Capitolo 2. The Moon Sisters

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C'era un motivo se il Monte Olimpo aveva ottenuto un posto speciale tra i luoghi più famosi della mitologia greca: gli antichi credevano che la sua alta vetta ospitasse la dimora degli dèi, i quali spesso amavano scendere tra i mortali e immischiarsi nelle loro faccende.  
Nel mito c'era effettivamente un fondo di verità: le pendici dell'Olimpo non ospitavano naturalmente le abitazioni delle divinità, bensì uno dei principali accessi per un mondo oscuro e ormai dimenticato. Situata in un punto ben celato e inaccessibile, in modo da non rischiare di essere trovata per sbaglio da un incauto esploratore, c'era una piccola grotta, le cui pareti erano quasi interamente marchiate da strani simboli.
Se un comune mortale vi si fosse addentrato, si sarebbe ritrovato, un paio di metri più avanti, a sbattere il naso contro la dura roccia; al contrario, uno stregone, una strega o un individuo appartenente alla razza dei vampiri avrebbe oltrepassato la fine del tunnel con facilità e raggiunto Nychtapolis, il regno nascosto, un'unica enorme città suddivisa in dieci distretti.
E mentre a diversi chilometri di distanza, in quel caldo pomeriggio del 17 Luglio 1987, la bella Olympia si preparava ad affrontare una grande battaglia per amore della propria famiglia, una giovane dampira albina sostava sulla soglia della piccola grotta, desiderosa a sua volta di intraprendere una battaglia per amor di sé stessa.
Erano passati ormai dieci anni da quando Myra era stata portata a Nychtapolis dal padre insieme all'amata gemella e al fratellino appena nato. La sua adolescenza non si era rivelata particolarmente cupa e infelice come aveva pensato il giorno in cui lasciò il mondo degli umani: Nesius, nonostante l'apparente portamento altezzoso, si era rivelato un genitore amorevole (e forse un po' troppo permissivo) e gli abitanti della città segreta non avevano mai mostrato avversione nei confronti dei tre mezzosangue. Vampiri e dampiri convivevano pacificamente da secoli, senza che nessuna delle due razze cercasse di prevalere sull'altra.
Insomma, rispetto alla prospettiva di crescere in un orfanatrofio o venire sbattuta da una famiglia all'altra, separata dai propri fratelli, Myra ammetteva di aver avuto una certa fortuna, eppure, nonostante si mostrasse riconoscente nei confronti del mondo buio che l'aveva accolta, non era mai riuscita a sentirsi fino in fondo parte di esso.
Danae si era adattata senza problemi, mentre per Kiros la città oscura era l'unica "casa" conosciuta, non avendo ricordi del mondo umano; Myra, al contrario, non aveva mai scordato i luoghi della propria infanzia, il piccolo appartamento quasi spoglio ma sempre accogliente, il giardinetto con lo scivolo, il calore di una mano umana sul volto, il profumo degli ulivi... il mare! Oh, quanto le mancava il mare!
Spesso si fermava sulla soglia della grotta, senza il coraggio di fare un singolo passo in avanti, chiudeva gli occhi e si metteva ad ascoltare il sibilo del vento, immaginando una sconfinata distesa blu dinnanzi a sé.
"Il mare" pensava, rivolgendosi alla brezza che le sfiorava il volto. "Ti prego, portami la voce del mare!"
Se si concentrava abbastanza, poteva quasi illudersi di sentire il rumore delle onde che si infrangevano su un'alta scogliera, lo stridio dei gabbiani e l'odore di acqua salmastra.
Ormai mancava meno di un anno al raggiungimento della maggiore età e Myra assaporava con impazienza il momento in cui sarebbe finalmente tornata in quello che considerava il suo mondo.
A casa.
Una voce femminile la costrinse a scuotersi dai propri pensieri e voltarsi: Danae aveva appena superato la barriera e la stava raggiungendo con le labbra piegate in un sorriso. Indossava un lungo abito grigio perla che le lasciava scoperte le piccole spalle e aveva raccolto i capelli con un grande fermaglio d'argento.
- Sapevo ti avrei trovata qui – disse, tenendo ben sollevati gli orli della gonna. – E' ora, tra poco arriveranno gli ospiti.
- Di già?
Myra sospirò, afferrò la mano della sorella e la seguì attraverso la barriera, sbucando in uno spiazzo erboso sovrastato da un cielo color ardesia.
Si guardarono per qualche istante, poi sorrisero: cominciarono a correre sempre più rapidamente, raggiunsero il fiume che circondava per intero la città, oltrepassarono il ponte di vetro che univa le due sponde e, una volta giunte al Distretto Olimpo, rallentarono, imboccando le stradine in pietra che le avrebbero condotte alla dimora paterna.
Chiunque le avesse viste l'una accanto all'altra per la prima volta non avrebbe mai pensato fossero gemelle, visto che condividevano soltanto i colori tipici dei discendenti dei vampiri albini.
Myra era alta e asciutta, indossava quasi sempre abiti dalle tonalità scure, aveva il naso dritto, curve pressoché assenti e uno sguardo fiero e ardito, talvolta quasi feroce; parlava poco e con un tono di voce grave, non amava il contatto con la gente e raramente mostrava le proprie emozioni.
Danae, al contrario, era bassa e minuta, provvista di forme femminili e aggraziate; aveva il naso aquilino, il volto un po' allungato e la dentatura imperfetta, tuttavia, nonostante fosse esteticamente meno carina della sorella, molti finivano per sentirsi inesorabilmente attratti da lei. Era una ragazza dolce e premurosa, sempre pronta a dare una mano e regalare un sorriso anche agli sconosciuti. 
Il giorno e la notte, la luce e l'ombra. Anche i loro piani per il futuro erano completamente diversi.
- Sei emozionata? – domandò la maggiore, mentre si fermavano di fronte all'ingresso di una grande e antica villa greca di forma rettangolare. Danae emise una risatina.
- Tantissimo, davvero. Ianos è un ragazzo così garbato e colto, mi sono trovata benissimo con lui nelle ultime settimane. Ha un modo di parlare a dir poco brillante e, pensa, abbiamo pure un sacco di interessi comuni, a entrambi piace l'equitazione, passeggiare sotto la pioggia e leggere romanzi gialli e... queste cose te le ho già dette, vero?
- Almeno una decina di volte – sorrise Myra, facendo scattare la serratura del portone in legno. – Mi fa piacere vederti così entusiasta, ma mi auguro che tu sappia quello che stai facendo: lo sai che quando pronuncerete il Giuramento le due famiglie inizieranno ad essere indissolubilmente legate tra loro, vero? Roba da stregoni, non c'è da scherzare...
- Mimi, sono consapevole delle mie scelte – replicò Danae in tono malizioso. – Non è che stai provando di nuovo a convincermi a lasciare Nychtapolis con te?
La primogenita di Nesius si zittì all'istante, mordendosi il labbro. L'unico dettaglio che le faceva avere dei ripensamenti riguardo il proprio ritorno nel mondo umano era il doversi separare da lei.
Certo, le sarebbero mancati suo padre, suo fratello e i pochi con cui aveva stretto amicizia, sarebbe tornata a trovarli qualche volta, ma non poteva sopportare l'idea di non condividere il futuro con Danae. Erano venute al mondo insieme, il loro legame era così forte che, talvolta, avevano quasi l'impressione di potersi leggere nel pensiero. Erano parte l'una dell'altra, poiché non poteva esistere luce senza ombra e ombra senza luce.
- Mimi?
La ragazza più alta si rinchiuse in un ostinato silenzio, continuando a rimuginare tra sé mentre attraversavano uno dei quattro porticati che circondavano il grande giardino posto al centro esatto dell'abitazione. Doveva esserci un modo per convincere Danae a seguirla, la sua gemella stava sicuramente per buttare via il proprio futuro stupidamente: sposarsi e mettere su famiglia? Che valore poteva avere tutto ciò di fronte alla prospettiva di una vita in libertà passata accanto a chi con te ha condiviso ogni singolo respiro?
Il loro rapporto era così... intenso, speciale. Myra inorridiva al pensiero di avere dei figli, ma era certa che, se ne avesse avuti, non sarebbe mai riuscita ad amarli più della gemella. Sarebbe stata disposta a morire o forse anche a rinunciare al proprio sogno per lei.
"Ma non sarà necessario rinunciare" pensò, varcando la soglia della porta che dall'esterno conduceva in cucina. "Lei verrà con me. Ne sono sicura."
In un angolino della parete opposta, Kiros sedeva ad un tavolino bianco e stava formando una pila ordinata con i propri libri scolastici. Alzò lo sguardo in direzione delle sorelle e agitò la piccola mano in cenno di saluto, mentre il suo giovane maestro, Isaac, sorrise con fare divertito, indicando con il pollice in direzione del salotto: - Sono arrivati.
Danae sussultò, cominciando a lisciarsi convulsivamente le pieghe dell'abito: - Oh, cielo, sono già qui! E adesso come faccio a... pensavo sarebbero arrivati tra cinque minuti e... Mimi, come sto?
- Sei perfetta – rispose la maggiore, mandando giù a forza il groppo alla gola che la stava tormentando.
Danae sospirò un paio di volte, poi, cercando di darsi contegno, uscì velocemente dalla cucina, seguita a ruota dalla gemella.  
Nesius stava già intrattenendo una cordiale conversazione con gli ospiti speciali, aveva raccolto i lunghi capelli albini in una coda e indossava un elegante completo blu scuro. Non appena si accorse della presenza delle figlie, si scostò appena, in modo che fossero entrambe ben visibili alla numerosa famiglia del futuro genero.
Il volto di Danae si illuminò, mentre un giovane dampiro dai capelli corti e castani faceva un passo verso di lei. Era un ragazzo di media altezza e dal fisico atletico, dimostrava circa una ventina d'anni e i suoi occhi scuri e profondi erano lo specchio di un animo intelligente e posato.
La secondogenita di Nesius annullò presto le distanze, abbracciando calorosamente colui di cui tanto aveva parlato durante le ultime settimane.
Lo sguardo di Myra si indurì.
- Ho, ehm, appena avuto l'onore di conoscere tuo padre – disse infine Ianos, un po' sorpreso dalla manifestazione di affetto della diciassettenne. – Permettimi di presentarti alla mia famiglia: lui... beh, lo sai, è mio padre, Erasto...
- Nuovo sindaco del Distretto Olimpo – specificò con orgoglio l'uomo appena indicato. – E, a proposito, grazie ancora per i vostri voti.
- Che in teoria dovrebbero restare segreti – borbottò Myra, sporgendosi verso l'orecchio di Nesius.
Erasto aveva un aspetto insolitamente "anziano" per un vampiro, essendo stato trasformato quando ormai si avvicinava alla sessantina. Non aveva mai raccontato nei dettagli la propria storia, ma, nonostante l'atteggiamento eccessivamente zelante e l'incapacità di frenare la lingua, era riuscito in qualche modo a conquistarsi la fiducia degli abitanti del distretto.
Accanto a lui, una vampira abbigliata con un lungo abito viola, volgeva lo sguardo in direzione della voce del figlio, senza poterlo realmente vedere. Anche lei dimostrava appieno i segni dell'età e, nei suoi occhi velati da una patina bianca, si leggeva una nota di malinconia.
- Lei è mia madre, Aglaia – continuò Ianos, indicandola. – E loro sono i miei fratelli: Hector con sua moglie Sophia, Icarus e Galene.
Il primo a essere nominato, nonché il maggiore tra i quattro figli di Erasto, era un ragazzone alto e muscoloso, con i capelli biondi rasati ai lati della testa ed espressivi occhi verdi; aveva un'aria simpatica e svagata e circondava con il braccio le spalle di una giovane donna dai capelli color grano, il cui abito dorato sottolineava un evidente rigonfiamento a livello del ventre.
Icarus, il terzogenito, era un diciottenne dalla capigliatura scura e scarmigliata, mentre Galene, timida e minuta, pareva voler scomparire all'interno della propria veste azzurrina. I lunghi capelli biondo cenere le scendevano fino alla vita e ricadevano in parte davanti al suo grazioso volto di sedicenne.
Danae li salutò calorosamente uno ad uno, poi, come voleva la tradizione, presentò a sua volta i propri parenti: - Dunque, avete già avuto l'onore di conoscere mio padre, Nesius. Lei è la mia amata gemella, Myra, mentre i ritardatari che arrivano in questo momento sono mio fratello Kiros e il suo maestro Isaac, originario del Distretto Roanoke.
- Dovevo mettere a posto i libri – si giustificò Kiros, arricciando in una smorfia il nasino puntellato di lentiggini.
- E' un vero piacere conoscervi – replicò educatamente Ianos, stringendo la mano ai futuri parenti acquisiti. Myra si sentiva piuttosto restia nel concedere un contatto fisico con quel giovane, colui che voleva portarle via la sua Danae, ma decise comunque di fare buon viso a cattivo gioco, abbozzando un sorriso che pareva più un ghigno.
- Tua sorella mi parla molto di te – le disse il dampiro, mentre allentava la presa sulle sue dita. –Sono felice di averti finalmente potuta incontrare. So che avete un legame davvero speciale.
- Sì, il nostro legame è speciale. – sibilò lei, squadrandolo dall'alto al basso. – E mi parla spesso anche di te.
Ianos aprì la bocca per aggiungere qualcosa, ma venne interrotto dalla voce esuberante del padre.
- Beh, per l'Olimpo, sono proprio curioso di visitare questa bella dimora, ho un debole per le abitazioni antiche! Che ne dite, caro Nesius, Vi andrebbe di far fare a me e alla mia cara consorte un piccolo giro turistico?
Il vampiro albino annuì con un sorriso, volgendo poi lo sguardo verso il gruppetto dei giovani: - Non c'è problema. Voi, ragazzi, volete invece approfondire le conoscenze passeggiando nel nostro bel cortile?
- Oh, sì, sarebbe magnifico! – esclamò entusiasta Danae.
- Io voglio fare la guida! – fece eco Kiros, strappando una risatina ai presenti. 
Myra non fiatò. Seguì i fratelli e gli ospiti fino in giardino, poi, senza dare nell'occhio, fece una deviazione, si arrampicò sul gigantesco fico che si ergeva fino a toccare con le fronde le finestre dei due piani superiori e, quando si trovò sufficientemente in alto, compì un balzo, atterrando agilmente sul tetto. Guardò per un'ultima volta verso il basso: nessuno sembrava essersi accorto della sua assenza, Danae inclusa.
Stringendo i pugni, la diciassettenne emise un ringhio stizzito e, con un salto, raggiunse il tetto dell'abitazione vicina. Proseguì senza sosta la sua corsa sopra il Distretto Olimpo, raggiungendo nuovamente il confine delineato dal fiume. Quando staccò il piede dall'ultimo tetto, tese le braccia in avanti e si tuffò nelle acque grigie. La temperatura doveva essere piuttosto bassa, ma il suo fisico non pareva risentirne.
Emerse in superficie scuotendo la testa, poi, con un paio di bracciate, raggiunse la riva opposta.
I morbidi pantaloni neri e la camicia le si appiccicarono al corpo, ma non ci diede peso. Si scompigliò i capelli dopo averli strizzati, poi si avviò a falcate verso la solita grotta, sperando che nessuno venisse a cercarla.
Superò la barriera quasi senza accorgersene, cercando di togliersi dalla testa l'immagine di Danae che camminava nel giardino con i futuri nuovi parenti, mano nella mano con Ianos, e si accorse in ritardo che la piccola caverna non era vuota come al solito.
Ebbe un sussulto: una figura incappucciata sedeva pigramente contro una delle pareti marchiate; con una mano stava tracciando degli strani simboli per terra, con l'altra reggeva una catenina nera a cui era appeso un ciondolo che brillava di luce azzurrina.
Myra avanzò lentamente, forse con imprudenza. La misteriosa figura non sembrò accorgersi di lei finché non le domandò: - Chi sei?
Da sotto il cappuccio, un paio di grandi occhi verdemare la scrutarono attentamente, facendola sentire nuda. Fece istintivamente un passo indietro, infastidita da quello sguardo che le penetrava l'anima (ammesso che ne avesse una) e ripeté la domanda.
Nella penombra riuscì a scorgere il volto di una donna sulla cinquantina, i cui lineamenti erano appena intaccati dai segni dell'età.
Finalmente la sconosciuta parlò, rivolgendosi a lei in lingua greca: - A volte lascio che siano i miei passi a condurmi. Oggi hanno scelto di portarmi in questo luogo. Non me l'aspettavo.
- Sei una strega, vero? – insistette Myra, trovando nuovamente il coraggio di avvicinarsi. – Che cosa hai scritto per terra?
La donna abbassò lo sguardo sorpresa, per poi battersi il palmo della mano sulla fronte: - Oh, ecco! Il Fato mi ha parlato di nuovo. Avvicinati, cara, questi simboli racchiudono il contenuto di una profezia. E credo proprio che sia per te.
- Per me?
La dampira aggrottò la fronte con aria sospettosa: - Come fai a dire con certezza che sia proprio io la destinataria?
- Beh, altrimenti perché ti avrei incontrata? C'è sempre un disegno ben preciso nella trama intricata del Fato. Le possibilità sono infinite, ma nessuna è affidata al caso. Questa profezia parla di due sorelle... gemelle, per la precisione...
Le ultime parole della strega furono sufficienti ad attirare l'attenzione della figlia di Nesius, che si avvicinò immediatamente alla misteriosa interlocutrice.
- Ti ascolto.
Il ciondolo stretto tra le mani della donna emanò una luce più intensa.
- Presta attenzione alle mie parole, Myra, figlia di Nesius – cominciò la profetessa, la cui voce suonò all'improvviso più potente e antica.

Due anime unite alla nascita presto a un bivio giungeranno,
i loro cuori per i dolenti dardi di Eros sanguineranno,
entrambe incontreran gli occhi del Grande Regnante che porterà gloria e unione,
e il Sole Nero condurrà i lor cammini alla perpetua separazione:
gli occhi d'una si asciugheranno finché l'anima non sentirà svanire,
l'altra per mano dello Spirito d'Ombra tristemente dovrà perire.

La luce del ciondolo divenne accecante. Myra chiuse all'istante i delicati occhi albini, indietreggiando con un grido.
Quando il tremendo bagliore cessò, la veggente era sparita nel nulla.



***

Angolo dell'Autrice: Ecco qua il nuovo capitolo. Mi è venuto un tantino più lungo del precedente, ma è anche vero che sono successe più cose.
E' tornato il POV di Myra, ormai cresciuta, che si avvicina sempre più al momento che stava aspettando: diventare maggiorenne e lasciare Nychtapolis. Ma non le va giù il fatto di doversi separare dalla sorella, con la quale ha stretto un legame addirittura morboso.
Probabilmente si sarà notato già dal prologo che Myra non ha tutte le rotelle a posto e lo dimostrerà alla grande durante il corso della storia.
Piccola precisazione: la madre di Ianos, Aglaia, è stata trasformata in vampiro dal marito dopo la nascita di tutti e quattro i figli. Naturalmente, verrà spiegato più avanti come facciano i vampiri maschi a concepire, così come tutto ciò che riguarda il fantomatico Giuramento.
Per quanto riguarda i titoli dei capitoli... beh, ho avuto un'idea che spero verrà apprezzata. Diciamo che ho scelto due strade ben distinte a seconda dei POV.
Grazie mille per aver letto, alla prossima!

LynnForster


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