Non credo di poter raccontare per filo e per segno la Messa Nera che ne segue, ma tenterò di fartene una sintesi. Anche perché ogni volta sembra diversa, con l'unica cosa in comune l'inizio di lui che urla parole scomposte e la fine immancabilmente con una vera orgia.
Spesso c'è solo una donna, altre volte anche una decina, ma si capisce che sono quasi sempre prezzolate, di mestiere. Qualche rara volta invece no. Ma aspetta, non precorriamo i tempi, ti racconto come inizia la faccenda.
"Belial! Behemoth! Baphomet!" così inizia ad urlare lui con le braccia aperte verso la porta della chiesa. I nomi me li sono fatti scrivere così da Isacco, dopo averli cercati assieme nel Libro di Tlad, ti ricordi?, quello delle fotocopie in aramaico che ti feci vedere quest'estate.
Ne girano in certi ambienti solo alcuni estratti ricopiati a mano dai gesuiti che accompagnavano i Templari; costoro furono anche gli ultimi a vederne gli originali, che ora si pensa siano nascosti nella Ka'Ba, alla Mecca.
"Belial! Behemoth! Baphomet! Sono tuo figlio, o Angra Mainyu" che significa Spirito Malvagio in persiano, o almeno questo è quello che assomiglia di più all'orribile pronuncia del tipo. "Sono il tuo sacerdote, Heylel, Lucifero, Ariman! Entra in me, così che possa servirti! Vieni, entra, lurida bestia, menzognero e ingannatore, malvagio corruttore!"
A questo punto tutti cominciano a muggire, e a dondolarsi sulle sedie, sia gli invasati suoi amici, sia le prostitute, non so se per paura o a pagamento. E sempre a questo punto, magari dopo dieci minuti di urla e strepiti, di muggiti e grida, si sente sbattere violentemente il portone della chiesa spalancato da un vento freddo e insidioso.
Dico, succede sempre! Isacco a questo punto mi afferra il braccio, ogni volta come se fosse la prima volta! E se prima abbiamo avuto paura, a questo punto il terrore è così alto che ci potrebbero benissimo assalire alle spalle senza che ce ne accorgiamo, lì nella stanzetta oscura con gli occhi incollati al pertugio e il buio intorno.
L'impressione visiva dell'apertura del portone all'invocazione diabolica risulta ogni volta sempre più drammatica, perché le foglie e la polvere danno la terribile impressione dell'ingresso reale di uno spirito maligno in chiesa. Tutto tace all'improvviso, a volte capita di vedere la sclera degli occhi del sacerdote del male iniettarsi di sangue. Sì, oggettivamente non si dovrebbe riuscire vedere gli occhi al buio e comunque siamo sempre a quattro cinque metri di altezza... forse è un effetto ottico delle fiamme delle candele riflesse, ma succede che i suoi occhi affossati in un'orbita scura appaiono come se fossero animati da un fuoco dentro.
A questo punto di solito viene trascinato sull'altare un animale di cui difficilmente si comprende la razza, troppo piccolo per essere un agnello, troppo grosso per essere un coniglio; è nero, o forse coperto da un sacco scuro, e legato in modo che può solo contorcersi, non agitare eventuali zampe. Le urla di questo povero animale sono dolorose a sentirsi: forse perché l'istinto suggerisce alla povera vittima cosa sta succedendo, forse perché avverte anche lui le ondate del male che provengono dal sacerdote del diavolo.
L'animale prima deve essere stato tenuto chiuso in qualche sacco e messo a tacere in qualche modo: è anche vero che lo stridio che emette può benissimo mischiarsi alle urla e ai muggiti che precedono la sua esecuzione. Tanto sembrano bestiali le urla dei partecipanti alla messa nera quanto umano sembra il pianto dell'animale infagottato e legato al punto che potrebbe in certi momenti sembrare anche un bambino.
Il sacrificio dell'animale prevede una specie di giaculatoria composta di bestemmie verso Nostro Signore o per lo più ripetizioni al contrario delle invocazioni di un normale Santa Messa. Il ribrezzo di noi che ascoltiamo aumenta di grado ad ogni bestemmia, e alla fine la paura che ci avvolge è sostituita da pura repulsione per tutto quello che vediamo.
Isacco dice che la nostra presenza è lì necessaria perché possiamo in qualche modo, anche solo passivo, contrastare la salita dagli inferi del demone che questi invocano.
Mi spiega Isacco che normalmente coloro che sono 'posseduti', sono vittime non di demoni ma solo di spiriti, anime di uomini o donne, spesso di caratteri violenti o semplicemente stolto che errano sulla terra finché non trovano la via alla loro destinazione futura.
Più lo spirito è malvagio, più è cieco ai suggerimenti che lo porterebbero al proprio bene, e allora non gli resta altro che rimanere legato alla terra, al luogo ove è stato ucciso o a qualche oggetto con un grande significato per l'anima. È nei casi peggiori che uno spirito rimane legato a qualche ingenuo che lo abbia invocato incautamente in una seduta spiritica.
Se la maggior parte degli spiriti resta in questo cosiddetto purgatorio per qualche tempo, mesi o anni, ma poi trova la strada per superare il proprio egoismo e la propria cecità, ce ne sono alcuni che rimarranno sempre in questo inferno, anche per centinaia di anni. Gli spiriti più ottusi hanno dimenticato da migliaia di anni la propria identità e sono schiavi in toto dell'oscurità. Che non vuol dire che siano per forza deboli, anzi abbandonandosi alle forze del male acquisiscono anche loro un potere su questa terra, ne diventano messaggeri.
Fortunatamente, spiega Isacco, non tutti gli spiriti, anche i più disorientati, scelgono la peggiore delle strade. E inoltre a proteggerci dagli attacchi dei più feroci abitatori della parte spirituale del nostro mondo ci sono sempre i nostri angeli custodi. Ma che possono fare ben poco quando l'invocazione viene dagli uomini stessi, non possono salvare chi si butta nel precipizio, anche se tentano con tutte le loro forze.
Così, continua Isacco, l'eterna lotta fra il bene e il male è punteggiato di certi personaggi che con la loro forza interna riescono a dare vigore a spiriti malvagi altrimenti incapaci a sfiorarci. Così come c'è chi ha una forza positiva e può contrastare con più o meno efficacia lo spirito malvagio.
Ma finora ho parlato di semplici spiriti malvagi. Quello che si tenta nelle Messe Nere è di dare forza, di invocare su questo mondo, da dove sarebbe bandito, il diavolo stesso.
Esso non è tanto presente quanto si pensa, quasi sempre lo sono gli spiriti travolti da lui a farne le veci. Isacco spiega che il diavolo come entità è ad oggi respinto naturalmente dalla presenza del bene e dalla forza delle preghiere e rimane quindi prigioniero nella sua dimensione.
Può provare ad uscirne solo se qualcuno lo invoca con forza! A questo proposito, Isacco parla di queste cose mostrandomi le solite fotocopie del Libro di Tlad.
Una cosa importante è di evitare di chiamare il diavolo pensando a lui o al suo nome. Non vorrei annoiarti con le citazioni, ma ecco un brano italianizzato dalla mia memoria, ma che mantiene la sua lucidità anche nei termini arcaici:
"[...] non temere, uomo, di rifuggire il male,
il male non ti distrugge solo perché nei hai paura,
ma non pensare al nome di Baal-Zeheb-Bub
quando hai paura del male stesso:
perché se lo chiami, il male verrà,
se pronunci il suo nome mentre ne hai paura
allora sentirai il suo alito sulla nuca
e sarai perduto nelle sue fauci."
STAI LEGGENDO
Oscure Lettere
ParanormalHo trovato un fascio di lettere in fondo al cassetto della scrivania ... quasi non ricordavo più di averle messe da parte, anzi quando le ho prese in mano mi veniva di sorridere guardando quel sistema di comunicazione obsoleto. Poi sfogliandole poco...