Al mattino vado in bagno e mi faccio una doccia. Adoro la sensazione dell'acqua tiepida sulla mia pelle. I miei capelli, quando sono bagnati, mi arrivano quasi all'ombelico. Mia madre mi dice sempre che devo tagliarli un po'. Non voglio farlo, perché per avere i capelli così lunghi ho dovuto aspettare tre anni. Mi metto le mutandine e il reggiseno puliti poi asciugo i capelli. Quando sono completamente asciutti vado in camera e apro l'armadio. Rimango a fissare l'armadio a lungo indecisa su cosa mettermi. Alla fine infilo un paio di jeans grigi, una maglia bianca piuttosto larga a maniche corte e la felpa nera. Vado a fare colazione, una fetta di torta e un bicchiere di succo di frutta all'ACE. Metto il bicchiere nel lavandino e vado a salutare Leo. Sta ancora dormendo. Lo sveglio.
-Milla!- borbotta lui.
Ridacchio e gli dico -È un peccato passare la mattina a dormire con un sole come quello di oggi
-Sta zitta!- dice girandosi verso il muro. Mi diverto a farlo arrabbiare così dico- Apro la finestra,così vedi che bella giornata che è oggi!
Mi avvicino alla finestra e lui per fermarmi mi lancia un cuscino che mi arriva in testa. Mi fermo e dico- Che mira!
Lui sbuffa. L'ho fatto arrabbiare abbastanza per oggi. Ridendo gli dico- Buona giornata Leo!
-Se il buon giorno si vede dal mattino- borbotta lui.
Rido e gli do un bacio sulla guancia, poi esco e chiudo la porta della sua camera. Vado in camera mia a prendere zaino e telefono e poi in bagno e metto le scarpe da ginnastica. Quando esco dalla stanza incontro Leo nel corridoio. Per farlo arrabbiare ancora un po' dico -Già sveglio a quest'ora?
Lui mi dice- Chissà come mai!
Scoppiamo a ridere. So che Leo non è veramente arrabbiato con me. Noi due ci divertiamo a punzecchiarci a vicenda.
-Ora vado che faccio tardi!- dico. Dopo averlo salutato esco di casa e vedo in lontananza il pullman. L'ho perso! Non avrei dovuto fare la stupida con Leo stamattina. Controllo gli orari dei pullman: il prossimo è alle 8:35. Arriverei a scuola troppo in ritardo, così decido di tornare a casa. Appena apro la porta chiamo Leo.
-Che ci fai ancora qui?- mi chiede lui comparendo dalla cucina ancora in pigiama.
-Ho perso il pullman- ammetto.
-Sei sempre la solita!
-Vero che mi accompagni tu in macchina?
Lui sbuffa e mi dice- Mi cambio
-Grazie- dico sorridendo. Mando un messaggio a Sara "Ciao, ho perso il pullman. Leo mi da un passaggio"
"Davide era preoccupato per te!"
Che carino! Era preoccupato per me. La cosa mi piace più del dovuto. In quel momento Leo scende le scale. Mi osserva e mi dice- Perché quel sorrisino?
-Niente, andiamo?
Lui annuisce, ma dice -Tu non me la racconti giusta
Usciamo di casa e chiudiamo la porta a chiave. Saliamo sulla macchina di Leo e lui mi accompagna a scuola. Al semaforo mi giro all'improvviso verso di lui e vedo che mi sta osservando.
-Che c'è?
Lui sorride e dice -Hai ancora quel sorrisino sulla faccia e voglio sapere cos'hai
Sospiro egli dico che non ho niente.
Il semaforo ormai è verde, lui scuote la testa e preme il piede sull'acceleratore. In lontananza vedo la scuola, alcuni ragazzi sono ancora lì fuori a chiacchierare in gruppetti. Scendo dalla macchina di Leo e lo saluto, appena chiudo la portiera sento qualcuno che mi chiama. È Davide. Mi avvicino al suo gruppo e saluto il mio amico.
-Ciao- dico sorridendo.
-È tuo fratello?- mi chiede indicando con un dito la macchina di Leo che si allontana.
-Si, mi ha accompagnato lui perché ho perso il pullman. Ora vado in classe, alla prima ora ho la Gaffuri e si arrabbia sempre con i ritardatari.
-Ci vediamo dopo- dice
-Ciao
Lui mi fa una smorfia. E adesso che cosa faccio? Sorrido e me ne vado. Sono sicura di essere arrossita. Camilla non potevi fare una figuraccia peggiore di questa. Sospiro ed entro nella mia classe. Saluto Sara e mi siedo da parte a Gabriele. Lui sta ascoltando la musica. Gli prendo una cuffietta e me la metto. Prima o poi si cresce e si cambia in peggio non dico l'aspetto, intendo dentro.
-Ognuno per se?- dico riconoscendo all'istante la canzone.
Lui sorride e annuisce. Anche Sara ci raggiunge. Mi tolgo la cuffietta e dico- Stiamo ascoltando Emis.
Vi ho già detto quanto adoro la sua bellissima voce?
Sara sorride e si siede sul mio banco. Do la cuffietta a Gabriele e inizio a chiacchierare con Sara. Presto arriva la Gaffuri così tutti di siedono al loro posto e Gabriele mette via il telefono.
-Due ore di geometria che divertimento!- dico al mio compagno di banco.
-Già!
Riesco a seguire la prima ora di lezione, ma dopo un po' mi distraggo e inizio a disegnare su un foglietto di carta trovato nel diario.
-Non riesci proprio a stare attenta!- mi sussurra Gabriele.
-Non è colpa mia! Soffro di DDA
Gabriele sorride e dice- Disturbo dell'attenzione!
-Straight Rydah
Giada si gira, ci guarda e dice-Di cosa state parlando?
-Di Emis Killa- dico sorridendo.
Giada scuote la testa e si gira di nuovo. Guardo Gabriele e sorrido. Finalmente siamo amici. Grazie Emis Killa.
CIAO KILLERS :) <3, SCUSATE SE ANCHE IL CAPITOLO DI OGGI È UN PO' CORTO, MA DOMANI RIPRENDE LA SCUOLA E AVEVO UN PO' DI COMPITI DA FINIRE. COME SEMPRE VOTATE E DITEMI COSA NE PENSATE ;)
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Milla
Fanfictionessere un killer non vuol dire ascoltare ogni cosa che passa, killer vuol dire Emis Killa, killer vuol dire Emis Killa e basta.