VII.

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Camminammo per un tempo indefinito, non sapevo se fossero stati miniti o ore. Sapevo solamente che non abbiamo aperto bocca per tutto il tempo. Camminavamo arrancando nel buio e cercando un qualsiasi indizio per capire che fine avesse fatto Mirko. Gli unici suoni che sentivamo erano quelli dei nostri passi, l'acqua che gocciava sulle tubature e ogni tanto qualche squittio di topi di fogna, grossi quanto un avambraccio. Erano famosi i topi di Roma per la loro grandezza, di solito più che topi venivano definiti ratti o peggio ancora pantegane.
"Ragazzi stiamo vicini" sussurrò Scar emettendo solo un suono gutturale dalla gola, data la sua voce profonda.
"Si" sussurrammo in coro io e Giorgio.

Passarono solo pochi secondi che dalle profondità della galleria ci furono dei spari. Fu così che iniziammo a correre per raggiungere questo suono.
"Mirko è in pericolo!" gridai io.
Nessuno rispose, si sentivano solamente i nostri stivali affondare nelle pietre e i nostri respiri ansimanti per la corsa.
Eravamo vicini, solamente qualche altro passo e lo avremmo raggiunto.
Poi gli spari cessarono e insieme a loro anche la nostra corsa si fermò.
"Mirko?" urlò Giorgio alla ricerca del ragazzo "dove sei? Siamo tornati a prenderti, tutto ok?" non ci fu alcuna risposta.
Fu proprio in quel momento che inciampai su qualcosa cadendo faccia a terra "cosa cazzo...?" non riuscì a finire la domanda che mi resi conto di essere inciampato su un corpo sdraiato a terra. Così urlai di paura e gattonando corsi via di pochi metri con il sudore freddo sulla mia fronte e i brividi lungo la schiena.
"R..r...ragazzi...c'è...un cadavere..." avevo la voce tremante per la paura perciò Scar tornò indietro per raggiungere il corpo e lo cercò di studiare per capire di chi fosse.
"Ragazzi... Questo è Romanov" disse alzando lo sguardo sconcertato verso di me.
"Ma non era arrivato dall'altra parte insieme al gruppo? Come abbiamo fatto a non accorgercene prima? E poi non abbiamo sentito alcun sparo mentre aspettavamo il nostro turno per partire" disse Giorgio.
Scar non fece in tempo a pensare ad una risposta che sentimmo degli urli di dolore provenire a pochi metri da noi ma erano così forti che mi entrarono nei timpani obbligandomi a coprirmi le orecchie con le mani. Questi urli acuti durarono pochi secondi per poi cessare nello stesso modo in cui sono iniziati.
Restammo in silenzio in ascolto di qualche altro suono, ma niente. Avevo solo un po di nausea e giramenti di testa. Dovevamo andarcene da lì.
"Giorgio, Scar, dobbiamo andare via al più presto da qui" dissi io non riuscendo a capire nemmeno quello che stavo dicendo.
Seguirono due tonfi e mi accorsi che entrambi i miei compagni erano svenuti a terra.
Dovevo fare qualcosa così mi decisi di non concentrarmi troppo sulla nausea ma sul trovare una soluzione per uscire da quella galleria.
Così presi Giorgio da sotto l'ascella e lo misi sulla mia spalla sinistra, poi con la mano destra cercai di alzare Scar ma era troppo pesante e a malapena riuscivo a trasportare Giorgio. Così mi decisi di allontanarmi da solo con Giorgio lasciando Scar a terra e mi diressi verso la Lucio Sestio che, a giudicare dai miei calcoli, era molto più vicina. Camminai per una trentina di metri poi Giorgio cadde come un peso morto dalle mie braccia obbligandomi a cadere insieme a lui, sbattendo la fronte sul metallo delle rotaie svenendo sul colpo.

"Tatsuya! Alzati! Ora!"
Mi svegliai di nuovo, non so chi fosse stato a svegliarmi da quel brutto sogno ma ero contento che lo avesse fatto, non ne potevo più di fare brutti sogni.
Aprì gli occhi e mi resi conto di stare al buio, la mia guancia sinistra era poggiata su qualcosa di freddo e metallico e sopra di me sentivo un peso enorme.
"Merda..." dissi mentre cercavo di alzarmi, non era stato un sogno era tutto vero.
Non appena riuscì ad alzarmi e liberarmi del corpo di Giorgio da sopra di me mi resi conto di avere qualcosa che gocciava dalla fronte così avvicinai la mano per togliere questo liquido ma il dolore me la fece togliere all'istante. Avevo dato una bella botta. Però non mi importava, ero deciso a portare a termine questa cosa, dovevo salvare i miei compagni. Avrei prima portato Giorgio sulla banchina della Lucio Sestio per poi tornare indietro e prendere Scar, magari con due mani ce l'avrei anche fatta. Mi abbassai e ripresi in braccio il corpo svenuto di Giorgio e mi diressi il più veloce possibile verso la stazione. Iniziavo a vedere le prime luci soffuse così iniziai a correre per quel che potevo.
Arrivai all'entrata della stazione e sfinito adagiai il corpo svenuto che tenevo in spalla sulla banchina proprio sotto una luce sfocata. Restai un paio di secondi ad accertarmi che l'avessi messo nella posizione corretta e rientrai nella galleria più veloce che potevo. Mi girava tantissimo la testa e sentivo un dolore lancinante alla cervicale. Mi sentivo svenire ma dovevo continuare.
Arrivai al corpo di Scar, era rimasto come lo avevo lasciato, a faccia in giù poggiata sui sassolini e con le braccia aperte. Cercai di alzarlo ma non ebbi le forze, era troppo pesante e poi la corsa con Giorgio mi aveva sfinito. Dovevo trovare un'altra soluzione.

Mi sedetti sulle rotaie per qualche minuto per riprendere le forze ma ormai avevo tutti i muscoli indolenziti e aspettai che Scar riprendesse conoscenza ma sembrava proprio non volerne sapere di svegliarsi e io stavo per fare la sua stessa fine, mi sentivo debole e stanco, volevo solo riposare un pochino. Giusto qualche minuto poi mi sarei svegliato e avrei ricominciato a provarci. Gli occhi iniziarono a chiudersi mentre sentivo i muscoli sciogliersi in un lento e dolce riposo. Ma proprio mentre ero sul punto di addormentarmi un suono mi fece riaprire gli occhi di scatto. Era lo stesso di un cane che annusava, me lo sentivo dietro il collo e sapevo di essere osservato da qualcuno o qualcosa. Sentivo il suo respiro dietro di me mentre piccoli passi incerti si avvicinavano pian piano al mio corpo seduto. Era arrivato esattamente dietro le mie orecchie e rimasi paralizzato a fissare il vuoto, me la stavo facendo sotto. Poi presi coraggio e decisi di girarmi di scatto, pronto a sperare di non morire. Era buio e non vedevo nulla ma qualsiasi cosa fosse stata dietro di me fuggì di corsa goffamente camminando sui muri e sparendo dentro un buco nel muro sopra di me.
Proprio mentre cercavo di abituare i miei occhi al buio, ingenuamente mi ricordai che nello zaino prima di partire avevo messo una torcia, così di corsa e con grande emozione portai il mio zaino davanti a me e frugai al suo interno fino a trovare quello che stavo cercando. Estrassi la torcia e la puntai sul muro di fronte a me, si accese subito. Dopodiché portai il cerchio di luce al di sopra di me e notai che c'era stata una grande crepa e sicuramente era dove quell'essere si intrufolò. Subito dopo puntai la torcia verso Scar cercando di notare se ci fosse stato un qualsiasi segno di aggressione da parte di quell'essere, ma non vidi nulla.
Ciò che mi sorprese era il fatto che il corpo di Romanov era scomparso nel nulla.
Dovevo assolutamente andarmene da lì e portare Scar con me, eravamo in grave pericolo.

Black Hole - La Rivolta (In Corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora