Capitolo cinque

492 38 13
                                    

Astrid aveva iniziato a provare una sensazione di panico. Jack non si svegliava, e la ragazza non sapeva in che modo comportarsi al suo risveglio. Hiccup era rimasto con lei ad abbracciarla, cercando di tranquillizzarla, ma nonostante tutto, non riusciva a non pensare. Le faceva male la testa per tutte le paranoie che si stava infliggendo. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, mentre Hiccup le accarezzava lentamente la schiena. Così lentamente che quasi non sentiva
le dita fredde che si muovevano contro la stoffa della maglia. In realtà, non sentiva quasi niente. Hiccup rimaneva zitto, aspettando una sua qualunque reazione, ma la bionda sembrava quasi essersi immobilizzata. Hiccup serrò la mascella. Le stava accadendo di nuovo.

-Astrid.

La ragazza non si voltò. Continuò a fissare il volto pallido di Jack, insanguinato e ricoperto di lividi. Hiccup provò a scuoterla, ma non gli prestò comunque attenzione.

-Astrid, guardami. Astrid.

I pensieri le avevano affollato la mente. La vista le si era appannata, e non riusciva a sentire più niente del mondo esterno. Sembrava che si trovasse in un vortice nero senza uscita. Emise un gemito di disperazione, passando le dita tra i capelli biondi e riscuotendosi da quello stato.

-Va tutto bene ?

-Come fai a chiedermelo ? Stavo per essere stuprata dal mio ragazzo, che adesso è steso qui terra con la faccia tre volte più grande, e per giunta, non si risveglia. Quindi no Hiccup, non sto fottutamente bene.

-Andrà tutto bene.

Astrid sospirò. Si coprì il volto con le mani, cercando di far calmare il battito accelerato del suo cuore.

-Non so che fare. Cosa dovrei fare quando si risveglierà ? Dio, e se l'hai ucciso ?

-Non l'ho ucciso As, l'ho soltanto messo al tappeto per un po'. Se quando si risveglierà però, proverà anche soltanto a toccarti, lo ucciderò senza pietà.

Hiccup la guardò serio, gli occhi di un verde intenso, la squadravano. Astrid si mosse a disagio, da quegli occhi così verdi, abbassando lo sguardo sul terreno. Hiccup le mise una mano sulla guancia, facendola voltare verso di lui.
-Continua a fidarti di me. Andrà tutto bene.
Quasi come fosse ipnotizzata da quegli occhi, si ritrovò ad annuire.
-Ci siamo già incontrati prima ? Mi sembra di averti già visto.
Nei tratti del bruno, passò un'ombra, che Astrid non riuscì a comprendere.
-No, ti starai sbagliando.
Spostò la mano dalla sua guancia, incrociando le dita tra quelle calde della ragazza, giocandoci.

-Se mi mordessi ?
-Vuoi che ti morda?
-Rispondi alla domanda.
-Beh, potresti diventare una vampira. O potresti morire. Perché me lo chiedi ?
Astrid si strinse nelle spalle, scuotendo la testa.
-Soltanto curiosità. Sto provando a non pensare a tutto questo casino.
-Quanti anni hai ?
-Diciotto tra qualche mese.
-Io ne ho ottantotto.
-Diciamo che li porti bene.
Hiccup le sorrise di rimando.
-Ed io che pensavo che tu ne avessi venticinque.
Astrid gli rifilò un pugno sul braccio, con un'espressione da finta offesa sul volto, mentre il bruno ridacchiava.
-Okay, stavo scherzando ! Che aggressiva.
Astrid scosse la testa, poggiandola successivamente sulla sua spalla. Hiccup addolcì lo sguardo, accarezzandole la spalla, guardandola addormentarsi.

Era circondata dal buio. Era completamente immerso in esso, senza neanche uno spiraglio di luce. Il respiro era affannato ed il cuore le batteva velocemente, come se avesse appena corso. Si guardò intorno, camminando nel buio. Il panico tornava ad impossessarsi di lei, ma si costrinse a restare lucida. Sbattè velocemente le palpebre degli occhi, provando a svegliarsi. Ma non riuscì nell'intento. I pugni le si strinsero.
-Astrid, svegliati.
Un sussurro strisciato si espandeva nelle profondità di quel buio. Voci indistinte la chiamavano, che lei non riusciva a riconoscere.
-Ti prego. Svegliati.
Le venne la nausea, non comprendendo. Non riusciva a svegliarsi, si ritrovava imprigionata in quell'oblio nero, persa a sé stessa.
Sentì un movimento, come se il suo intero corpo si riscuotesse. Prese in respiro profondo, chiudendo con forza le palpebre. Quando aprì gli occhi, alzò di scatto la testa dal cuscino, scontrandosi con Hiccup.
Emise un lamento di dolore, strofinandosi la fronte.
-Scusami, non avrei dovuto starti così vicino.
-Non preoccuparti. Si è svegliato ?
Hiccup si fece da parte, facendole guardare il corpo di Jack seduto su una sedia, dove il ragazzo si dimenava dalle corde a cui era legato.
-Sul serio Hic ? L'hai legato ?
-Non sapevo che fare.
Hiccup si passò una mano tra i capelli, mentre Astrid si schiaffeggiava la fronte con il palmo della mano.
-Da quanto è sveglio ?
-Uhm, due o tre ore, credo. Non è di molta compagnia.
-Per questo mi hai svegliata ?
-No... In realtà ti dimenavi nel sonno e stavi iniziando a sudare. Poi hai urlato.
-Cazzo.
Jack urlò insulti, continuando a dimenarsi sulla sedia.
-Volete liberarmi, stronzi?
-Chiudi quella cazzo di bocca, coglione.
Jack continuò a dimenarsi ferocemente, fin quando la sedia non cadde.
-Ecco, ora sta zitto.
-Avrei dovuto imbavagliarlo, ma mi annoiavo. Comunque, che hai sognato ? Sembravi terrorizzata.
-Non preoccuparti, non era niente.
-Sicura ? Sai che puoi dirmi tutto.
-Hiccup, non ne voglio parlare. Non è niente.
Astrid non accennò di nuovo all'argomento, ed Hiccup non volle forzarla maggiormente. Dopo aver mangiato (ed aver sentito Jack implorare talmente tanto che ebbero dovuto ficcargli una mela in bocca, e vederlo sbavare nel sonno) Hiccup restò fuori dalla tenda, guardando la bionda dormire, forse sogni tormentati, sentendosi impotente di aiutarla.

Angolo autrice
Aiuto.
AIUTO.
A I U T O.
Domani devo andare ad un fottuto battesimo e lunedì, SCUOLA.
S C U O L A.
Sapete, io non sono molto socievole. Oddio, non oso immaginare le figure di merda. Spero solo che non siano tutti deficienti lì dentro. CAZZO, SE MI PERDO ? Oddio, uccidetemi TaT

Addio, forse ci risentiremo TaT

Therapy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora