22.

1.5K 69 3
                                    


Remake Camren Tutti i diritti vanno all'autrice originale @GiuliaMcIrwin

Ognuno di noi nella propria vita lotta per qualcosa,chi per un successo di lavoro,chi per trovare la persona giusta,chi per obbiettivi personali o chi per realizzare un sogno.

Camila era sempre stata una di quelle persone,lottava sempre per realizzare tutti i suoi obbiettivi.

Ma dall'inizio di questo incubo combatteva però per una cosa molto più grande e preziosa,la vita,ciò che volevano portargli via alla tenera età di soli 17 anni.Come potevano fare questo ad una ragazzina che nella sua vita non aveva mai fatto nulla di male? Che andava ottimamente a scuola? Che era sempre sorridente e dolce con tutti?
Ma quella Camila,quella ragazzina sorridente e forte voleva arrendersi,non voleva più lottare per una cosa che le sembrava così lontana e irraggiungibile e non avrebbe mai creduto che qualcuno stava per continuare la sua lotta al posto suo.

"Ehi tu fermo!" grida una voce,una voce quasi melodica alle orecchie della povera Camila.

"Si sottufficiale Jauregui?" rispose l'SS che in quel momento teneva Camila stretta tra le sue grinfie.

"Dove la state portando?"

"Al gas signore!"

"Non vede che è ancora in buona salute? E' ancora in grado di lavorare,quindi la porti in infermeria,la fasci e la riporti subito sul campo di lavoro,sono stata chiara?" domandò con voce sicura e piena di sè.

"Si signora!" rispose il soldato trascinando Camila verso una struttura che sembrava tutto meno che un infermeria.
Quando Camila fu dentro,la situazione che si presentò ai suoi occhi fu davvero agghiacciante,persone,o meglio,"schifosi" ebrei come lei adagiati a terra sopra dei lenzuoli ormai luridi,sporchi di sangue,fango e solo dio sa quale altri cose. Uomini feriti,con tagli,infezioni e chissà quali altre strane malattie,ma la cosa che fece gelare il sangue nelle vene di Camila furono le donne incinta. Quali sofferenze atroci dovranno passare quelle donne? Alle quali verranno strappati via i loro piccini appena nati e buttati in qualche forno crematorio,per la sola di colpa di essere nati ebrei.

"Muoviti ebrea!" strillò il soldato,indicando alla ragazza un lenzuolo steso in un angolo. Camila non se lo fece ripetere due volte,si sdraiò su quel lenzuolo e cadde nel sonno,quel sonno pieno di incubi che la perseguitavano da mesi ormai.

*Quella stessa sera*

"Dove sei stata oggi Camila? Ho visto che ti portavano via e mi è preso un colpo!" domandò Allyson,una ragazza che 'dormiva' nella stessa baracca di Camila. Il motivo per cui lei era lì? Suo padre era un politico che faceva parte del partito che si opponeva ai voleri del terzo Reich e quindi ai voleri di Hitler,inutile dire che tutti i membri del partito e le loro famiglie furono deportati chi ad Auschwitz e chi ha Bergen Belsen. Anche Ally,come Camila,non sapeva dove fossero i suoi genitori e neanche se fossero ancora in vita. E nonostante in cuor loro sapessero che le possibilità di ritrovarli erano davvero basse,la speranza era sempre l'ultima a morire. La ragazza castana si limitò a mostrare quella che non somigliava neanche lontanamente a una fasciatura,avvolta attorno al suo piede.

"Oddio Mila,com'è possibile che tu sia qui ora?" domandò l'amica,beccandosi un occhiata in cagnesco da Camila.

"Non so chi,mi pare un fosse un sottufficiale,abbia dato l'ordine di portarmi in infermeria invece che alla camera a gas." disse Camila,pensando per la decima volta a quella ragazza che le aveva salvato la vita.

"Ti è andata davvero bene."

"Già." si limitò a rispondere Camila,non era mai stata una di molte parole.

"Ci conviene dormire,domani c'è la selezione,meglio riposare il più possibile." esclamò Ally stendendosi su quelle panche di legno,le quali non era possibile neanche lontanamente chiamare letto. Camila si limitò a fare un cenno con la testa e stendersi vicino all'amica. E non appena poggiò la testa sul legno freddo il pensiero di quella soldatessa non tardò ad arrivare. Perchè continuava a pensarla? Dopo tutto era lì per uccidere lei e altri migliaia di innocenti. Ma allora perchè una parte di lei continuava a ripetersi che non era poi così cattiva? Non l'aveva salvata per pietà,l'aveva salvata per il semplice motivo di continuare a sfruttarla.

"Numerò 7027." urlò una volce,tagliando il silenzio spettrale presente all'interno della baracca numero 38.

7027,7027,7027.

Camila,Camila,Camila.

Cosa potevano volere da lei a quell'ora? Le camere a gas e i forni erano spenti e tutti le SS dormivano ormai.

"Numero 7027 ho detto!" urlò ancora più forte quella voce che aveva un non so che di familiare per Camila. Con tutto il coraggio che possedeva,la ragazza ebrea scese dalla panca di legno,scavalcando i corpi magri e pallidi delle altre detenute presenti nella baracca e si avvicinò all'entrata,dove un soffio di aria gelata la avvolse,entrandogli nelle ossa che ormai sporgevano dalla pelle. Una volta che fù di fronte all'entrata,riconobbe subito la figura che giaceva sulla soglia del portone di legno,era lei,l'aufseherin che le aveva salvato la vita poche ore prima.

"Vieni con me." disse prendendo la ragazzina per il polso e trascinandola fuori. Camila non aveva idea che quel momento avrebbe cambiato la sua vita per sempre.

N.A. Aufseherin(plurale Aufseherinnen):"guardia" o "sorvegliante" donna;delle 55.000 guardie che prestarono servizio nei campi di concentramento nazisti,circa 3.700 erano donne.Nel 1942;le prime guardie donna giunsero ad Auschwitz e Majdanek da Ravensbruck.Negli anni successivi il regime nazista cominciò ad escludere le guardie donne a causa della scarsa attenzione nella sorveglianza.

Nazism || l.j. & c.c.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora