La vita è breve. Perdona in fretta, bacia lentamente, ama davvero, ridi sempre di gusto e non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere, oppure piangere.La ragazza ebrea era consapevole del fatto che quelli che stava vivendo in quel momento potevano essere i suoi ultimi istanti di vita. Così decise di guardare negli occhi,fino all'ultimo,la persona che stava per toglierli la vita,quella cosa così preziosa che i suoi genitori le avevano donato quel 3 Marzo del 1925. Occhi negli occhi,per secondi,o forse minuti ormai,Camila senza paura di morire e Lauren senza coraggio di spegnere per sempre la vita presente in quegli occhi. La mano che teneva la pistola tremante,il sudore che colava dalla fronte e la gola arida,che stava succedendo a quel soldato tanto esperto quanto spaventato? Perchè aveva la certezza che se avesse premuto quel grilletto avrebbe spento,non solo la vita di una ragazza,ma anche una cosa terribilmente preziosa? La ragazza mora si lasciò andare in un sospiro liberatorio e abbassò il braccio che impugnava l'arma,lasciandola cadere a terra e lasciando spiazzata la ragazzina ebrea di fronte a lei.
"Che ti prende? Hai ucciso fino a oggi no? Non ne hai più il coraggio?" la sfidò Camila.
"Vuoi farmi cambiare idea ragazzina?"
"No,voglio solo sapere perchè non lo hai fatto."
"Puoi tornare nella tua baracca." disse Lauren dirigendosi verso il bagno. Così Camila uscì da quella piccola stanza con una sola domanda che le frullava in testa. Perchè non mi ha uccisa?
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Viva.
Camila era viva,era riuscita a sfuggire alla morte per l'ennesima volta,certo,non che la cosa le dispiacesse,ma sentiva come se qualcuno da lassù dicesse
No,non è ancora il momento,la vita ha in serbo una sorpresa per te!"PIU' IN FRETTA RIFIUTI UMANI!" gridò per l'ennesima volta un SS che teneva al guinzaglio un pastore tedesco,che abbaiava da un tempo infinito ormai,rispecchiando alle perfezione il carattere del padrone. Camila aveva sempre amato i cani,soprattutto i pastori tedeschi,di fatti fin da piccola ne aveva uno,si chiamava Lucky,ma non era affatto come quei cani che da giorni le ringhiavano contro,lui era buono e dolce,voleva bene a tutti ed era il suo migliore amico.
"EHI TU CHE HAI DA GUARDARE?" le sbraitò contro l'SS. Oh no,li ho fissati troppo a lungo. "ALLORA?" gridò nuovamente avvicinandosi alla ragazzina.
"E-ecco io..." Ma non fece in tempo a finire la frase che una bastonata,poi un altra e un altra ancora la paralizzarono a terra.
"EHI TU CHE DIAVOLO FAI?" un altra voce,familiare,gridò.
"Il mio lavoro,signora!" disse il soldato.
"Il tuo lavoro e farli lavorare,non ucciderli per motivi futili,SONO STATA CHIARA?"
"SI SIGNORA!"
"Bene,ora vai" concluse Lauren,facendo allontanare quella bestiaccia e il suo cane.
"Camila.." la chiamò Nessuna risposta."Camila!"
Un singhiozzo.
Lauren si guardò attorno e quando si accorse che nessun soldato fosse più nei paraggi , prese in braccio Camila e scappò di fretta nel suo bungalow. Quella ragazzina era dannatamente leggera. Una volta dentro,il soldato chiuse la porta a chiave,mise a sedere Camila su una sedia e prese dei vestiti puliti dall'armadio."Tieni,vai a lavarti e mettiti questi." disse Lauren posandoglieli. Camila li guardò.
"Qual'è la fregatura?" rispose Camila spostando lo sguardo dai vestiti al viso di Lauren.
"Nessuna fregatura,comunque,il sapone è nella doccia e nel primo cassettino del mobile troverai una spazzolino nuovo e un dentifricio." Camila annuì e provò ad alzarsi,con scarsi risultati.
"Aspetta ti aiuto io." intervenne Lauren facendola appoggiare a se e accompagnandola fino in bagno.
"Grazie.." si limitò a dire Camila con tono imbarazzato.
"Ti aspetto di là." rispose Lauren prima di uscire e chiudere la porta.
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Era da così tanto tempo che Camila non si sentiva così pulita. I suoi capelli erano tornati di un castano brillante,la sua pelle liscia e pulita e i suoi denti così bianchi. Si sentiva rinata,viva e tutto questo grazie a Lauren. Si infilò la tuta grigio chiaro della ragazza mora,così calda e morbida ed uscì dalla stanza. Quando varcò la soglia della porta,Camila trovò la tavola apparecchiata per due,con del pane al centro e due piatti di minestra calda. I suoi occhi si illuminarono.
Cibo.
Subito si sedette a tavola e guardò con sguardo famelico il piatto di minestra. Da piccola odiava la minestra,avrebbe guardato con quello sguardo solo la crostata di banane che le faceva la nonna,ma da quando si trovava in quell'incubo tutto era cambiato."Dai inizia,non stare a fissarla o si fredda." disse Lauren,facendo svegliare Camila dai suoi pensieri.
"Perchè?" disse Camila.
"Perchè essendo un piatto riscaldato con una fiamma dopo un po' il calore sparisce."
"No,non perchè si fredda la minestra,perchè stai facendo questo,sono ebrea.."
"Oh...beh non lo so." si limitò a dire Lauren iniziando a mangiare la minestra. E ciò era vero,Lauren non sapeva perchè lo aveva fatto.
"Ci sarà un motivo.." continuò Camila imitando il gesto di Lauren.
"A volte facciamo delle cose solo perchè ci sentiamo di farle." tagliò corto Lauren,lasciando spiazzata Camila che annuì. La cena fu silenziosa,nessuna delle due spiaccicò una parola,Camila divorò la sua minestra e tutto il pane messo a tavola. Erano settimane se non mesi che non si sentiva così bene. Quando anche Lauren ebbe finito,si alzò,sparecchiò e iniziò a lavare i piatti.
"Come ti chiami?" chiese Camila restando seduta al suo posto.
"Lauren." rispose la mora continuando a dargli le spalle mentre lavava i piatti.
"Lauren.." fece eco Camila. Aveva un suono così dolce il suo nome.
"Quindi...Lauren,come funziona sta notte?"
"Puoi prendere il letto tu,io dormo sulla branda." disse asciugandosi le mani.
"Oh no,cioè,puoi stare tu sul letto.."
"Camila...non contraddirmi." rispose la mora andando verso il bagno,dove prese il pigiama a righe di Camila per poi tornare di la. Riempì una bacinella d'acqua,ci mise dentro un goccio di candeggina e ci infilò dentro il pigiama,disinfettandolo come meglio poteva. Camila era sbalordita dai gesti di quella donna,perchè la trattava così? Cosa voleva da lei? Ma in quel momento era troppo stanca per pensare a tutto questo,così si alzò e si infilò sotto le coperte soffici e profumate del letto. Si mise sul fianco e osservò Lauren sedersi al tavolo e controllare dei fogli,con sguardo vigile e attento. Camila si addormentò con quegli occhi impressi nella mente.
Remake Camren
Tutti i diritti vanno all'autrice originale @GiuliaMcIrwin
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Nazism || l.j. & c.c.
FanfictionDeportata numero 7027. Camila Cabello. Aufseherin esercito tedesco. Lauren Jauregui. La loro colpa? Appartenere a due razze diverse. Storia originale di @GiuliaMcIrwin