Camila
Camila aprì gli occhi, e la prima cosa che vide fu una camera da letto che non era la sua.
Accidenti, se lo doveva immaginare, si era addormentata a casa di uno dei clienti. Ma di lui non c'era alcuna traccia.
Si guardò intorno e la prima cosa che vide fu uno specchio molto grande appeso alla parete. * Si vergognò di quello che vedeva e distolse lo sguardo, evitando che i suoi occhi si posassero sulla sua magra figura. Si alzò dal letto e si guardò intorno. Era una camera bellissima, un letto matrimoniale con le lenzuola grigie e i cuscini più morbidi che avesse mai visto.
Ma non poteva restare in quel luogo.
Alzandosi dal letto, l'occhio le cadde sul comodino e la seconda cosa che vide fu un biglietto accanto al comodino. Coprendosi con il lenzuolo il più che poteva lo prese e lo lesse.
"Ti amo" c'era scritto.
Storse la bocca, appallottolando il foglio e lasciandolo cadere sulle lenzuola. Ma certo, doveva essere stato il suo psichiatra a lasciarle quel foglio. Non riconosceva la camera però, forse possedeva tante case come quella che vedeva ogni singolo giorno.
Doveva andarsene da quel luogo, tornare alla sua vecchia vita.
Così si spostò dal letto e trovò i suoi abiti accanto allo specchio. Li indosso senza guardarsi poi si legò i capelli in una coda alta ed uscì da quella camera da letto.
Prima di andarsene riprese il foglietto con su scritto ti amo e lo rimise in tasca. Uscita dalla camera da letto si guardò intorno, ma quello che vide la fece fermare al centro esatto del corridoio. Trovò un ragazzo alto e con i capelli neri al centro esatto della stanza.
<< Ma che...>> iniziò Camila ma quello alzò la mano destra e sorrise.
<< La signorina Jauregui è uscita. Mi ha detto di accompagnarla a casa.>> disse svelto.
Signorina? Era stata con una donna? Quella era la casa di una donna? Non del suo psichiatra? Come era anche solo lontanamente possibile?
Quel nome non le disse nulla, ma si limitò a sorridere al ragazzo.
<< Lei è il suo maggiordomo?>> chiese con voce stanca.
<< Una specie.>> rispose quello ridendo, ma il sorriso non arrivò agli occhi. Era un sorriso spento, quasi non umano.
Il ragazzo le porse la mano che Camila prese titubante.
Quando la strinse si accorse di quanto fosse fredda la pelle di quel ragazzo.
<< L'accompagno a casa.>> disse.
Camila annuì e non poté far altro che seguire il ragazzo fuori di casa.
La casa di quella donna di cui non sapeva nulla.
Allora quel ti amo era stato scritto da lei.
Camila si ricordò di avere ancora il foglietto in tasca e senza essere vista lo prese e lo spiegò.
Lesse quelle due parole con il cuore in gola.
Quella donna sconosciuta diceva di amarla e lei non sapeva assolutamente niente di lei. Non poté far altro che seguire il ragazzo fuori dalla casa, in assoluto silenzio.
Di una sola cosa era certa. Come diceva il biglietto, in quella camera da letto era stata amata. Senza farsi vedere dal ragazzo che la stava guidando ad un macchina sorrise.
Per la prima volta, nella sua dannata esistenza, aveva voglia di vivere. E soltanto grazie ad una ragazza di cui non sapeva nulla.
* lo specchio è stato riparato dal Diavolo affinché Camila non provasse paura
8 settembre 2017
Ecco l'epilogo. Anche se è breve cosa ne pensate? 💋
STAI LEGGENDO
The sin of the unclean virgin
FanfictionMentre Lauren divorava quel corpo gelido il Diavolo sorrise. > sibilò il Diavolo e Lauren sorrise, leccandosi le labbra e tornando al suo pasto. Aveva raggiunto il suo scopo, era appagata. Quello che non sapeva era che al Diavolo piaceva ingannare.