Una Chiacchierata

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Dopo essersi sfogata a dovere, Francine si fece accompagnare in branda da Jim e crollò esausta sull'amaca. Era incredibile che quella giornata fosse finalmente finita.
Era stata davvero dura. Mentre si addormentava ripensò all'accaduto del giorno prima. Appena aveva saputo che Jim sarebbe partito con Silver aveva perso la testa. Finalmente aveva l'occasione di incontrare suo padre una volta per tutte. Finalmente l'avrebbe visto, dopo sedici anni. Ce l'aveva a morte con lui, ma doveva fare come gli aveva detto. E così quella era l'occasione migliore. E detto questo si era mascherata da uomo ed era partita, non dicendo niente alla madre. Figurarsi! Dopo sedici anni di corsetti e sottane non glielo avrebbe mai permesso! E poi... almeno così non avrebbe dovuto gridare dietro a nessuno per un po'. Certo che... poteva anche lasciare un biglietto, un messaggio, un pezzo di carta, qualcosa. O forse voleva fargliela pagare per averla trattata male per tutto quel tempo. Ma forse aveva esagerato. Bah. Comunque ormai era troppo tardi. Le avrebbe spiegato tutto al suo ritorno. E così la ragazza si addormentò presa da un lieve senso di colpa.
Non dormì molto, venendo svegliata dai raggi di luce che filtravano dal soffitto. Beh, sempre meglio dei risvegli della madre. Quando andava bene le bussava sulla porta intimandole di muoversi, ma quando aveva la luna storta il risveglio poteva variare da delle pacche date con il battipanni o con il classico secchio d'acqua.
E così, ripensando a sua madre, la ragazza chiese a Jim dove fosse lo spazzolone. -Ma come? Vuoi pulire tu il ponte?- il ragazzo la guardò strabuzzando gli occhi. -No, è che mi sono innamorata di lui e volevo chiedergli di sposarmi!- spiegò Francine, ironica, poi gli tirò una gomitata e rispose, ridendo -Ma certo che voglio pulirlo io, il ponte! E chi altri, sennò?-. -Ma guarda che non sei obbligata a farlo! Dai, lo faccio io.- Jim prese lo spazzolone dallo sgabuzzino delle scope ma questo gli fu subito strappato di mano -Oh no, signorino, tu hai già il tuo lavoro da timoniere a cui badare! Tu pensa a quello, io penso a questo.- l'amica gli sorrideva, come se non volesse che si disturbasse così per lei, cosa che era vera. -Ma dai, mica avrai intenzione di fare il mozzo per tutto il viaggio!- cercò di dire il castano, venendo subito interrotto dall'amica -È proprio quello che voglio fare! Mi sono firmata come mozzo? Bene, ora faccio il mozzo!- l'ironia della ragazza era stata sostituita da un'espressione di pura serietà. -Sei sicura che non vuoi una mano?- Jim non demordeva, ma neanche lei -NO! Ho tutto sotto controllo, Jimbo, davvero!-. Il ragazzo sorrise, notando come l'aveva chiamato la ragazza -Anche tu inizierai a chiamarmi Jimbo adesso?-. Lei se ne rese conto e arrossì -Oh beh... visto che Silver ti chiama così continuamente ho pensato che non ti sarebbe dispiaciuto se...- -No no no no, non mi dispiace affatto, anzi!- Jim sorrise, mettendole una mano sulla spalla -A proposito... ti senti meglio da ieri?-. -Una meraviglia.- rispose allora lei, incupendosi di colpo. Prese lo spazzolone in maniera un po' brusca e se ne andò, lasciando il ragazzo con un palmo di naso, che però preferì lasciarla da sola a calmarsi.
Dopo un paio d'ore, una buona metà del ponte era pulita. La castana aveva la fronte imperlata di sudore e le maniche del maglione rimboccate fino al gomito. Mentre puliva, un gruppo di pirati la notò e così iniziarono tutti a bisbigliare tra loro. Non erano sopra coperta quando si era verificato lo smascheramento della ragazza, ma gli erano giunte delle voci. E così uno di loro ebbe la brillante idea di allungare la gamba proprio mentre Francine stava pulendo in quel punto. E così, come volevasi dimostrare, la castana inciampò e cadde stesa bocconi a terra, circondata dalle risate dei pirati. -EHI!!!- lei si alzò, un metro e sessantacinque centimetri di pura furia -Cos'avete nel cervello, la segatura???-. Fu ignorata totalmente dagli energumeni, finché uno di loro non commentò -Stai facendo il lavoro adatto per te a quanto vedo!-. -Cosa vuoi insinuare, scusa?- la sedicenne lo fissò in faccia, con uno sguardo a metà tra l'arrabbiato e il sorpreso. -Beh, il lavoro adatto a te, a quelle come te...- spiegò un altro pirata, provocando le risate dei colleghi. -Ti sei mai chiesta perché nessuno ha voluto ricoprire l'incarico di mozzo, Pasticcino?- biascicò il pirata che l'aveva fatta inciampare. -Uhm... perché nessuno aveva voglia di sgobbare per tutto il ponte a pulire lo schifo che lasciate con i vostri piedi sudici?- Francine rispose, con evidente sarcasmo nella voce. -No, Bambolina...- sghignazzò allora lui, seguito a ruota dai compagni. -Ehi, non ti azzardare a chiamarmi ancora Pasticcino o Bambolina!- lei gli puntò il manico dello spazzolone alla gola, ottenendo solo altre risate e un coro di "Ooooooh!". -Vedi, cara la mia BAMBOLINA...- il tizio le strappò di mano lo spazzolone e lo gettò di lato -Non l'abbiamo fatto perché noi siamo uomini.-. -Già! Uomini, non donne!- gli fece da eco un compagno. -Esatto, sono le donne che puliscono! Non gli uomini!- concluse un terzo. -Oh, ho capito, secondo voi noi donne serviamo solo a pulire e a soddisfare i bisogni degli uomini, giusto?- la ragazza assunse un tono di finta sorpresa e li puntò con un dito. -Precisamente!- le rispose uno di loro. -Beh, immagino tu sia single adesso, e si vede!!!- lei assunse un tono di puro disprezzo e li guardò tutti male. Il suo sguardo fu ricambiato dal pirata in questione -Stupida cagna! Non saresti neanche dovuta salire su questa nave! Le donnicciuole come te non portano altro che guai!-. -Già! Una pirata femmina! Dove si è mai vista?- un suo amico gli fece eco. Francine represse a fatica la voglia di dargli un cazzotto. Il tipo dello sgambetto allora assunse un ghigno che andava da un orecchio all'altro e sibilò -Quindi ti diamo un suggerimento: tornatene a casa da quella concubina che ti ostini a chiamare "mamma" e stai alla larga dal NOSTRO tesoro.-. No. Quello era veramente troppo. -IO FACCIO QUEL CAZZO CHE MI PARE!!!- gridò lei, tirandogli un calcio dritto dritto nei gioielli di famiglia. L'uomo urlò, cadde in ginocchio ma si alzò dopo poco e la prese per una gamba -Pensi veramente di avere qualche possibilità contro di noi, microbo???- e detto questo la scaraventò contro il parapetto della nave. Lei batté la schiena e cadde sul ponte, graffiandosi la gamba con un chiodo nell'impatto. Notò solo allora che uno dei compari del troglodita aveva un secchio d'acqua in mano.
-COSA STA SUCCEDENDO QUI???- una voce li interruppe proprio prima che il tale rovesciasse l'acqua addosso alla ragazza. Quella voce apparteneva nientepopodimeno che a Silver, che camminava verso di loro a passi lunghi con in faccia un vero e proprio Sguardo Della Morte. Francine si alzò in piedi e si posizionò di fronte al padre -Succede che hai scelto un equipaggio di pezzi di merda, ecco cosa!!!-. Ce l'aveva ancora con lui dal giorno precedente. -Non osare rivolgerti a me in quel modo, signorina!- ringhiò il cyborg, rivolgendosi poi ai tre pirati -E voi! Credete che sia così facile pulire tutto il ponte? Eccovi serviti! Voglio che su questo ponte ci si possa specchiare, mi sono spiegato???-. -Ma capitano, non vorrà affidare a noi un lavoro per donne...- biascicò il pirata con il secchio in mano, venendo interrotto -CHIUDI IL BECCO!!!- Silver urlò, poi indicò la ragazza -Sarà una ragazza ma ha fatto DA SOLA un lavoro migliore di voi tre messi insieme!-. -Oh avanti, dici così solo perché sono tua figlia...- mormorò lei, venendo subito interrotta dal padre che aveva notato il taglio sulla gamba -Tu vai in infermeria a farti curare, non vorrei che il taglio si infettasse. Avanti, fila!-. -Oh, adesso ti preoccupi per me?- la ragazza gli rivolse uno dei suoi migliori sguardi assassini -Sarebbe la prima volta!!!- e detto questo fece dietrofront e si diresse verso l'infermeria.
Mentre camminava non si rese conto che nella sua traiettoria ci fosse Jim, che aveva appena finito di stabilizzare la rotta ed era sceso per fare una pausa. Il ragazzo venne travolto in pieno e si voltò di scatto verso l'amica, allarmato. Aveva sentito Silver urlare, e i passi lunghi che faceva la ragazza gli avevano fatto presupporre che avesse gridato con lei -Ehi, Franky! Stai bene?- chiese, con un'evidente nota di preoccupazione nella voce. -Sì, sto bene. Sono solo caduta per terra...- mugugnò lei, fermandosi e indicando la gamba ferita con lo sguardo. -Mh. E Silver ha urlato solo per quello?- Jim alzò un sopracciglio. Ormai sapeva riconoscere quando la sua amica stava male. -...non proprio.- ammise lei, a testa bassa. -Lo sapevo.- commentò Jim -Avanti, che è successo?-. -Che vuoi che sia successo??? Un branco di pirati trogloditi mi ha detto che avevo fatto bene a scegliere l'incarico di mozzo e che le donne servono solo per pulire, io ho cercato di dare una lezione a uno di loro e...-. -Cavolo!!! E poi sono io quello impulsivo!- la interruppe Jim, schiaffandosi una mano sulla fronte -Quei pirati sono solo degli imbecilli, non devi ascoltare una parola di quello che dicono! Comunque, poi è arrivato Silver, e..?-. -E ha cominciato a fare il protettivo, mi ha mandato in infermeria e ha rifilato a loro il lavoro di pulire.- concluse Francine, sbuffando e incrociando le braccia. -Beh, meno male che l'ha fatto! Ti saresti ritrovata molto di più che una gamba graffiata se non fosse arrivato...- cercò di dirle l'amico, venendo contraddetto -Non mi serviva il suo aiuto! Avrei potuto benissimo fare da sola!-. Jim la guardò con uno sguardo carico d'apprensione e le disse -Franky, non essere così dura, anche io l'avrei fatto...- -Perché non mi hai mai abbandonato per sedici anni con una madre nevrotica e intrattabile! Tu hai tutto il diritto di fare il protettivo!- gridò Francine, in risposta. Jim le mise la mano sulla spalla e mormorò -Però lui adesso è tornato e ti vuole con sé. Non se n'è andato senza farsi mai più sentire, lui a te ci tiene veramente. Non come qualcun altro...-. Accidenti. Jim aveva ragione. Solo che... non riusciva a perdonare Silver. Non ci riusciva. -Io... non sono ancora pronta.- mugolò lei, malinconica. -Sono sicuro che si sistemerà tutto. Vedrai.- e detto questo il castano le mise anche l'altra mano sulla spalla libera e le diede un piccolo bacio sulla fronte. -Grazie, Jim. Davvero.- la ragazza sorrise, di nuovo solare come prima. Lui in tutta risposta le strinse le spalle e sorrise a sua volta -Beh, siamo amici, no?-. La castana gli tirò un pugnetto sulla spalla e aggiunse -I migliori.-.
Quella giornata, anche grazie all'aiuto di Jim, passò abbastanza in fretta. Senza il lavoro sul ponte la ragazza aveva un sacco di tempo libero che passò quasi tutto con lui, ridendo e scherzando come erano soliti fare. Quando scese il tramonto e tutta la ciurma cominciò a sbadigliare, Silver biascicò -Okay, marmaglia, si è fatto tardi. Andate a riposare le chiappe e fatevi una bella dormita, anche domani ci sarà da lavorare.-. -Sì, capitano!- risposero in coro tutti i pirati, compresi Franky e Jim. Il ragazzo prese l'amica per mano e le disse, frettolosamente -Vado a stabilizzare la rotta e poi arrivo, tu intanto vai.-. -D'accordo!- sorrise lei, scendendo le scale e dirigendosi verso la branda.
Dopo un po' di tempo passato a fissare il soffitto la ragazza si rese conto di non avere sonno. Jim era rientrato poco tempo prima e già dormiva come un sasso. Francine trattenne una risatina nel vederlo appisolato nell'amaca, con la bocca aperta e un rivolo di bava che colava da questa. Poi si alzò in piedi e, stando attenta a non far rumore, salì sul ponte. Prese una scopa dallo stanzino e si mise a spazzare, sperando che questo le facesse prendere un po' di sonno. Ma c'era una cosetta che non aveva calcolato.
Silver era appoggiato al parapetto, intento a fumare la sua pipa, immerso nei pensieri. Da quando aveva sentito Francine dire quelle cose su di lui non si era dato pace. È vero, in quel momento era anche arrabbiata, ma il cyborg proprio non riusciva a darle torto. Insomma, andandosene di casa l'aveva condannata a passare l'infanzia senza un padre. E poi aveva lasciato indietro anche Abigail, la donna della quale si era ripromesso di non innamorarsi ma che invece era finito per sposare. Questo pensiero l'aveva tormentato per ogni singolo giorno di quei sedici anni che erano trascorsi. Solo il pensiero del leggendario Bottino dei Mille Mondi lo aveva fatto andare avanti, ma solo dopo la sua distruzione, solo dopo la fine di tutto il lavoro di una vita si era reso conto di quanto fosse stato egoista. Non era tornato a casa semplicemente perché aveva paura.
I suoi pensieri furono interrotti dalla consapevolezza di non essere da solo. Si accorse poco dopo che Francine era giusto dietro di lui, a spazzare il legno. Preferì non proferire parola da subito, ma non seppe resistere e dopo poco disse, né troppo forte né troppo piano -Ehi, Francine.-. La ragazza sobbalzò. Si era accorta della presenza del cyborg ma, proprio come lui, aveva preferito stare zitta. -Ciao.- rispose lei, con tono sprezzante. -Vieni qui.- la invitò allora l'uomo, indicando lo spazio vuoto alla sua destra. Lei, con un po' di riluttanza, camminò verso il punto indicato e appoggiò la scopa al parapetto. -Non riesci a dormire?- le chiese poi lui, non sapendo esattamente cosa dire. -No.- biascicò la sedicenne -Ed è per questo che sono qui. Pensavo che spazzare il ponte mi avrebbe fatto stancare ma è inutile.-. -Capisco...- mormorò il pirata, poi passò alla domanda successiva -Va meglio la gamba?-. -Sì sì sì, molto meglio. Me l'hanno disinfettata e dovrebbe rimarginarsi. Fa un male cane ma...- Francine appoggiò entrambi i gomiti sul parapetto e posò il mento sulle mani. -Oh, beh, non può essere peggio della mia!- sghignazzò il cyborg, riferendosi alla gamba di metallo. La castana non poté fare a meno di ridere -In fondo è forte! Avere un padre cyborg! Peccato che all'Istituto abbia delle compagne che non capiscono niente...-. -Beh, che ci vuoi fare, sono ragazze... non che questo comprenda te, ovvio! Solo che... non mi sorprendo che molte tue coetanee non capiscano. Ho incontrato pochissimi pirati femmine in tutta la mia vita.-. A Francine uscì subito spontanea una domanda -Perché mamma e non loro?- ma si pentì subito di averla fatta. Si coprì la bocca con le mani e arrossì. Il pirata, d'altro canto, sorrise e rispose -Semplicemente perché lei era diversa. Proprio come te.- e detto questo si voltò verso di lei e le mise la mano robotica sulla spalla -Siete davvero molto simili.-. -Non è un complimento per me.- biascicò lei, togliendosi la mano del padre di dosso. -Cosa intendi dire? Essere diversi non è sempre una cattiva cosa...- cercò di dire lui, venendo interrotto -No, no! Non è quello... è che delle volte mi fa talmente uscire di testa che non so più come comportarmi.-. -Oh...- Silver ci rimase un po' male -E cosa fa di così tremendo per farti stare così?-. -Beh... mi dice che non so vestirmi in maniera decente, che devo avere più cura di me stessa, che a volte sono davvero irresponsabile, ingrata, irrazionale, maleducata, impulsiva, suscettibile, aggressiva... me ne ha dette di tutti i colori. Il fatto è che ci tiene tantissimo all'opinione pubblica e pretende che io sia la figlia perfetta non rendendosi conto che non lo sarò mai!-. Il cyborg a questo punto ci rimase veramente male. Abigail era sempre stata una perfezionista ma mai così. -E questo mi fa stare male! Voglio solo essere me stessa senza che nessuno mi dica cosa fare ma a quanto pare è impossibile!- si lamentò poi lei. A questo punto le parole scivolarono fuori dalla bocca dell'uomo senza che lui potesse fermarle -Già... e immagino che avere come padre un pazzo psicopatico mezzo robot con un'ossessione per uno stramaledetto tesoro talmente forte da non riuscire ad occuparsi di sua figlia non aiuti.-. Il cuore di Francine mancò un battito -Oh... mi hai... mi hai sentito.-. -Già.- ribatté lui, come se fosse stata la cosa più banale del mondo. -Ehm... ecco... io...- balbettò lei, venendo interrotta da lui -Non fare quella faccia. Hai perfettamente ragione.- il cyborg appoggiò di nuovo un gomito sul parapetto -Insomma, andarsene di casa poco dopo la tua nascita non è stata una gran bella mossa, non credi?-. Lei abbassò lo sguardo -Proprio no...-. -Beh... avanti!- la incitò lui -Puoi rinfacciarmi tutto quello che vuoi. Tanto ormai non importa più.-. -Ma no, papà, seriamente! Non intendevo dire quelle cose, io ero...- cercò di spiegarsi la ragazza, ma Silver tagliò subito corto -Francine. Basta.-. A quel punto anche lei capì di non potersi più trattenere -Ci hai lasciate da sole per sedici anni senza neanche aspettare che io fossi cresciuta solo per... andare a cercare un tesoro. Hai lasciato tua moglie e tua figlia a gridarsi dietro solo per andare a cercare un tesoro, hai una minima idea di come mi sono potuta sentire???-. Silver rispose, sospirando -Lo so, Francine. Lo so. È stata dura anche per me.-. -Non così tanto a quanto vedo.- commentò lei, sentendo che le lacrime cominciavano a sgorgarle dagli occhi. Il padre sospirò di nuovo -Non in pubblico almeno. Se in queste situazioni non ti fai una buona reputazione sei morto.- poi, vedendo l'espressione della figlia, continuò -Ma me lo sono rinfacciato per sedici anni, ogni singolo giorno. Ho sofferto in silenzio pensando a come saresti cresciuta senza un padre, a come tua madre avrebbe gestito la cosa... solo l'idea del tesoro di Flint mi faceva andare avanti, senza accorgermi che mi ero lasciato alle spalle un tesoro ben più importante.- e detto questo si erse in tutta la sua altezza e fissò la ragazza negli occhi. -Non è comunque facile, io...- lei stava cominciando a piangere sul serio. Il pirata sorrise, le mise la mano robotica sulla spalla e con l'altra le asciugò le lacrime. Poter finalmente toccare il volto della figlia era una sensazione unica. -So di essere stato il padre peggiore della galassia ma d'ora in poi sarò sempre con te. Se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiedere.-. La castana sorrise, si scostò un ciuffo biondo dall'orecchio e rispose -L'hai ammesso... e credo... credo che questo ti possa in qualche modo riscattare.-. "Jim aveva ragione, in fondo." pensò, appoggiando la mano a quella del padre e sorridendogli. Lui le sorrise a sua volta e disse -Sono veramente orgoglioso di te.-. A Francine sfuggì qualche altra lacrima -Grazie, papà.-. Per tutta risposta lui allargò le braccia e le chiese, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro -Non lo vuoi dare un abbraccione al tuo vecchio?-. Detto, fatto. La ragazza corse verso di lui e lo abbracciò più forte che poteva. -Sono contentissimo di rivederti, Franky...- disse Silver, rendendosi conto solo allora di averla chiamata con il nome che usava solo Jim per chiamarla -Oh, posso chiamarti Franky, vero? O preferisci che sia solo Jimbo a chiamarti così?-. -No! Cioè, sì... cioè... mi va bene che sia Jim che tu mi chiamiate Franky!-. Il cyborg sorrise di nuovo e sciolse l'abbraccio -A proposito di Jimbo... da quant'è che state insieme?-. Ed ecco che la ragazza perse un altro battito -Che cosa? No, nonononono! Non stiamo insieme, siamo solo migliori amici!-. -Mi vuoi prendere in giro? Dai, è palese che state insieme...- il pirata non demordeva. -PAPÀ!!! Apri bene le orecchie, metalliche e non: Noi. Non. Stiamo. Insieme!- Francine era tutta rossa. -Ok, ok, scusami! Il fatto è che... ci avrei scommesso anche l'altra gamba che voi steste insieme!- ridacchiò lui. -Sì, aspetta e spera!- rispose lei, tirandogli un pugno sulla pancia.

Ragazzi, quattro facciate. Sono fiera di me stessa.

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