Tornato a casa guardai l'orologio. *10.10*. Subito dopo ho iniziato ad urlare come un dissennato, a dare pugni al muro e a qualsiasi altro oggetto si trovassi nelle vicinanze, la casa si trovò sottosopra in men che non si dica. Come ormai era d'abitudine essere almeno una volta al mese (credo passasse un mese). Guardai l'orologio ancora una volta. *12:03*. Sono passate due ore, ma quante sono due ore? sono stanco di questa situazione, sono stanco di non riuscire a capire da quanto tempo sto parlando con una persona, o da quanto non mangio, o semplicemente quanto manca all'inizio di un programma. So che passano minuti,ore. Ma non so assolutamente cosa significhi, potrebbero passare ore o giorni e per me sarebbe come se stessi nello stesso momento per tutta la vita. Quella stessa ora, stessi minuti, stessi secondi, stesso attimo. Non posso affezionarmi a nessuno, non posso. Potrei conoscere una persona e sentire di conoscerla da una vita, come potrei sentirmi un estraneo con il mio migliore amico perchè mi sembrerebbe di averlo appena conosciuto. Uno dei motivi per cui non posso vivere con Steen e Margaret, potrei svegliarmi un giorno e vederli senza sapere che ormai sono 5 anni che sono come genitori per me. Certo...non è questo il motivo principale per cui non posso vivere con loro. Preso da uno scatto d'ira lanciai l'orologio che si ruppe in men che non si dica, stavo per lanciare anche la sveglia ma ricordai della sua utilità per me e la posai a terra. La rabbia era ingestibile e le ferite sulla schiena ardevano come non mai, avendo rotto ogni tipo di specchio, o oggetto in grado di riflettere un'immagine, in casa, dovetti uscire in strada fino ad arrivare allo specchio parabolico all'uscita della via principale. Mi tolsi in fretta e furia la maglietta girandomi bruscamente per vedere lo stato delle ferite. Le due grandi cicatrici che scendevano dal capo di ogni scapola fino alla fine dello sterno (se immaginato posteriormente) erano di un rosso carminio contornate da lividi violacei, urlavo al solo pensiero di toccarli. Mi rimisi la maglietta e rientrai in casa stendendomi sul divano appena lacerato. Presi un libro ma mi addormentai prima di iniziare a leggere la seconda pagina.
Suonò la sveglia delle 20, per la cena. Non ho fatto la spesa e ho distrutto anche il microonde. Certo, per me il tempo tra un pasto e l'altro è inesistente, ma la fame si fa' sentire comunque. Decisi di uscire ma prima volevo almeno finire quella seconda pagina del libro, optai per l'opzione che includeva l'uscire direttamente senza pensarci due volte, se avessi iniziato a leggere sarebbe finita con la fine del libro e il digiuno totale, poichè avrei perso il conto dei minuti passati a leggere. Presi le chiavi della macchina, le misi in tasca, poi scelsi il più velocemente possibile una maglietta e uscii. Arrivato al ristorante mi resi conto di non aver preso il portafogli. "per stasera salto, sarà come una dieta no?". Tornando verso la macchina vidi Steen e sua moglie, che vivevano non troppo lontano dal posto in cui dovevo mangiare, vedendomi mi invitarono a cena. -"Wynston!!! Vieni! sei giusto in tempo!"- Urlò euforica Marge, mi venne spontaneo chiamarla con questo nomignolo, ora la displasia fa il suo dovere. Mi sembra di conoscerla dalla nascita. Steen fece una smorfia di perplessità inizialmente, vedendomi così euforico; ma poi si rese conto che per me il fatto accaduto la mattina stessa, sembrava accaduto anni prima, nessun rancore.
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wynston
FantasyWynston è un ragazzo irlandese affetto da displasia temporale con incubi ricorrenti, farà un incontro con un animale insolito che si dimostrerà suo fedele protettore, entrambi hanno però segreti oscuri. Segreti che scoprirà non avere solo per sé. Wy...