Dopo aver salutato Leo,esco di casa. Mi incammino verso la fermata del pullman sempre con le cuffiette. Ora sto ascoltando SE IL MONDO FOSSE in cui Emis Killa canta con Club Dogo, J Ax e Marracash.
Invidio ai sordi la capacità di ascoltare con il cuore ma, invidio ai ciechi la capacità di guardare sempre un po’ più in là,invidio ai muti la capacità di dire tutto con uno sguardo. Io che ho tutto al mio posto, invece, non vedo, non sento, non dico altro.
Questa è una delle mie canzoni preferite. Inizio a canticchiare a bassa voce, ma ad un certo punto sento qualcuno che mi tocca una spalla. Mi giro di scatto spaventata, pronta a gridare in cerca di aiuto. Per fortuna è Gioele.
-Ti ho spaventata?- chiede lui.
Se mi fossi trovata davanti Nick-quasi-senza-testa (per chi non lo sapesse è uno dei fantasmi di Harry Potter) mi sarei spaventata di meno, comunque faccio di no con la testa.
-Stavo andando a prendere il pullman, io prendo una linea che si ferma più avanti, quando ti ho vista.
Tolgo una cuffietta dall'orecchio e dico- Come stai?
Camilla sii carina e sorridi.
-Bene, grazie e tu?
-Bene, mi sto abituando a vivere in questa città
-Ti va di fare un giro?- mi chiede lui.
-Quando?
-Questo pomeriggio, ti porto a vedere un po' di posti
Un figo come lui che chiede a me di uscire? È fantastico.
-Certo!
- Ci vediamo qui alle tre va bene?
-Va benissimo
-Ora vado che altrimenti perdo il mio pullman. Ciao!
-Ciao!- lo saluto e lo guardo allontanarsi. Mamma mia, quanto è bello. Mi rimetto l'altra cuffietta. Ormai c'è un'altra canzone: VAMPIRI. Sono il capo della festa dalle mie parti, sono come il Martini no Killa, no party. Quando finisce questa canzone manco a farlo apposta arriva il pullman. Salgo e raggiungo Sara.
-Ciao, Camy!
-Ciao!- dico abbassando il volume. Le porgo una delle due cuffiette. Lei la prende e la mette nell'orecchio. SCORDARMI CHI ERO. Se esco non torno mai presto perché faccio presto a far tardi. Spero che a furia di farle ascoltare le canzoni di Emis inizino a piacerle. Le faccio ascoltare altre sue canzoni durante il tragitto. Appena arriviamo in classe buttiamo le cartelle sul pavimento vicino ai nostri posti e ci uniamo agli altri. Io mi siedo su un banco vicino a Marta e Sara si mette sul banco di fronte a noi. Mi piace stare seduta sui banchi perché posso far dondolare le gambe.
-Non abbiamo mai parlato molto insieme noi due- mi dice Marta.
-Hai ragione, dobbiamo rimediare: dobbiamo conoscerci un po' meglio.
Così iniziamo a parlare, della nostra famiglia, di com'era la mia vecchia scuola e di come mi trovo in questa. L'arrivo della prof Gilardi (quella di italiano) interrompe il nostro discorso. Oggi abbiamo due ore con lei così ci spiega il primo capitolo dei promessi sposi.
-Camilla, non ti ho chiesto da che paese vieni- esclama la prof quando sta per finire la seconda ora.
-Vengo da un paese a qualche chilometro di distanza da Lecco, casa mia era proprio vicino all'Adda.
Mi manca un sacco la mia bella casa e la mia stanza. Mi piaceva abitare lì.
-Proprio vicino al Manzoni
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Milla
Fanfictionessere un killer non vuol dire ascoltare ogni cosa che passa, killer vuol dire Emis Killa, killer vuol dire Emis Killa e basta.