trentuno.

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L'ho fatto per me: questa storia mi ha fatto soltanto comprendere quanto io sia egoista, e me ne sono fatto una ragione. Non posso evitarlo, le situazioni che mi si pongono davanti non mi lasciano altra scelta: perché devo sempre essere io a soffrire? Non è giusto. Mi sono dato tante, troppe giustificazioni da tre mesi a questa parte, e una volta più una volta meno non fa poi così tanta differenza.

L'età del consenso in Giappone è generalmente fissata a tredici anni, ma a Tokyo è vietato, agli adulti, di intrattenere rapporti sessuali con persone di età inferiore a diciassette. Il tutto gioca perfettamente a mio favore.

"Vorrei denunciare l'accaduto, agente, ma che non si sparga la voce" ho detto, una volta in caserma "Me ne vergogno troppo con i miei genitori, e sono spaventato da quell'uomo" ho continuato a recitare la mia parte.

Ho fornito i miei dati e quelli di Levi, poi sono stato congedato; la mia richiesta è stata accolta ed è sotto osservazione. Ora sono nella mia camera, e non provo niente di nuovo rispetto a qualche ora fa.

La rabbia e la disperazione che mi hanno spinto a compiere questo gesto sono andate man mano scemando. Un controverso mix di sollievo e umano senso di colpa mi tormenta, ansioso di scoprire come e se raggiungerò il mio scopo.

Non c'era nient'altro da fare per me: non sarei mai riuscito a convincere Levi a rimanere senza un intervento esterno e autorevole, in fondo ho appurato ancora una volta che non sono poi così importante.

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5 chiamate perse da Levi.
6 chiamate perse da Mikasa.
3 chiamate perse da Armin.
[Mikasa: Rispondimi, è urgente
Mikasa: Non costringermi a venire da te]
[Armin: Eren, per favore
Armin: Perché l'hai fatto?!
Armin: Ti prego, richiamami]

Armin
chiamo cellulare...

«Eren! Cazzo!»

«Ti ha detto Mikasa di assillarmi?»

«Mi ha solo informato dell'accaduto...»

«Lo hanno già chiamato? Non me l'aspettavo.»

«Smettila... Non era questa la soluzione.»

«Non puoi capire, Armin. Non capisce nemmeno Levi.»

«Eren... Richiama almeno Mikasa.»

«Non ci penso nemmeno.»

«Non puoi lanciare il sasso e poi nascondere la mano.»

«Senza offesa, ma non me ne faccio un cazzo delle tue frasi fatte.»

«Sto cercando di aiutarti, lo sai.»

«Non abbiamo ancora ripreso tutta questa confidenza.»

«A prescindere da tutto quello che è successo, è ovvio che non voglio ti accada niente di brutto.»

«È proprio per questo che l'ho fatto, io senza Levi non posso starci.»

«Io non conosco quasi niente di quello che c'è fra voi due, ma tutto ha un limite.»

«Non voglio parlarne.»

«Riflettici! Sei ancora in tempo per-»

Chiamata terminata.

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è un capitolo intenzionalmente corto, cercherò di fare un doppio aggiornamento entro stasera.

YOUNG - ERERIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora