CAPITOLO 16

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«Ehm... voi due vi conoscete? » chiese Reo. «No...» . «Si. ». «Decidetevi!» esclamò il verde. «Storia lunga...» sviò la ragazza. La sala era molto buia. Solo una luce illuminava la scrivania, che separava i due ribelli da Dinn. Due soldati stavano di guardia davanti all'entrata. «Sai... non sei la prima ribelle che usa un trucchetto così vecchio per sviare i controlli... Vi credevo più furbi» disse l'interrogatore. «Si, certo... non mi sembravi con la situazione sotto controllo. Anzi sembravi molto contento di ricevere le avances di una bella ragazza» disse Selina, guardandolo con sfida. «Sono solo un ottimo attore e poi non sono io quello che si è fatto catturare» rispose il biondo con un sorrisetto. Reo si sentiva quasi il terzo in comodo. O almeno, questo è quello che si capiva dalla sua espressione imbarazzata. A quelle parole Selina cercò di rispondere a dovere, ma si trattenne. Del resto la guardia aveva ragione. Si mise le braccia incrociate, imbronciata. In effetti si trovava in una sala con nessuna possibile via d'uscita per scappare, circondata da guardie armate e legata con manette anti-dono. Era finita. Pure Reo lo aveva capito. La ragazza si stava già preparando con la compressa di Kovu in mano. Lei avrebbe fatto quello per cui era stata addestrata. Pure Reo probabilmente era pronto a farla finita. «Quindi? Ci vuole sottoporre a un interrogatorio ? Non diremo nulla neanche sotto tortura» rispose l' atari della terra. «Non vi preoccupate! In qualche modo avremo quello che vogliamo » disse facendo l'occhiolino alla ragazza. Lei rimase interdetta. Quasi stupita. Non capiva. Cosa avrà voluto significare?. Teneva ancora stretta la pasticca viola tra le dita. Lui si avvicinò con la lampada accesa verso il viso dei due. «Vi consiglio di prendere un bel respiro» disse e velocemente premette un pulsante nascosto sotto la scrivania. Le catene caddero sul pavimento e la stanza fu presto colpita da una nube di fumo. Si sentiva il suono delle guardie soffocare. Selina non sapeva che fare. Ad un tratto si sentí strattonare un lembo della tunica da sotto la sedia. Si abbassò, perdendo di mano il veleno. Ma, non avendo nulla da perdere, seguí il suo istinto. In quel momento non vedeva nulla se non solo bianco. Quella nube sembrava spessa nebbia bianca. Il tempo stringeva, aveva bisogno di riprendere aria. Non appena si calò sotto il tavolo, si sentí cadere nel vuoto.

«Ehm ... Selina ? Selinaa ?» sentí chiamarsi. «Potresti alzarti ?». La ragazza non appena riprese a vedere e a rendersi conto che poteva respirare, si accorse di essere caduta sopra l'amico, Reo. Dinn stava in piedi sotto una grata. «Scusate la sceneggiata, ma dovevo essere convincente» disse. «No, aspetta... che mi sono persa ? Tu non eri contro di noi ?» chiese la ragazza. «Ecco. Questo vuol dire rimane in incognito. Ma tranquilla, prima o poi migliorerai». Selina lo guardava in cagnesco. «Sono confuso... tu saresti un atari ?» chiese il verde. «Ehm... Non esattamente. Io sono umano» affermò con estrema sicurezza, la guardia. «E perché dovresti aiutarci ?» domandò di nuovo, senza capirne il senso logico. «Bhe, gli atari non possono aspirare alla carriera militare» affermò. «Guarda ti ringrazio per questo salvataggio di stile, ma arriva al punto. Abbiamo fretta» disse la ragazza, con impazienza. «Bhe come iniziare ? Mia madre era atari, mio padre capo dell'esercito. Purtroppo è morto pochi mesi dopo la mia nascita, portando la nostra famiglia in estrema povertà. Mia madre ha fatto di tutto per proteggermi e garantirmi una vita migliore, ma io non sopportavo più di vederla così. Finché non mi lasciò anche lei, senza aver assaporato la bellezza della vita. Appena raggiunta la maggior età, divenni militare. Non fu difficile entrare, avendo un padre così importante. L'unico motivo per cui mi sono arruolato è per aiutare voi, i ribelli, gli atari, in onore di mia madre. Quindi fatemi collaborare con voi, so abbastanza informazioni riguardo Onorak ». I due rimasero interdetti a quelle parole. «Come facciamo a sapere che non ci stai mentendo ? Tutti sono bravi a parole» disse Selina. «So che abbiamo iniziato con il piede sbagliato, ma se vi porterò in sala grande mi crederete ? Del resto solo io so le mappe del condotto di aerazione» disse Dinn. «Grazie, ma siamo stati in situazioni ben peggiori. Ce la caveremo» disse la ragazza andando avanti per la sua strada. Ma quasi subito venne fermata dalla presa salda di Reo. «Ferma. Credo che il suo aiuto potrebbe farci comodo. Poi hai sentito, no ? Potrebbe dirci cos'ha in mente Onorak» disse. «Tanto per velocizzare la vostra scelta: ho dato un'occhiata ai progetti delle sentinelle. So il loro punto debole» affermò. A quelle parole, Selina e Reo, che stavano discutendo sul dafarsi, si girarono contemporaneamente con gli occhi sbarrati.

Si misero in marcia. Dinn dettava la strada e gli altri lo seguivano, a gattoni. I condotti erano bui, illuminati a tratti da neon azzurri e rosa. In alcuni tratti erano così stretti e bassi che sembrava mancasse l'aria. «Delle volte vorrei un atari dell'aria in squadra» disse Selina. «Ma si lamenta sempre ?» chiese il soldato. «... che hai detto ? Non ci metto molto a bruciarti vivo» replicò schietta la ragazza. «Si, si lamenta sempre» ammise Reo, ridendo. «Ma... » la ragazza tacque, snodandosi i capelli. Un giorno avrebbe dovuto tagliarli, erano troppo scomodi da portare in battaglia, ma li amava troppo. Ad un tratto Dinn si fermò davanti a un'apertura. Si sentiva un forte trambusto e faceva parecchio caldo. «Siete ancora sicuri di voler scendere laggiù? » chiese il soldato. Soltanto il sentire le urla di frenesia del generale Daario, gli venivano i brividi. «Se hai paura sei liberissimo di tornare indietro» disse la ragazza, scansandolo e precipitandosi giù dal condotto, seguita dall'amico. Dinn si portò le mani verso i capelli a spazzola. «Ahh, accidenti. Madre lo faccio per te». Cosí dicendo, si calò giù anche lui.

NatariaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora