Nuovi incontri

15 5 2
                                    

Arrivato a casa vidi una grande ombra davanti al portone, ero terrorizzato poichè mi ricordava una delle ombre dei miei incubi, avevo paura a dormire poichè sapevo che avrei rivisto quelle immagini e ora esse mi si presentavano davanti, senza preavviso. Non sapevo cosa fare, cercai di avvicinarmi lentamente ma l'ombra si mosse di scatto ranicchiandosi a terra. Era buio pesto, grazie ai lampioni mal funzionanti. Il mio cellulare era scarico, non avrei potuto usare la torcia. Così decisi di girare la macchina in direzione della casa e accendere i fari. Mi si presentò davanti un'immagine non troppo piacevole. Era un cane, nero come la pece, non me ne intendo ma per quanto ne sapevo mi sembrò un Terranova. I suoi grandi occhi celesti avevano anche sfumature verdi e corallo quà e là (davvero insolito), dimostravano quasi di non interessarsi a nulla e nessuno, aveva abbandonato le relazioni come me. Una grande cicatrice gli rigava il volto dividendogli il pelo, e non era nelle condizioni migliori; Mancavano chiazze di pelo sparse sul suo corpo, e un orecchio era morso. Pensai ad una lotta di strada tra cani, quella in cui i padroni scommettono su chi vincerà, a quanto pare era stato abbandonato dopo aver perso, così pensai. Pioveva a dirotto quindi si era messo sotto la veranda in legno massiccio, mi avvicinai cautamente e lui mi fece largo per aprire la porta, una volta spalancata mi ricordai di avere la macchina posizionata male e i fari accesi così corsi a sistemare le cose, tornato indietro il cane era scomparso, meglio così. Pulii le scarpe ed entrai; Mi chiusi la porta alle spalle e mi trovai difronte il grosso randagio, proprio sopra il mio divano. -"No! Hai capito male! Non resterai qui ok? Vattene fuori! Ora!"- Aprii la porta e lo incoraggiai ad uscire, senza notare il minimo interesse da parte sua, si limitò ad osservarmi per qualche istante e a voltarmi le spalle subito dopo. Così andai a prenderlo di peso. Tentai di non toccargli le ferite per non fargli male, ma era assolutamente impossibile, ne era ricoperto. Così cercai di attrarlo con dei pezzetti di pane, inutilmente. Allora mi decisi, presi un asciugamano e glielo avvolsi intorno, per poi tentare di trascinarlo fuori, inutile. Era troppo pesante, molto più di me. Non potevo mettere a confronto il mio metro e ottanta per 70 kili, e i suoi 90 cm per 90 kili di peso, era più grande del normale, molto più grande. Dovrebbe essere alto circa 70 centimetri ma ne dimostrava ben 20 in più. La lunghezza poi, era mostodontica, come il cane in sé. Non avrei potuto tenerlo neanche volendo, avevo rotto le stoviglie e tutti i piatti, da dove avrebbe bevuto? Poi non avevo cibo in casa, e comunque avrei dimenticato da quanto non mangiava o beveva e l'avrei fatto certamente morire di fame e poche attenzioni, assolutamente doveva andarsene. -"Ok, facciamo così, io ti butto fuori ma puoi rimanere sotto il porticato in giardino, solo finchè non finirà di piovere. Poi te ne andrai."- Gli parlavo come se potesse capirmi, ma sembro davvero così, poichè mi seguì subito dopo nel luogo prestabilito senza troppe pretese, lo portai lì ed entrai in casa. Mi misi a pulire e sistemare l'abitazione, poichè non volevo assolutamente dormire. Non avevo la tv, è un oggetto con riflesso quindi non volevo tenerlo, come ho fatto intendere, non voglio assolutamente vedere il mio riflesso, non riconosco il mio volto nel guardarmi allo specchio, mi sembra di star osservando un estraneo, e non voglio osservare le cicatrici sulla schiena, se non perchè costretto. Ci misi un po' a riordinare (così disse l'orologio) ma a me non sembrò nulla, in men che non si dica il caos era un ricordo lontano. Ora la casa era vuota, e i pochi mobili rimasti erano mal ridotti ma ne avrei comprati di nuovi. Non ho una lavoro definito diciamo, ma Steen mi dà una paga in cambio delle pulizie nel suo studio una volta a settimana, guadagno poco ma mi basta. Mi stesi sul divano a pensare a quel cane misterioso, non ero solito vedere un cane di quelle dimensioni, il suono leggero e tintennante della pioggia mi cullò, e in men che non si dica caddi in un sonno profondo. 

wynston Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora