CAPITOLO 19

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-Ma che dolci, dolci e Filippo dorme. Prevedibile.

Mi giro a guardare Simone e gli sorrido.

-Ormai ci ho fatto l'abitudine ed è davvero così dolce mentre dorme.

-Hai ragione, davvero adorabileee

Giannelli mi dà ragione e gratta con il pungnetto la testa di Filippo che non si sveglia.
Osservo il mio pallavolista dormire beato e mi metto ad accarezzato i capelli.
Il viaggio in aereo sarà abbastanza lungo, il Brasile non è dietro l'angolo. Ancora non ci credo di aver convinto i miei genitori a lasciarmi andare con il mio ragazzo alle olimpiadi, certo ho dovuto accettare che mio fratello venisse con noi, ma non mi dispiace la cosa. Sono riuscita a far accettare la mia relazione con Filippo a tutta la mia famiglia, ci sono voluti 10 mesi, ma ne è valsa la pena. Ogni volta che potevo andavo dal mio ragazzo e sono andata a vedere più della metà delle partite di superlega; la diatec è arrivata terza, non malissimo.
Ora sono tutti concentrati sulla nazionale e sulle olimpiadi, bisogna portare l'Italia in alto ed arrivare all'oro che manca da molto.

-Come tu faccia a sopportarlo non lo so.

-Ma non fa nulla di sconvolgente, è un ragazzo normalissimo.

-Con noi della squadra passa tutto il tempo a dire che sei una santa.

-Ahahah! Non è vero, Simo! Lui pensa di infastidirmi perché troppo serio in quanto più vecchio di me, ma non capisce che a me va bene così.

-Un Filippo timido e non sicurissimo di se stesso capita poche volte nella vita.

Scoppiamo a ridere e il Veronese apre gli occhi infastidito.

-Ma dovete fare per forza casino voi due? Stavo dormendo beatamente.

-Continua a dormire amor, il viaggio è lunghissimo.

Filippo si alza, mi lascia un bacio a stampo sulle labbra e poi si gira verso il suo compagno di squadra.

-Io dormo, ma tu non fregarmi la ragazza. Ti tengo d'occhio anche mentre dormo pivello.

-Non oserei mai!!

-Meglio per te!

Filippo ammonisce scherzosamente Simone e poi si ridistende cercando di addormentarsi di nuovo.

-Ti ama davvero.

-Lo amo davvero anche io.

Passiamo tutto il viaggio a mangiare, dormire, giocare a carte e parlare del più e del meno.

[...]

-Dobbiamo davvero aspettare le valige? io ho sonno!

-Come fai ad avere ancora sonno? Hai dormito per più di metà del viaggio.

Simone come sempre prende in giro il mio ragazzo che gli risponde per le rime. I due sono davvero amici strettissimi e a volte quasi invidio il loro rapporto.

-Simone, dato che sopporto continuamente le tue torture bambinesche, prenderai tu le nostre valigie e noi andiamo già in albergo. Ciaone.

Filippo prende la mia mano e mi trascina verso l'uscita del gate prima che il suo amico possa opporsi alla sua decisione.

-Ma non devi aspettare gli altri compagni di squadra? Non dovete fare tutto assieme o una cosa del genere?

-No piccola, il primo giorno in Brasile è libero, basta che rimaniamo in centro e non andiamo in quartieri dove possano ucciderci e siamo liberi.

Varchiamo la soglia dell'aeroporto e Filippo mi alza da terra girando su se stesso, mi rimette di nuovo con i piedi sul suolo e mi lascia un veloce bacio a stampo sule labbra.

-Sono davvero un sacco eccitato ed ansioso per queste olimpiadi, sarà la volta buona, dobbiamo riuscire a portar e a casa l'oro che ci manca da così tanto. Ho così tante pressioni e per questo ci tengo a passare questo mio unico giorno libero con te.

-Ma non avevi sonno?

Gli chiedo per stuzzicarlo, anche io voglio passare ogni singolo istante di questo giorno con lui. Sapevo che lo avrei visto poche volte intimamente durante il nostro soggiorno a Rio, però sentivo e sento il bisogno di stargli accanto; per questo ho accettato.

-Un po', ma starò sveglio per te. Poi devo abituarmi al nuovo orario.

Fermiamo un taxi per andare in centro città, qui sono appena le 13 e noi due stiamo morendo di fame. Per tutto il viaggio stiamo uno accoccolato all'altro ad accarezzarci senza dirci nulla; non vogliamo rovinare questa magia che è presente nell'aria, siamo entrambi eccitati ed ansiosi e non abbiamo bisogno di dircelo per capirci, sembrerà una frase fatta ma noi davvero ci capiamo con uno sguardo.
Arriviamo nel centro città e appena scendo dalla macchina rimango incantata dalla bellezza naturale del paesaggio, la maestosità della natura è qualcosa di sublime.

-Io direi di fare un salto in spiaggia.

-Ci sto!

Ci dirigiamo mano nella mano verso Copa Cabana: sei chilometri di spiaggia sabbiosa piena di persone che prendono il sole, giocano a calcio e a beach volley, si fanno il bagno nonostante qui sia inverno.
Io e Filippo ci sediamo su un tronco d'albero lasciato dalla marea, la fame di prima sembra essermi quasi passata del tutto, sarà merito delle nuove arie.
Filippo mi cinge le spalle con il suo braccio sinistro e avvicina la mia testa al suo petto. Respiro a fondo il suo profumo mentre lui mi bacia i capelli.

-Sono davvero felice che tu sia qui, mi dona tranquillità la tua presenza.

-Sono felice anche io di essere qui e non in un altro continente, non avrei saputo come affrontare tutta questa distanza.

-Per fortuna hai convinto i tuoi e non voglio sapere come... dai, giochiamo un po' a pallavolo.

-Cosa?? Noo, lo sai che sono impedita!
Lo guardo con gli occhi spalancati e lui scoppia a ridere.

-Non ti credo.

Filippo si alza di corsa e va a chiedere un pallone ad un gruppo di persone che sta giocando nella spiaggia.

-Ecco! In piedi, ti insegno io come si fa.

Mi alzo ti tubante. Filippo mette a terra il pallone e viene dietro di me.

-Ora ti insegno il bagher.

Con le mani mi abbassa i fianchi e mi fa allargare leggermente le gambe, poi prendere mie mani e le unisce per mettermi nella giusta posizione di ricezione.

-Se mi insegni a giocare toccandomi così ogni volta io non presto più attenzione ai tuoi insegnamenti, ma alle tue mani su di me.

Filippo in tutta risposta mi lascia un bacio nell'incavo del collo e comincia a sussurrare all'orecchio.

-Questa è la posizione che devi tenere. Ora ritorna normale, io mi metto davanti a te, batto e tu devi prendere la palla in bagher.

Mi rimetto normale e aspetto la battuta del mio pallavolista personale. Quando ricevo però la palla schizza dall'altra parte della spiaggia e Filippo scoppia a ridere.

-Ti avevo detto che sono imbranata!!

-Ora ne ho avuto la conferma!

Filippo scoppia a ridere, mi viene incontro e mi carica sulle sue spalle come un sacco di patate. Io battendo le mano sulla sua schiena gli ordino di mettermi giù, ma lui comincia a correre e capisco perché.

-No no no no!!! L'acqua no!

Non faccio in tempo a di finire la mia protesta che mi ritrovo bagnata dalla testa ai piedi e con un freddo cane.

-Sei bellissima bagnata, si mettono in risalto le tue forme.

$$$ SPAZIO AUTRICE $$$

Volevo ringraziarvi un sacco per le visualizzazioni e volevo dirvi che ormai manca un solo capitolo e poi la storia finirà. 

Detto questo, grazie ancora per le visualizzazioni, STELLINATE E LEGGETEE 😘

Cosa ce ne facciamo dei numeri?  || Filippo Lanza||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora