Missioni umanitarie

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Leia

Mancavano tre settimane prima che iniziasse la Legislatura di Apprendistato. Leia avrebbe dovuto prepararsi, riguardando problemi correnti, gettando le basi per potenziali argomenti da portare alla luce. Era quello che faceva sempre sua madre prima di tornare al Senato Imperiale; l'aveva aiutata abbastanza a lungo da sapere come fare il lavoro da sola. Quindi avrebbe dovuto essere rinchiusa a studiare, circondata da materiale politico.

Invece, stava attraversando di corsa il principale porto spaziale di Varychino, 2V al suo fianco.

"Devi portare rispetto per gli ufficiali imperiali là." Insisteva 2V mentre passavano accanto ad un mercantile dove droidi dell'equipaggio levitavano alcune casse all'interno della stiva. "Viaggerai come diplomatica in una missione umanitaria e ti devi presentare nel modo giusto. Una signorina deve sempre essere vestita nel modo giusto per l'occassione."

"Lo farò, lo farò." Leia sospirò. Erano passati anni dall'ultima volta in cui aveva protestato per non voler indossare un vestito o sistemarsi i capelli, ma 2V erano convinta che non appena l'avesse persa di vista, Leia si sarebbe immediatamente cambiata con la salopette della sua infanzia e la coda di cavallo. "Questa missione fornirà razioni ai rifugiati di Wobani che stanno morendo di fame. Quindi, non devo intrecciarmi i capelli con delle perle."

2V raddrizzò la schiena in una gesto che Leia poteva descrivere solo come indignato. "Non essere ridicola. Le perle sono così passate di moda."

La famiglia Naberrie preferita usare il porto spaziale pubblico. Un sacco di volte, Leia e Luke erano venuti qui con uno o entrambi i loro genitori per essere trascinati a bordo, ma questa era la prima volta che avrebbero personalmente comandato un vascello per una missione interplanetaria. Fare la richiesta all'ancella Dormè era sembrata una cosa normale. Quando vide la Agapè VI, la navetta della sua famiglia, che l'aspettava, tuttavia, le dimensioni della nave la colpirono di nuovo.  Il pensiero che sarebbe stata a sua disposizione - la consapevolezza che più di due dozzine di membri dell'equipaggio avrebbero atteso i suoi ordini - la eccitava enormemente. Per mesi, anche anni, era stata ansiosa di avere qualche tipo di responsabilità. Oggi iniziava.

Riconobbe l'uomo dalla pelle scura che le si avvicinava, quindi raddrizzò la schiena e strinse i pugni nelle lunghe maniche del suo abito. "Capitano Thypo. Grazie per aver preparato la nave così alla svelta. Quando possiamo partire?"

"Tra un'ora, M'Lady." Le sorrise, inclinando leggermente la testa di lato. "Può contare su di noi." Con quello, le fece un saluto secco e tornò al suo lavoro. Leia rimase lì a chiedersi perché non le piacesse quella risposta. Il Capitano Typho era stato gentile, deferente, anche amichevole. Non aveva il minimo dubbio della sua lealtà e volontà di fare del bene. Ma quella testa inclinata-

Non pensa a me come a una leader. Pensa a me ancora come una ragazzina. Aggrottò le sopracciglia. Pensa che sono carina.

Era stupido esserne sorpresa, tanto meno offesa. Il Capitano la conosceva fin da quando era bambina, e aveva appena passato il suo Giorno del Riconoscimento. Leia non aveva nemmeno raggiunto la sua altezza definitiva... o almeno sperava. Come piaceva dire a suo padre, l'autorità può essere data, ma il comando va guadagnato.

Oggi, avrebbe iniziato a guardagnarselo. Presto nè il Capitano Typho nè i suoi genitori avrebbero dubitato di cosa era capace.

Con determinazione marciò all'interno della nave per trovare suo fratello fermo sulla porta della cabina di pilotaggio. Le sorrise quando la vide, ma aveva il viso tirato e preoccupato.

"Sei sicura che sia una buona idea?" Le chiese per quella che le sembrava la milionesima volta.

Leia alzò gli occhi al cielo. "In nome delle stelle, Luke, rilassati. Andrà tutto bene."

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