CAPITOLO 17

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-Buona scuola stella.

Sorrido come una demente e metto il telefono in tasca.

-Ma chi è che ti scrive? Stai sempre attaccata al telefono con un sorriso scemo.

Francesco, un mio compagno di scuola, mi fa questa osservazione mentre saliamo le scale per andare in classe.
Sono passate due settimane da quella fantastica serata e anche se la situazione è difficile sembrerebbe funzionare, ci vediamo poco ma appena ho un pomeriggio libero vado a Trento.

-Chi vuoi che sia? Filippo Lanza, non li leggi i giornali?

A queste parole mi fermo di colpo e squadro dalla testa ai piedi il mio compagno di classe che ha appena pronunciato queste parole.
Francesco si gira verso di me con la bocca spalancata.

-Ma davvero? Quel Filippo Lanza?

-Ma cosa dici? Ti pare che uno così venga dietro a me?

Cerco di togliermi dai guai, ma non sembra molto convinto di questa mia risposta.

-Beh, di solito mi avresti risposto "chi è questo Lanza" dato che sei malata di calcio.

-Mi sono fatta una cultura questa estate.

Francesco fa una faccia non molto convinta e continua a salire le scale mentre io mi rigiro verso Alberto e lo osservo intensamente fin quando non comincia a parlare 

-Che hai? Sei su tutti i giornali praticamente, non fare finta di nulla.

Alberto mi raggira e sale le scale per raggiungere la nostra classe.                                                                  Cosa? Sì, me lo aspettavo, ma non mi aspettavo che si sapesse in modo così immediato insomma. Molti pochi seguono la pallavolo e non mi aspettavo di essere così tanto interessante per i giornali di gossip. Rimango imbambolata per circa cinque minuti fino a quando non sento le mani di un ragazzo cingermi i fianchi. Mi giro scocciata e noto Lorenzo dietro di me.

-Che stai osservando? Hai avuto una visione celeste?

-Lasciami in pace.

Stacco le sue mani da me e salgo un paio di scale quando sento la sua mano stringermi il polso.

-Ti prego, possiamo riallacciare il nostro rapporto? Hai passato mesi pregando che tutto tornasse come prima e ora che questo può succedere vuoi mandare tutto a puttane?

-Lasciami in pace Lorenzo, non fai più parte della mia vita.

Agito violentemente il polso per liberarmi ed entro in classe.          
Non mi interessa più nulla di lui e dei suoi capricci, ho Filippo ora e lui mi tratta come merito di essere trattata. Filippo... devo informarlo della notizia che ho ricevuto questa mattina: i giornali sanno di noi. Non so come la prenderà, ma non penso benissimo. Non vuole che la vita mediatica rovini il nostro rapporto e non vuole che io debba preoccuparmi di ogni singolo gesto che compio per paura di essere giudicata e soprattutto non vuole che io legga quello che scrivono i giornali su di noi, sulla nostra differenza di età. I giornalisti fanno il loro lavoro, certo, ma  a volte sono davvero senza scrupoli e questo nuoce alle persone. Dovrò dirglielo, in modo carino, ma dovrò farlo.

[...]

Lorenzo mi ha tenuto il muso per tutta la mattinata però sinceramente non me ne importa nulla, voglio solo risolvere i miei problemi. 

-Ragazzi la prossima lezione interrogo. Mi raccomando, studiate!

Appena la professoressa finisce di parlare suona la campanella e io mi alzo dal mio posto con una lentezza estrema. I compagni mi salutano, io mi metto la giacca ed esco da scuola. Mentre sto percorrendo gli ultimi scalini prendo il telefono dalla tasca e compongono il numero del mio ragazzo; ho bisogno di sentire la sua voce ed essere confortata.
Sei, sette, otto, nove squilli ma lui non risponde. Che peso! Forse è in palestra per l'allenamento, devo ancora imparare a memoria i suoi orari. Rimetto sconsolata il telefono nella tasca e alzo lo sguardo verso il parcheggio della scuola rimanendo stupita. Un gruppetto di persone, non molte, saranno 5/6 che urlettano e sono chiaramente euforiche attorno ad una macchina. Incuriosita da questa strana situazione mi avvicino per vedere cosa possa aver creato tutta questa eccitazione.

-Ragazze, tranquille. Faccio foto e autografi per tutte voi però poi dovete lasciarmi in pace.

La voce è familiare. Non può essere lui. Non può essere venuto fin qui per me, durante la settimana, non può essere davanti alla mia scuola, non mi meriterei una persona simile.
Mi fermo davanti a quel gruppettino e quando Filippo si alza riconosco i suoi capelli, mi viene quasi da piangere per la felicità. Non posso crederci. Io lo amo.
Poco dopo tutte le ragazzette se ne vanno, lui mi vede, sorride e rimaniamo fermi ad osservarci increduli di vederci. Filippo si gira, apre la portiera della macchina e prende una rosa. È davvero troppo dolce per me, cosa ho fatto di bello per meritarmi tutto questo?
Filippo si avvicina a me, mi abbraccia alzandomi da terra e sussurrandomi all'orecchio

-Ciao stella, spero di averti resa contenta oggi.

Mi rimette a terra e mi dona la rosa rossa che aveva preso dal sedile dell'auto.

-Mi hai reso la ragazza più felice del mondo. Fai sempre delle sorprese fantastiche, come ho fatto ha trovarti e tenerti?

La domanda è retorica ovviamente, un sentimento del genere non si può spiegare.
Prendo la rosa, la avvicino al mio naso e annuso a pieni polmoni il profumo del fiore. Filippo continua ad osservarmi sorridente, è un circolo vizioso lui è felice quando io sono felice e sapere che lui è felice mi rende felice. È proprio strano l'amore. Queste riflessioni fanno spuntare un sorriso pronunciato sulle mie labbra e mi fiondo su quelle del mio pallavolista. Lo bacio qui, davanti a tutti e me ne frego di tutti e di tutto, che la gente veda e pensi quello che vuole.

-Davvero molto felice di vedermi direi.

Filippo fa un sorrisetto malizioso nei miei confronti.

-Troppo felice.

Pippo mi prende la mano e mi conduce alla sua macchina aprendomi e chiudendomi lo sportello come un vero gentiluomo. Sono curiosa di dove mi porterà ora, mi stupisce sempre con le sue sorprese.

Cosa ce ne facciamo dei numeri?  || Filippo Lanza||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora