CAPITOLO 15

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-Ti muovi, Giulia????

-Arrivo, arrivo è che fa freddo.

Ci stiamo dirigendo al palazzetto dello sport per vedere la partita Verona-Trento.
Dopo il mio compleanno io e Filippo abbiamo ripreso a scriverci come prima, con tutta la magia di un tempo. Si é scusato per non avermi risposto il giorno del mio compleanno, ha detto che se lo avrebbe fatto di sicuro mi avrebbe rivelato la sorpresa.
È tutto stupendo tranne il fatto che in un mese ci siamo visti solo due volte e sono dovuta sempre andare io da lui. Siamo stati nel suo appartamento a guardare film e coccolarci sul divano. I due pomeriggi più belli della mia vita.
Cosa orribile di questo mese è stato il ritorno a scuola, davvero traumatico e Lorenzo che fa il dolce con me 24/24 anche se lo tratto di merda. Devo parlargli e mettere in chiaro le cose, ma vorrei che capisse da solo dato che farei una figura di merda a dirgli che non lo voglio dopo averlo implorato per due mesi.
Io e Giulia siamo arrivate e ci mettiamo in fila per poter entrare.

-Guarda cosa mi tocca fare per te.

-È per questo che sei mia amica! Se no saresti sempre relegata in casa e poi tu sei appassionata di pallavolo quindi ti fa piacere vedere la partita. Poi ora entriamo ed è caldo nel palazzetto. Stai Buona.

-Piccola domanda: come pensi di farti notare da lui dato che siamo in un palazzetto abbondantemente grande e in diretta sporttube?

-Stai tranquilla, è un mio problema questo.

Problema a cui non avevo ancora trovato risposta. Avevamo i posti più vicini al campo, ma erano comunque distanti e Pippo non sapeva che andavo a vedere quella partita quindi avrebbe potuto benissimo essere un flop totale la mia sorpresa.
Giulia prende il mio braccio e mi tira verso l'entrata. Dentro il palazzetto dello sport l'atmosfera è più calda e si sta meglio, Giulia è finalmente contenta di essere qui. Lo sapevo, si lamentava tanto, ma in fondo è più contenta lei di me di assistere alla partita.
Ci sediamo e io rivolgo subito lo sguardo verso il campo dove Pippo e tutta la squadra si sta riscaldando. È davvero bellissimo e la concentrazione sul suo volto gli conferisce un'aria da duro che se non lo conoscessi penserei che lui sia davvero così. Osservo ogni sua singola mossa e l'unica cosa che riesco a pensare è che è un ragazzo stupendo e il fatto che sappia fare bene il suo lavoro lo rendere ancora più attraente. Vorrei tanto le sue braccia attorno ai miei fianchi ora.
Il suono del fischietto mi risveglia dai miei pensieri e vedo il sestetto di Trento che viene presentato e Filippo che entra in campo battendo il dieci agli altri suoi compagni. La partita comincia e mentre Giulia si sgola per tutto il tempo io rimango in silenzio a contemplare il tutto.

[...]

22-24 (2-1)

Match point per la Diatec e Giannelli al servizio. Giulia si sta mangiando le mani dall'ansia, ha passato tutta la partita a saltare e urlare, tifosa vera. Io ho passato tutto il tempo a guardare il mio Pippo, sono venuta principalmente per ciò, non amo la pallavolo.
Giannelli fa rimbalzare la palla per terra quattro volte, poi la alza fino al mento tenendola nel palmo, fa un respiro profondo e la lancia in aria. Rincorsa, salto e impatto tra mano e palla, l'ultima schizza ad una velocità stratosferica al di là della rete e impatta terra toccando la linea di fondo per 3 centimetri. ACE. Il palazzetto esplode e tutta la squadra si abbraccia esaltata in campo, Giulia si alza in piedi e urla saltando. Io sono contenta, ma poi il terrore mi pervade; come faccio ad attirare l'attenzione di Pippo? Ho avuto due ore per pensarci, ma non lo ho fatto! Mannaggia a me. Vedo i giocatori che cominciano ad entrare negli spogliatoi e il terrore mi pervade; in crisi mi alzo dal mio posto e mi sporgo dal parapetto del palazzetto.

-FILIPPOOOO! PIPPOOOOO!

Urlo con tutta la voce che ho in corpo, non può non sentirmi, non posso aver fatto tutta questa strada per nulla.
Fisso intensamente con lo sguardo il numero dieci e lo vedo girarsi, urlo di nuovo e il suo sguardo si posa su di me. Finalmente mi ha vista, vedo il suo viso illuminarsi e comincia a correre verso di me. Arriva sotto il parapetto con un sorriso a 360 gradi e comincia ad arrampicarsi su di esso.

-Cosa fai? Pazzo! Se cadi ti uccidi.

-Arrivo da te!

È quasi alla mia altezza e sento dietro di me gente accalcarsi; sono i fan che cominciano ad arrivare e la cosa mi infastidisce.

-Pazzo!

-Ma la mia maglia dov'è?

Ormai è alla mia stessa altezza, ma non scavalca la ringhiera perché se no la gente lo assalterebbe.

-La tua maglia?

Lo guardo sorpresa.

-La maglia numero dieci della Diatec.

-Non la ho... dovrei averla?

-Pensavo la comprassi. Insomma, hai la maglia del Real Madrid e non la mia.

Fa la faccina triste.

-Scusami... non la ho comprata.

Si mette a ridere e io sento una ragazza urtare la mia gamba, mi rendo conto di nuovo che c'è una calca attorno a me e mi infastidisco.

-Tranquilla, rimedio io.

Filippo comincia a togliersi la maglia e io ho il terrore che cada, ma alla fine riesce a sfilarsi l'indumento e consegnarmelo.

-Ecco qui. Io ora vado, tu aspettarmi fuori, porta sul retro.

Un sorriso compare sulla mia faccia, mi sento bene e felice fino a quando la folla attorno attorno me comincia a chiedermi chi io sia e perché Pippo abbia fatto questo.

[...]

-Due minuti e arrivo, gli autografi sono d'obbligo.

Sono fuori dalla porta dove escono gli atleti e Filippo è circondato da una trentina di ragazzine a cui deve fare autografi e dare baci. Sono contenta per lui e per il suo sport, certo ma sono davvero infastidita da questo ammasso di gente che non mi permette di vivere la mia vita privatamente con lui.

-Eccomi qui! Ti porto a mangiare in un posto stupendo! Sono davvero contentissimo che tu sia venuta.

Mi mette il braccio attorno alle spalle e mi sorride guardandomi negli occhi.
Sono davvero contenta pure io.

Cosa ce ne facciamo dei numeri?  || Filippo Lanza||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora