Captain America || Among the rose thorns (INREVISIONE)

#8

Loren si trovava di nuovo sulla grande terrazza della villa sul mare.
L'ultima giornata era stata al di poco estenuante e questa notte limpida voleva passarla ad osservare le stelle.
Avere 80 anni, non riuscire del tutto a lasciare Steve, i suoi genitori assassinati dal suo amico, persone nuove, viaggi nel tempo e la possibilità di resuscitare qualcuno. Si, questa giornata era stata estenuante!

Stanca si sporse ad ammirare la spiaggia di notte poggiandosi sulla ringhiera ben curata dalle rifiniture particolari.
La ragazza portava solo un pantalone di tuta e una gigantesca felpa di Steve regalatagli da lui stesso.
La brezza marina le scompigliava i lunghi e lisci capelli provocandogli una sensazione di assoluta serenità.
Ma ad interrompere tutto questo fu una voce a lei poco familiare ma di un calore fortissimo.
«Ciao...»
Si girò di scatto per vedere chi fosse e si sorprese notando che fosse uno dei viaggiatori nel tempo...quello con i capelli ricci e gli occhi color smeraldo.
«Ehi...» gli rispose esitante. Il ragazzo si poggiò anche lui alla ringhiera per guardare il mare che si infrangeva sugli scogli al lato della spiaggia.
«Tu devi essere Loren...la ragazza vicino a Wanda, durante la battaglia con Ultron, che l'ha aiutata a salvare Captain America...giusto?»
«Bhe si...» rispose con un leggero sorriso «tu invece sei Harry...insomma Coming soon...» disse evidenziando le virgolette all'ultima parola.
«Bhe si direi...tu invece...chi sei?»
«Al dire il vero non mi sono mai scelta un nome...»
«Dovresti farlo...insomma sei negli Avengers!»
«Vero...dai, fai vedere come viaggi nel tempo...»
«Dove vuole che la porti signorina...nel passato? Farò un eccezione per lei...di solito viaggio nel futuro.»
«Ah bhe...portami nel...durante la Sconda Guerra Mondiale...»
«Gli anni della guerra eh? Posto preciso?»
«Brooklyn...alla fiera futuristica con Howard Stark...»
«Sa già cosa vuol fare?»
«Vedere Steve com'era...»
«Ah! Il Capitano...è così sia allora! Mi dia il braccio, cara...» glie lo porse e lei non esitò a prenderlo.
Una luce smeraldo li circondò e in pochi secondi Loren si trovo nel passato con addosso un vestitino a fiori mentre al suo fianco il ragazzo indossava un pantalone largo nero con una camicia beige.
Tutto intorno a loro era spettacolare...
Le persone che li circondavano erano quasi del tutto spensierati e sorridevano passeggiando tra la gente.
«Ehi Steve!»
Un uomo robusto con una divisa militare prende dalle spalle un omiccino shangherato.
«Cosa hai raccontato di me Bucky?»
«Solo le cose migliori»
Si...quello era davvero Steve Rogers e quello era il suo migliore amico...

Davvero sexy direi...
Troia!
Cretina siamo la stessa persona!
Sei tu quella che se la fa con tutti...
Sparisci!

Stavano per raggiungerli quando la luce smeraldo comincia di nuovo a circondarli.
«Cosa succede Harry?! Riportami dov'eravamo!»
«Scusa Loren...credo di aver perso il controllo dei miei poteri...stammi vicino...non so dove potremmo andare a finire...» la ragazza si strinse al braccio del riccioluto.

Un boato arriva alle loro orecchie...il tempo di guardare il territorio circostante che una granata viene buttata a pochi metri da loro.
Vengono scaraventati lontani almeno cinque metri.
Loren si guarda i vestiti e nota di non avere più il leggero vestitino ma una divisa militare.
«Harry...»
«Loren...stiamo sul campo di battaglia tra l'America e la Germania...stammi vicino e nasconditi qui...»
La mette letteralmente dietro un cumulo di sacchi ma mentre fa per allontanarsi Loren lo ferma per un braccio.
«Dove credi di andare?!»
«Devo trovare un posto sicuro!» gridò il ragazzo per sovrastare gli spari.
«No! Tu resti qui!»
Ma Harry si alzò e così al suo seguito la ragazza. Non fecero in tempo a fare pochi passi che alcuni proiettili gli sfrecciarono contro.
Loren fu colpita di striscio sul braccio.
Ma si precipitò su Harry quando notò che tre proiettili lo avevano colpito. Uno sul petto destro, uno all'altezza dell costole a sinistra e uno dritto allo stomaco.
Cercò ti premere al meglio sui fori finché la luce color smeraldo non si impossessò di nuovo del loro campo visivo.