, constatando che, effettivamente, l'abbinamento con la collana era perfetto.
Con la coda dell'occhio, notò che Danae si aggirava per il negozio ammirando la mercanzia esposta con cura. Si fermò davanti a un grazioso specchietto dall'aria antica, afferrandolo per il manico e sollevandolo all'altezza del piccolo viso.
E poi, la terrificante mano di un'ombra, uscita dalla superficie riflettente, le afferrò violentemente il collo...
- Dany!
La minore sussultò, voltandosi stupita verso la sorella. Anche Nesius e la gioielliera lanciarono alla diciassettenne un'occhiata interrogativa.
- Mimi, qualcosa non va? – domandò l'albina più bassa, rigirandosi distrattamente lo specchietto tra le esili dita.
- Io...
Myra batté le palpebre con aria confusa, dandosi poi della stupida almeno cento volte.
- Niente... ehm... gli orecchini vanno bene.
- A me invece piace questo – disse Danae, posando sul bancone il piccolo specchio incriminato.
- E' un articolo interessante – rispose la proprietaria del negozio, mentre Nesius pagava gli acquisti delle figlie. – Secondo quanto mi ha raccontato il venditore, millenni or sono apparteneva a Elena di Troia. Che sia vero o meno, poi, naturalmente non posso saperlo, ma trovo che tutto ciò abbia un che di affascinante. Quasi mi dispiace non potermi specchiare come voi dampiri. – scherzò infine.
"Elena di Troia" pensò Myra mordendosi la lingua. "Personaggio poco tragico, eh... ci serviva proprio..."
Quasi sussultò quando Danae le posò una mano sul polso: - Mimi, sei sicura che vada tutto bene?
La ragazza esitò, volgendo lo sguardo fuori dalla vetrina per prendere tempo... e per poco non lanciò un'imprecazione.
- Ehi! Ma guarda chi si vede!
La dampira bestemmiò mentalmente tutte le divinità dell'Olimpo, mentre uno zelante Erasto salutava con entusiasmo da dietro il vetro, con Ianos Il Perfettino al proprio fianco.
Dany si illuminò, fiondandosi fuori per stampare due baci sulle guance al futuro marito, mentre Myra si trascinò svogliatamente fino alla soglia della gioielleria non appena Nesius ebbe ritirato i preziosi articoli appena acquistati.
"Ho passato una notte in biblioteca quasi per niente, ho discusso con mia sorella, devo prepararmi per quello stupido ballo e ho pure cominciato ad avere le allucinazioni... ci volevano proprio questi due idioti a completare il quadretto delle mie disgrazie..."
- Caro Nesius, state portando la famiglia a far compere? – domandò il sindaco del distretto, come se la situazione non fosse abbastanza ovvia.
Il vampiro abbozzò un sorriso, stringendo la mano sia all'interlocutore sia al ragazzo che si era limitato a rivolgergli un educato saluto: - Buongiorno, Erasto, e buongiorno a te, Ianos. Sì, abbiamo dato inizio ai preparativi per il Gran Ballo.
- Oh, anche il resto della mia famiglia sta facendo acquisti per il ballo! – sorrise Erasto, mentre Isaac e Kiros li raggiungevano. – Io e Ianos, invece, stiamo aspettando il Principe Erede, dovrebbe arrivare a momenti...
- Il Principe Erede? – esclamò Isaac. – Sta davvero venendo qui?
- Lui in persona! – rispose il sindaco. – Ci sono un paio di pratiche da sbrigare, perciò, con l'occasione, sarà nostro ospite per tutto il giorno. In realtà sarebbe dovuto venire il re, ma per via di un contrattempo si è fatto sostituire dal principe e... oh, eccolo che arriva!
Il rumore di zoccoli in avvicinamento, unito al leggero chiacchiericcio di quattro ruote sulle strade in pietra, portò il gruppetto a voltarsi, tra i mormorii confusi e le espressioni stupite dei passanti.
Il calesse del Principe Erede era più piccolo di una carrozza normale, interamente verniciato di nero come il manto dei due cavalli che lo trainavano e abbellito con tendine cremisi. Nessun cocchiere conduceva quell'elegante quanto lugubre mezzo di trasporto: pareva che i due magnifici equini dagli occhi color sangue già conoscessero il percorso da seguire.
La diligenza si arrestò a pochi passi dal sindaco che agitava le braccia con fare festante. La portiera di destra si spalancò lentamente da sola e, pochi istanti dopo, una figura maschile uscì allo scoperto, sistemandosi le pieghe del lungo mantello.
Ci fu un momento di silenzio collettivo, mentre il principe Cyrus in persona si guardava attorno con un sorrisetto, per poi concedere la propria attenzione a un sempre più iperattivo Erasto.
- Undici esatte del mattino al Distretto Olimpo, come promesso. Direi che la puntualità è sempre il mio forte. – disse l'erede al trono con fare compiaciuto.
Era un vampiro piuttosto alto, dal fisico slanciato e la carnagione diafana; all'apparenza dimostrava poco meno di trent'anni, aveva lineamenti aguzzi e affascinanti, capelli nerissimi e lucidi raccolti in una coda e occhi dalla pupilla sottile, le cui iridi erano tinte di un magnetico verde smeraldo.
Indossava un elegante completo composto da camicia bianca, gilet nero gessato e pantaloni abbinati, il tutto vivacizzato da un fazzoletto color menta annodato attorno al collo.
- Maestà! – esclamò Erasto, contenendo a fatica l'emozione. – Maestà, benvenuto! Ma siete giunto fin qui da solo?
- Oh, bazzico in questo regno ormai da un centinaio d'anni, le strade le conosco bene – replicò il principe con noncuranza, squadrando uno ad uno i componenti del gruppo lì radunato. – Sono tutti Vostri parenti, Ernesto?
- Erasto, sire. Veramente, lui è uno dei miei figli, mentre loro sono... beh, diventeranno miei parenti quando Ianos sposerà la signorina Danae.
Uno strano scintillio illuminò gli occhi verdi del principe non appena posò lo sguardo sulla secondogenita di Nesius. Le si avvicinò, invitandola a poggiare la mano sulla propria per baciarne il dorso, strappando a Myra un sibilo irritato. Danae lo accontentò con una certa esitazione.
- Che delicata e incantevole creatura! Raramente il mio sguardo si è posato su una simile perla. Mi piacerebbe così tanto scrivere un'ode per Voi, Danae...
La osservò per alcuni istanti, strappandole un piccolo sorriso imbarazzato, poi si rivolse a Ianos, lasciando andare la mano di lei fin troppo lentamente.
- Siete un ragazzo fortunato. Io sono piuttosto bravo a capire le persone guardandole negli occhi. I suoi riflettono un animo premuroso, mite ma forte al tempo stesso. Sarà per Voi una compagna meravigliosa.
- E io farò in modo di essere un compagno meraviglioso– rispose il figlio del sindaco senza batter ciglio. – Comunque, temo che il tempo a disposizione si stia restringendo, Altezza, forse sarebbe meglio avviarsi. Potremmo riprendere la conversazione con calma più tardi, quando saremo accomodati nel nostro salotto. Ammesso che alla famiglia di Dany faccia piacere...
La diciassettenne scambiò uno sguardo un po' incerto col padre, per poi piegare le labbra in un piccolo sorriso: - Beh, d'accordo... se per i miei parenti non è un problema...
- Io accetto l'invito volentieri – replicò Nesius, accarezzando la testa del figlio più piccolo, visibilmente entusiasta all'idea di passare il pomeriggio in compagnia dell'illustre ospite.
Myra nascose i pugni dentro le tasche dei pantaloni, borbottando a denti stretti: - Io non posso, ho l'addestramento oggi pomeriggio.
- Addestramento? – si interessò il principe. – Siete intenzionata dunque a lasciare la città in un futuro più o meno prossimo...
- A Mimi è rimasto nel cuore il mondo umano in cui siamo nate – spiegò Danae, coprendo il grugnito di assenso della sorella. – Non ha mai dimenticato i luoghi della nostra prima infanzia.
- A ognuno le proprie scelte – commentò l'erede al trono con un sorriso enigmatico. – Beh, come ha detto il giovane Ianos, si sta facendo tardi. Non vedo l'ora di poter godere nuovamente della Vostra compagnia, miei signori e... mia signora. Salite pure sulla mia carrozza, sindaco, i miei destrieri ci condurranno a destinazione in un battibaleno.
Erasto saltellò allegramente fino al calesse, mentre il figlio, dopo aver scosso la testa, salutò i futuri parenti con una stretta di mano, fatta eccezione per Dany, da cui si congedò con un brevissimo bacio sulla guancia.
Myra lanciò a lui e al principe uno sguardo furente, seguendo poi il percorso della carrozza con occhi pieni di odio fino al momento in cui il mezzo non sparì dalla sua vista.
Isaac si lasciò sfuggire un fischio, emettendo una risatina nervosa: - Beh, direi che non capita tutti i giorni di incontrare quell'inquietante del principe Cyrus e fissare con lui un appuntamento. Sinceramente non me lo sarei mai aspettato.
I capelli castani gli scendevano in morbide onde fin sotto le spalle, l'azzurro cielo dei suoi occhi si abbinava perfettamente a quello del completo che indossava. Era solito rivolgersi alla famiglia del suo allievo in lingua greca, anche se talvolta si lasciava sfuggire qualche esclamazione in inglese, chiaro richiamo al distretto da cui proveniva.
Nesius si limitò ad annuire, visibilmente indeciso se dar voce o meno al dubbio che pareva assillarlo. Fu Danae a stemperare la situazione, commentando le stranezze del futuro suocero con un piccolo sorriso: - A un certo punto ho pensato che se Erasto fosse stato umano se la sarebbe fatta addosso. Non oso pensare come si comporterà oggi pomeriggio. Tu, Mimi, sei proprio sicura di non poter venire?
La maggiore sospirò, scuotendo la testa: - Ho preso un impegno con il nonno, non mi va di dargli buca all'ultimo. E poi lo sapete che non mi piacciono queste... cose. – concluse, cercando di non calcare troppo il proprio disprezzo nel pronunciare l'ultima parola.
Nesius le accarezzò la testa, per poi indicare un negozio di fermagli con un cenno: - Che ne dite, proseguiamo con i nostri acquisti?
I figli e il giovane maestro annuirono, incamminandosi con lui lungo il marciapiede in pietra levigata.
Myra si accorse che la gemella sembrava desiderosa di chiederle qualcosa, ma si finse conquistata dalla merce esposta dietro le vetrine dei negozi. Prima di tutto voleva evitare in tutti i modi il litigio che si sarebbe sicuramente scatenato se fossero entrate nuovamente in argomento "Ianos"; poi era ancora infastidita dall'incontro con quel principe insopportabile, che fossero dannati lui, le sue odi e i suoi complimenti da poetastro fallito.
Ma soprattutto, quel segreto che pesava come un macigno sul suo cuore tormentato le stava già facendo perdere interesse in tutto ciò che la circondava, portandola a rimuginare continuamente sul verso più nefasto della profezia.
"Spirito dell'Ombra" pensò tra sé, evitando all'ultimo di scontrarsi con una signora ben vestita. "E' una persona? E' un vero spirito? Che sia un semplice appellativo? Un riferimento a una caratteristica, a un nome..."
L'ultima idea la fece sussultare, mentre quasi in automatico rifletteva sul significato del primo nome che le venne in mente.
"Ianos significa... qualcosa come Dono di Dio... credo... o forse è un richiamo alla divinità Giano... ma in che modo potrebbe essere collegato all'ombra? Potrebbe veramente essere lui?"
Si ripromise di fiondarsi in biblioteca non appena possibile per indagare sul suo primissimo sospettato. Era possibile che quel dannato perfettino corrispondesse alla minaccia della profezia. Lo Spirito dell'Ombra, uccidendo una di loro, le avrebbe separate.
"E lui ci separerà sposando Danae. Devo assolutamente tenerlo d'occhio. Ha pure osato chiamarla Dany, quel maledetto..."
Si lasciò sfuggire un piccolo ghigno, quasi sperando di essere sulla strada giusta. Non le sarebbe dispiaciuto affatto trovarsi costretta a ucciderlo per proteggere sé stessa e la persona che amava di più.
Oltretutto, niente Ianos significava niente matrimonio, e niente matrimonio...
"Danae verrà con me a casa. Salverò entrambe da un destino crudele e salverò lei da una vita infelice. Sì, spero sia lui."
E sotto il cielo d'ardesia, in mezzo ai passanti che si spostavano da una vetrina all'altra, la nuova ossessione si era presto affiancata a quella vecchia, talvolta mescolandosi, talvolta semplicemente coesistendo, cominciando a consumare lentamente il piccolo lume della sua ragione.***
Angolo dell'Autrice: Ecco qua il nuovo capitolo.
E' stato introdotto un nuovo personaggio, che sarà piuttosto importante per il corso della storia, mentre Myra ha già cominciato a svalvolare.
Spero vi sia piaciuto, grazie a tutti per aver letto, alla prossima!LynnForster
STAI LEGGENDO
NYCHTAPOLIS - Lo Spirito dell'Ombra
VampireNychtapolis, il regno dei vampiri, è un luogo nascosto e dimenticato dal mondo umano, una città mitologica in cui ombre e oscurità si alternano instancabilmente. Da secoli offre protezione ai leggendari esseri assetati di sangue che raramente se ne...