capitolo 4

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Peter pov.

Acido?! No, non è possibile!

Il ragazzo afferra velocemente il borsone e inizia a correre lungo lo stretto viale, la velocità sembra anormale ma forse è solo ben allenato. Lo inseguo e in un batter d'occhio lo raggiungo, bloccandogli l'unica via d'uscita che aveva a disposizione, sempre se non sappia saltare oltre quattro metri d'altezza, quanto basta per scavalcare il muro.

Si gira verso di me e piega leggermente le gambe, non faccio in tempo a colpirlo con una ragnatela che questo salta in alto, superando di ben due metri il muretto. Rimango per un attimo sbalordito, ma non lo posso lasciar scappare, ha dell'acido con se!

L'unica soluzione è che sia un mutante, quindi il video di Ned è vero! Aspetta... e ora come lo catturo un maledetto mutante?

Penso, mentre con una ragnatela lo raggiungo e continuo l'inseguimento da un muro all'altro, mentre il giovane abilmente schiva ciò che gli blocca la strada, con un balzo. Arriviamo in strada e non lo vedo più, si sarà di certo mimetizzato con qualche gruppo di studenti o persone, ma nulla sfugge dalla mia acuta vista da ragno! Corro sopra al tetto e con un balzo atterro davanti a lui, che arretra subito di qualche passo, sorpreso.

«Dove cerchi di andare, marmocchio?» gli sparo una ragnatela nel braccio, e cavolo, mi pento di averlo fatto.

Arrotola la ragnatela lungo il braccio e, con un balzo, mi trascina in aria per oltre di un'altezza di trenta metri, arrivando sul tetto di un palazzo. Non ho tempo di reagire che questo subito inizia a farmi girare, inizio già a sentirmi male. Lascio la ragnatela e mi schianto contro la finestra del palazzo vicino, almeno è sempre meglio di continuare a girare all'infinito.

Mi riprendo per qualche secondo, mentre il ragazzo si allontana saltando da palazzo a palazzo, già inizia a darmi sui nervi. Mi arrampico in cima all'edificio, così da vedere dove si fosse cacciato, ma ahimè è sparito.

Mi abbandono sul cemento del tetto, sdraiandomi a terra abbattuto. Cazzo, non ci voleva proprio, ma almeno ora so chi è questo famoso Echo. Mi levo la maschera e passo il dorso della mano sulla fronte, guardando le nuvole cambiare forma.

Alex pov.

Apro la finestra ed entro in camera silenziosamente, mi levo subito la bandana buttandomi sul letto.

«Non ci posso credere, non può essere lui...» mi mordo il labbro inferiore e mi alzo leggermente con il busto.

Sono felice di essere scappata da Spiderman senza molti problemi, ma la sua voce è troppo simile a quella di Peter. No, non è per niente lui, scommetto che se ora lo chiamo mi risponderà subito.

Afferro il cellulare che avevo lasciato sopra al comodino, cerco il contatto di Peter e avvio la chiamata. Nulla.

È solo una coincidenza, starà studiando per la verifica di latino di domani.

Dopo essermi cambiata e aver nascosto le bombolette in un scomparto segreto dell'armadio, cerco il numero di Liz e la videochiamo, le avevo promesso che appena arrivata a casa l'avrei aiutata con matematica attraverso Skype. Parliamo per un paio di ore di matematica e di cose che non c'entrano altamente con questo, finché non decidiamo entrambe di staccare.

«Diana, scendi! Hai visite!» mi urla mia madre dal piano inferiore, corrugo le sopracciglia confusa, chi poteva mai essere?

«Un attimo mamma!» le rispondo aprendo leggermente la porta, mentre mi sistemo i capelli raccolti in una treccia scombinata sulla spalla, e i vestiti che avevo deciso di indossare: una felpa nera larga dei Nirvana, dei pantaloncini neri e le calze nere a rete.

Scendo le scale velocemente ma senza far rumore, arrivo in salotto e mi avvicino alla porta incrociando le braccia sotto il seno.

«Eccoti finalmente» sbuffa mia madre lasciandomi il suo posto all'uscio della porta d'ingresso.

Guardo dietro alla porta e noto Peter che era chino ad accarezzare Mocio, il mio gatto siamese a pelo lungo che si stava strusciando su di lui.

«Peter?» lo guardo con un mezzo riso, mentre si rialza da terra ridacchiando.

«Il tuo gatto sembra innamorato pazzo di me» commenta mentre il gatto, facendo le fusa, continua a strusciarsi sui suoi piedi.

«Gli stai stranamente simpatico, è difficile che faccia così agli sconosciuti» mi appoggio all'uscio della porta con una spalla, con ancora le braccia incrociate.

«Sì, beh... comunque sono qui per darti questa» prende dallo zaino che portava in spalla un foglio leggermente stropicciato.

«La mia ricerca di storia, ecco dov'era, grazie mille Peter» gli sorrido e prendo la ricerca tra le mani, facendo un finto sospiri di sollievo.

«Prima ho visto una chiamata persa da parte tua, e mi hai fatto venire in mente che avevo trovato la tua ricerca nell'aula di chimica» un po' imbarazzato, si mette la mano tra i capelli castani scombinati, a differenza di quelli che sono abituata a vedere a scuola ben gellati all'indietro.

«Beh, ti ringrazio ancora, cosa fare senza di te!» mi allungo verso di lui prendendogli il viso tra le mani e baciandogli leggermente una guancia.

Sembra irrigidirsi dal mio tocco e dal mio bacio, non se lo aspettava probabilmente, ma spero che abbia gradito. Gli lascio il volto e sorrido.

«I-Io devo a-andare, ci vediamo domani a-allora» dice rosso in viso e guardando in basso, imbarazzato.

«Certo, a domani Peter» sorrido per poi chiudere delicatamente la porta.

Mi giro e noto mia madre con le braccia incrociate e con un sorrisetto tra le labbra, ecco che rinizia.

«Chi era quel bel giovanotto?» mi chiede, avvicinandosi lentamente.

«Un compagno di scuola, niente di più» sospiro assumendo un viso serio.

«Molto carino devo dire» commenta, per poi accarezzarmi il viso.

Alzo gli occhi al cielo ma non posso fare a meno di sorridere, ripensando al ragazzo.

Peter pov.

Non ci posso di nuovo credere, mi ha baciato ancora sulla guancia! No ok, devo smetterla di pensare che forse ho una speranza con lei, potrebbe solo essere un semplice segno di amicizia.

Do un'ultima carezza al dolce gatto e mi allontano con le mani in tasca, ripensando a quando ieri la ho accompagnata a casa - insieme a Ned e MJ -, siccome che avevamo deciso di andare tutti a mangiare un panino. Sembrava un po' agitata e aveva parecchio fretta di tornare, non ho capito molto bene il perché ma, se non sbaglio, doveva andare a una cena importante con i suoi.

Ma ora devo pensare cosa ha in mente quel maledetto mutante, il graffito che stava facendo questo pomeriggio sta lentamente sciogliendo il muro, sembra che abbia utilizzato uno strano acido che non ferisce alla pelle ma corrode il materiale, utilizzandolo però in piccole quantità, come se volesse collaudarlo.

Double Face - Spider-Man/Peter Parker Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora