Capitolo due

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I successivi giorni della prima settimana passarono in un secondo per Astrid. In quei giorni aveva rivisto molto spesso Hiccup, sentendo da subito un legame con il bruno. Avevano parlato praticamente di tutto in quella settimana ed Astrid quasi si sentiva in colpa per aver trascurato così tanto Jack. Quest'ultimo sembrava neanche rendersi conto della sincronia che stava nascendo tra la sua ragazza e l'amico. Astrid non ci dava tanto peso, poiché sentiva di provare solo una grande amicizia nei confronti di Hiccup. Quest'ultimo si era comportato in modi molto particolari. Spariva nel nulla tornando il secondo dopo come se nulla fosse accaduto. Astrid si era concentrata molto per capire come fosse possibile una cosa del genere, ma stava lentamente impazzendo in questa marea di pensieri, per lei idioti ed insulsi.

Jack le aveva chiesto di raccogliere della legna per il falò che avrebbero accesso come ogni sera. All'inizio era riluttante a lasciarla andare nel bel mezzo del bosco da sola, ma Astrid gli aveva rivolto uno sguardo offeso ed avevano iniziato a litigare per cose banali. Astrid era andata via furente dall'area campeggio.

Lei è Jack solitamente non litigavano spesso, era una cosa rara. Non litigavano, ma non c'era neanche quella connessione tra loro, la vecchia scintilla. Non avevano mai avuto un vero discorso ed Astrid si ritrovò in questi pensieri, amareggiata nel bosco. Al di sotto della loro relazione non c'era un rapporto di vera fiducia ed amicizia, per questo Astrid era sempre indisposta a parlare con il ragazzo dei suoi problemi, se non trattandosi di cose futili. Astrid deglutì una sensazione amara. Si stava lentamente rendendo conto che avrebbero seriamente dovuto parlare, ed il litigio non avrebbe fatto bene alla sua pazienza minima.

Strinse i pugni dalla rabbia per la consapevolezza che quella relazione non la stava veramente soddisfando e che stava buttando anni di vita, incompresa da colui che sarebbe dovuto essere prima di tutto il suo migliore amico.

Forse stava ingigantendo il problema, ma sapeva che la sua rabbia non partiva soltanto dallo stupido litigio avvenuto pochi minuti fa.
Continuò a camminare nel bel mezzo del folto bosco raccogliendo distrattamente dei pezzi di legno. Sentendo un rumore si fermò di colpo. Assottigliò lo sguardo, cercando di capire se ci fosse qualcun'altro. Tenendo il legno stretto contro il petto, accese la torcia del telefono, illuminando gli alberi intorno a lei.

Sentì un rumore sommesso, un tonfo, come se un corpo fosse appena tramortito al suolo. Spense la torcia, pensando che non sarebbe stato intelligente portare la fonte di quel rumore verso di lei. Cercò di regolarizzare il respiro affrettato, sentendo il cuore battere all'impazzata. Cercò di pensare lucidamente e non abbandonarsi al panico. Le venne in mente la possibilità che fosse soltanto un animaletto, quando sentì di nuovo quel tonfo. Si girò, correndo nella direzione del campeggio, ma si ritrovò bloccata da una scena orrida.

Astrid Hofferson aveva affrontato tanto nel corso della vita, ma mai si sarebbe immaginata che le potesse porsi una scena del genere dinanzi ai suoi occhi azzurri. Facendo cadere i bastoni di legno che reggeva tra le braccia, portò una mano a coprirsi la bocca spalancata. Gli occhi azzurri inpanicati, si spostavano su quella scena orrida che le si presentava di fronte.

Fece per muoversi, realizzando solo allora di essere completamente bloccata dalla paura, in quel bosco, a centinaia di metri dall'accampamento. Avvertì la paura attenagliarle il petto, stringendolo in una morsa dolorosa. La creatura alzò lentamente lo sguardo puntandolo su di lei. I suoi occhi iniettati di sangue la osservavano in silenzio. Occhi rossi che sembravano divorarle l'anima, continuando a fissarla immobile. Il sangue dell'animale ai suoi piedi scorreva sul mento del vampiro, facendole venire il voltastomaco. Astrid sentiva le gambe molli e la testa scoppiare dagli innumerevoli pensieri e dalla paura.

Il ragazzo si pulì il sangue dal mento strofinandolo contro una mano, continuando a guardarla intensamente. Si avvicinò a lei con passo lento. Astrid voleva urlare, scappare via. Ma era bloccata dagli occhi ipnotici di quella mostruosa creatura, diventati improvvisamente verde foresta, gli stessi occhi che aveva rivisto solo poche ore prima. Sentì le lacrime scorrerle sul viso, la sensazione di poter svenire da un momento all'altro sempre più forte, mentre il vampiro, ad ormai un paio di passo di distanza, alzò la mano.

Astrid chiuse gli occhi deglutendo, ripensando a Jack che la aspettava all'accampamento, alla sua famiglia, ai suoi amici, aspettando la mossa del vampiro. Rimasero immobili per quelli che le parvero innumerevoli minuti, fin quando sentì i polpastrelli del ragazzo sfiorarle delicatamente una guancia, quasi con timore. I suoi occhi assunsero di nuovo una sfumatura rosso sangue, i canini appuntiti spuntarono. Come un'ombra, il ragazzo si volatilizzò nel buio.

Astrid ci mise minuti nel metabolizzare, cadendo in ginocchio. Sentiva come se stesse per svenire ed una sensazione di vuoto la portò ad inpanicarsi non riuscendo qiasi a respirare. Raccolse i legnetti con mani tremanti, correndo verso l'accampamento, lasciandosi alle spalle l'animale privo di vita a cui era stato succhiato via ogni traccia di sangue.

Hiccup Haddock, un ragazzo che aveva creduto fosse la normalità in persona, credendo che quelle "sparizioni" fossero solo frutto della sua fantasia, era invece una creatura sovrannaturale. Che probabilmente aveva divorato gli amici con cui sosteneva di essere in campeggio...

-Perché ci hai messo così tanto ?

-Mi ero persa. Ho un po' di mal di testa, buonanotte.

Jack non le rivolse la parola, facendola roteare gli occhi. Si diresse tremante nella tenda. Si portò le mani sul viso asciugando le lacrime che avevano ripreso a scorrerle sul viso. Poco dopo Jack la raggiunse non guardandola neanche, infilandosi nel proprio sacco a pelo. Rimase sveglia, incapace di riposare, ascoltando il leggero russare di Jack che da sempre l'aveva infastidita. La paura l'aveva bloccata. In quelle ore ripensò ai canini macchiati di sangue del ragazzo, agli occhi rossi che la guardavano come fossero indemoniati. Poi ripensò ai polpastrelli delicati che le sfioravano la guancia e agli occhi ritornati verdi, che assumevano una sfumatura pentita e terrorizzata dalle conseguenze.
Scosse la testa. Sarebbe impazzita seriamente. Non si accorse di una presenza attorno alla tenda, che accovacciata su un albero l'aveva guardata, come se volesse proteggerla da se stesso, con quegli occhi verdi colpevoli, prima di balzare via e scomparire nel buio.

Angolo autrice
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Addeoh 😬



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