Chi muore per amore, in realtà muore per la sua mancanza.
Era ormai un mese che Camila e Lauren non si vedevano,nessun contatto,solo la paura di aver perso l'amore della propria vita. Lauren aveva provato ogni modo per raggiungere Birkenau,ma ogni tentativo era stato inutile,una volta venne frustata,un altra inseguita dai cani e in un altra ancora era andata molto vicina dal finire viva nel forno crematorio,ma non si sarebbe arresa,mai. Era la notte del 14 novembre 1943 e Lauren stava aspettando fuori dalla sua baracca la sua vecchia aufseherin,nonché amica d'infanzia Dinah-Jane Hansen. Hansen era sempre stata una figura di fiducia nella vita di Lauren,da piccole la copriva sempre quando usciva di nascosto di casa,senza che la madre sapesse,niente per andare a prendere le caramelle al negozio,ed era sicura che sarebbe stato così anche questa volta,lei era lei,Dinah era sè stessa,gli SS sua madre,e il negozio di caramelle la sua dolce e indifesa Camila. Un ciuffo biondo,coperto da un cappello militare dal quale ricadevano altre ciocche bionde,si avvicinava all'ormai magra e debole Lauren.
"Dio mio Lau.." furono le prime parole della soldatessa,anzi, sotto ufficiale Hansen,perché aveva preso il posto di Lauren dopo la sua decisione di amare un' ebrea.
"Dinah,ti prego,devi portarmi a Birkenau." furono le uniche parole di Lauren.
"Lauren non posso farlo,se ci scoprono saremo...beh lo sai."
"Ti prego,se ci scopriranno dirò che tu non centri nulla,ma ti prego,devo andare,devo sapere se Camila sta bene,devo scoprire se continuare a vivere o lasciarmi morire." Dinah sospirò.
"Tra mezz'ora parte un carico di detenuti per Birkenau,farò in modo che tu sia tra quelli,fatti trovare qui tra 10 minuti."
"Grazie Dinah,sapevo di poter sempre contare su di te,grazie." disse Lauren prima di rientrare nella baracca.
"Ehi" la fermò la voce di Dinah. Lauren si girò "Spero che tu riesca a trovarla,Lauren." disse con tono sincero Dinah,guadagnandosi un sorriso dall'amica.
"Grazie Dinah."
*20 minuti dopo*
"Lauren,Lauren dove sei?" La voce di Dinah rimbombò nella baracca numero 50.
"Eccomi." rispose Lauren correndo verso l'amica.
"Ora ti porterò al camion." Dinah prese Lauren per il polso e iniziò a strattonarla per il campo,come fa un uomo con un cane,fino ad arrivare al camion,carico di donne anziane,tutte con la consapevolezza che la loro vita sarebbe presto giunta al termine,riflessa nei loro occhi stanchi. Dinah spinse di fretta Lauren in mezzo alla massa,cercando di farla nascondere il più possibile.
"Lauren mi raccomando,stai sempre al centro del gruppo e non farti vedere." si raccomando l'amica. Lauren fece appena in tempo a finire di ringraziarla che il camion partì verso il luogo che l'avrebbe finalmente portata dal suo amore,o almeno questo era quello che sperava.
*un ora dopo*
Le luci dell'altro campo si intravedevano in lontananza,segno che ormai erano giunti alla meta. Superato il grande arco d'ingresso,il camion si fermò in un enorme piazzale,dove gli SS coi loro fedeli cani rabbiosi aspettavano i detenuti. Fecero scendere tutte le donne dal camion,tranne tre di loro che giacevano a terra sul fondo,probabilmente già morte per la mancanza d'aria. Le restanti detenute vennero scortate all'interno di una piccola baracca leggermente distante dalle altre,probabilmente per essere condotte alla camera a gas subito alle prime luci dell'alba la mattina seguente. Lauren non perse molto tempo,approfittò della prima distrazione degli SS e corse verso le baracche in legno del campo in cerca della sua Camila,ci sarebbe voluta tutta la notte per girarle tutte,ma lei lo avrebbe fatto,per la sua Camila avrebbe fatto qualsiasi cosa.
*ore dopo*
Mancavano davvero poche baracche da controllare,ma Camila non c'era,e Lauren iniziava a sentire le lacrime offuscargli la vista e il cuore fargli male. Non riusciva ad accettare l'idea di essersi fatta portare via l'unica persona che l'avrebbe amata veramente,l'unica con la quale voleva un futuro. Ora che senso avrebbe avuto la sua vita?
"Camila? Camila sei qui?" Disse per l'ennesima volta entrando nell'ennesima baracca,con la speranza di ritrovarla che lo abbandonava sempre di più. Ma proprio mentre stava uscendo anche da quella struttura di legno marcio e cadente,una voce flebile e tremolante ruppe il silenzio.
"Lauren?Lauren sei tu?"
"Camila! Camila sono qui!" Disse con la voce rotta dal pianto la ragazza mora,rientrando e cercando nel buio la sua amata. Camila fece qualche passo avanti,fino ad arrivare sotto alla luce della luna che entrava dalla porta. Era magra,spaventosamente magra,le occhiaie contornavano i suoi bellissimi ma tristi occhi scuri e le sue gote erano arrossate,doveva avere la febbre molto alta. Lauren con le poche forze che aveva in corpo fece uno scatto verso di lei e la strinse forte tra le braccia,stando attenta però a non farle del male.
"Camila,grazie al cielo ti ho trovata,ho avuto così tanta paura.." sussurrò dolcemente Lauren lasciandogli vari baci sulla testa. Camila invece non rispose,troppo spaventata è troppo impegnata a inzuppare la giacca di Lauren di lacrime.
"La guerra sta finendo amore mio,Dinah mi ha detto che i russi stanno superando i confini,tra poco usciremo da qui,devi resistere ancora un po' okay?" Camila la guardò e annuì "Tornerai con me in Germania poi vero?" Disse con un filo di voce.
"Certo piccola,torneremo in Germania e ti presenterò ai miei genitori,se ancora vorranno vedermi...e ci sposeremo." Un sorriso apparve sul volto della ragazza più piccola,un sorriso nato dopo tante sofferenze.
"Oh prima che mi dimentichi-" disse Lauren prima di tirare fuori un pezzo di pane secco dalla tasca "-tieni,mangialo." Camila la guardò "E' la tua razione di pane giornaliera?"
"Si,ma voglio che la mangi tu,ne hai più bisogno." Camila annuì grata alla sua ragazza e prese quella porzione di pane,come se fosse il pasto più commestibile al mondo. Girarono per la baracca in cerca di un posto dove poter dormire insieme e quando lo trovarono ci si sdraiarono. Camila si fece piccola tra le braccia della sua ragazza,poggiando la testa sul petto di Lauren,che non era più come se lo ricordava,lo ricordava muscoloso e caldo,ora invece era scarno e freddo e non poté fare a meno di sentirsi in colpa,era colpa sua se la sua amata si trovava in quella sensazione,se non si fossero mai incontrate ora Lauren sarebbe al sicuro,con una lunga vita davanti a sè.
"Mi dispiace.." mormorò.
"Di cosa?"
"Di averti messa nei guai,io non avrei mai voluto farti questo Lauren,non avrei mai voluto rovinarti.."
"Rovinarmi? Camila non rovini una persona con l'amore,non rovini una persona amandola,preferisco morire domani piuttosto che vivere 100 anni senza averti conosciuta." Camila sorrise e ogni sua preoccupazione scomparve,Lauren l'amava e lei amava Lauren,questo bastava.
"Camila sei molto calda però." disse Lauren con le labbra contro la fronte della propria ragazza.
"È qualche giorno che ho la febbre.." Lauren sospirò "Domani chiederò a Dinah di portarmi qualche farmaco per abbassare la febbre." Camila annuì e diede un bacio sulla guancia alla sua ragazza prima di cadere in un sonno profondo,troppo profondo. Lauren invece passó altro tempo a guardare il viso addormentato dell'amore della sua vita,felice di averla finalmente ritrovata.
Remake Camren Tutti i diritti vanno all'autrice originale @GiuliaMcIrwin
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Nazism || l.j. & c.c.
FanfictionDeportata numero 7027. Camila Cabello. Aufseherin esercito tedesco. Lauren Jauregui. La loro colpa? Appartenere a due razze diverse. Storia originale di @GiuliaMcIrwin