"Lou!? Are you ok?"

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Come tutte le mattine, Louis era costretto ad alzarsi da quella specie di letto malconcio, contro sua voglia; anche se troppo debole e stanco per fare qualsiasi tipo di attività che riguardi lo sforzo,non voleva cedere, voleva continuare fino a che quell'angelo gli venga incontro per condurlo in una vita lussuosa,piena di pregi e preziosità.

La sera precedente non aveva cenato, era povero, a malapena era riuscito ad acquistare una catapecchia che non cadesse subito a pezzi. E per di più sapeva che se avesse comprato cibo, sarebbe stato solo una perdita di denaro. Sì, Louis è bulimico. A causa di che cosa o di chi è iniziata questa ‘epidemia’? Beh, forse dalle critiche dei suoi compagni di studio? Beatamente Louis aveva un motivo in più per non sentirsi distrutto a causa della sua povertà: non poteva permettersi di pagare la scuola. L'unica cosa positiva per cui non rimpiangeva il fatto di essere senza soldi... Non voleva tornare a vivere quegli anni così... duri. E le critiche dei suoi compagni non alleviavano la situazione...

‘Grasso.’ Louis aveva un fisico perfetto,superava un Dio Greco.

‘Brutto.’ Louis non era per niente brutto: Capelli lucenti con un ciuffo posto lateralmente, occhi color mare -ma non un mare sporco, bensì puro- ,lineamenti ben definiti, labbra sottili e denti bianchissimi...

‘Ciucciacazzi.’ Anche se fosse una cosa vera, perché Louis aveva un orientamento sessuale diverso da quello dei suoi amici,nessuno sapeva che il ragazzo era ancora vergine.

‘Non sai fare nulla, sei inutile.’ Louis aveva molte doti scolastiche per diventare un avvocato di successo, oppure un cuoco -adorava cucinare, adorava il cibo, lo faceva sentire rilassato-, o anche un dottore.

‘La tua voce acuta mi da i nervi,impiccati.’ Affermazione del tutto falsa: la voce di Louis è qualcosa di magnifico, perfetto. Acuta, già, questo la faceva distinguere dalle altre. È unica.

‘Muori.’ Perché sarebbe dovuto morire? È un ragazzo come tutti gli altri! Non c'è una motivazione precisa sul fatto che dovesse morire?! No!

E lui? Da bravo stupido Louis si era fatto corrompere da quelle parole! Non aveva capito che quegli ipocriti lo avevano preso di mira solo per la sua generosità e la sua bontà, dei codardi, codardi, ecco cosa erano.

“Non ho neanche il tempo per farmi una doccia...” pensò Louis prima di infilarsi i vestiti del giorno precedente e le sue amatissime converse malridotte senza calzini. “Mi accontenterò e,in fin dei conti, non puzzo poi così tanto!” rise appena a quella frase.

Non ne aveva neanche la forza, quella risata era forzata e... debole, come lui.

Uscì da quella specie di ''''''dimora'''''. Faceva freddo. Il vento era potente. Chiuse gli occhi quando un'ondata gelida lo fece indietreggiare involontariamente sul marciapiede. Guardatelo... anche il vento riusciva a portarlo via, come un ombrello lasciato incustodito sulla strada in un giorno di pieno inverno, era troppo magro, riusciva goffamente a reggersi in piedi.

Prese a camminare, restringendosi sempre di più nel suo cappotto autunnale strappato. Di tanto in tanto alzava lo sguardo, incontrando le figure di ragazzi pronti per un altro giorno di scuola,bambini che salutano felici i genitori quando le campanelle suonano e gli adulti che chiacchieravano oppure che guidavano in macchina per giungere a lavoro... Quanto gli mancava quella vita... E sapeva che non sarebbe mai tornata indietro...

Rabbrividì a quel pensiero... Ricordava quando la mamma gli baciava la fronte assicurandogli di fare il bravo e ubbidire alla maestra; ricordava il giorno di Pasqua,tutti in chiesa e poi a casa per scartare la miriade di uovi per lui; ricordava quando giocava col papà il giorno della Vigilia di Natale, nonché suo compleanno, doppio regalo, quindi, e la mamma che rideva ascoltandoli mentre preparava qualche sua specialità natalizia.

Fuck you I love you. (Larry Stylinson AU) SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora